Il cimitero di Taino

di Laura Tirelli

Uno dei luoghi del paese certamente più caro ai tainesi è il Cimitero. L’affezione e il culto per i defunti è molto sentito dai tainesi, tanto è vero che una passeggiata quotidiana è per tante persone proprio quella fino al Cimitero per dare un saluto ai propri cari scomparsi. Le tombe sono ben curate e sempre coperte di fiori freschi e bellissimi anche nella stagione invernale.
E’ importante per i tainesi che il Cimitero sia sempre in ordine e ben sistemato. In diversi momenti dell’anno, il parroco vi celebra la S.Messa e la gente accorre sempre numerosa.
La posizione dove è ubicato è tale da invogliare la visita; da qui si gode di una splendida vista che spazia fino alla sponda opposta del Lago circondato dalla vette innevate della catena del Monte Rosa: uno spettacolo che inebria gli animi e da il senso dell’infinito, una sensazione che ben si accorda con il luogo.
Nel silenzio, tra le tombe, si respira un’atmosfera di serenità e di pace, il senso dell’eternità, di quel legame invisibile tra vivi e morti che va oltre il tempo, oltre lo spazio.
Il Cimitero fu creato nello stesso luogo dove è oggi nel 1787 come testimonia il parroco Giovanni Battista Berrini che nel libro dei Morti registra in data 5 agosto 1787 il decesso del bimbo Giuseppe, figlio di Carlo Allegro e precisa che è sepolto “nel Pubblico Cemeterio, a questo fine preparato ed eretto per ordine superiore, coll’intervento di me curato infrascritto, per carità e per fede”.
In precedenza i morti venivano sepolti intorno e all’interno della chiesa. Nelle relazioni delle visite pastorali del 1683 e del 1786 risulta che all’interno della chiesa, davanti alla parete, vi erano tre sepolcri: uno centrale, destinato a raccogliere le salme dei parroci e dei sacerdoti, uno a destra dove erano tumulate le femmine ed uno a sinistra per i maschi. Questi erano utilizzati per le persone di maggior importanza e di censo; le persone comuni venivano sepolte nell’immediate adiacenze della chiesa. Mano mano che aumentò la popolazione, per esigenze di igiene, si provvide nel 1672 a costruire un ossario nei pressi della chiesa . Il parroco Giuseppe Riva fece ripulire i sepolcri situati all’interno della chiesa e trasportare le ossa nel deposito a tal fine predisposto con l’aiuto e il contributo della contessa Aloigia Serbelloni, vedova del conte Giovanni. Non fu facile costruire l’ossario anche per gli ostacoli posti da Filippo Berrino, proprietario della cascina confinante con il muro del cimitero che non voleva cedere parte della sua proprietà. Intervenne la contessa Serbelloni che donò un suo terreno per effettuare una permuta con il Berrino e, per ricompensarlo della perdita di una vite che venne sradicata per far posto all’ossario, gli garantì mezza brenta di vino all’anno.
I problemi relativi al Cimitero non si esaurirono dopo la costruzione di quello del 1787 perchè ben presto si richiesero ampliamenti. Nel 1907 l’Amministrazione Comunale, per risolvere una volta per tutti la ricorrente necessità di ampliamento del Campo Santo, voleva spostarlo al di fuori del centro abitato, sulla strada per la Piana, vicino alla cappelletta della Madonnina, ma la reazione degli abitanti fu di unanime disaccordo e la maggioranza dei capi famiglia raccolse le firme per esprimere il proprio dissenso. I tainesi erano fin da allora affezionati al loro Cimitero e non vollero che venisse spostato. Il progetto fu così abbandonato e il sindaco dell’epoca, Mosè Berrini, per protesta, si dimise.
Possiamo quindi concludere che il Cimitero è una parte integrante e significativa nella storia e nella vita dei tainesi, come queste piccoli episodi dimostrano.