Piccola Enciclopedia Tainese

La Piccola Enciclopedia Tainese riporta oltre 400 voci relative a persone, fatti, luoghi e monumenti di Taino. Le voci, raccolte ed elaborate da Laura Tirelli, sono tratte dai numeri del periodico locale “La Voce del Dumin” pubblicati negli anni 1991-2001 (il numero e l’anno di pubblicazione sono riportati tra parentesi in fondo alla voce).

A B C D E F G H I J L M N O P Q R S T U V Z

 

A

Aldi Adolfo
pittore autodidatta, nato nel 1924 a Taino. Iniziò ad appassionarsi di pittura all’età di 29 anni. La sua pittura fu una continua evoluzione: dai paesaggi e alle nature morte passò a temi più personali, espressione del suo mondo interiore e di denuncia, attraverso il simbolismo, dei mali che affliggono la società. Gli furono conferiti numerosi premi, tra cui il premio internazionale del Lago Maggiore e il premio “Vecchia Varese”. Espose le sue opere in varie località del Varesotto e del Novarese, a Milano, Domodossola e Salice Terme. A Taino, in collaborazione con il dopolavoro aziendale della Montecatini, organizzò il premio nazionale “Tavolozza d’oro” dal 1967 al 1971, dove presentarono le loro opere fino a 235 artisti provenienti da tutta Italia. Si interessò con passione del paese e fu presidente della Proloco dal 1979 al 1983, anno della sua morte.
(1/97)

Aldi Arduino
nato a Taino nel 1928, iniziò a 16 anni a gareggiare come fantino professionista. La sua specialità sportiva fu lo steeplechase, corsa ad ostacoli con siepi. Nei 10 anni di professione vinse numerosi premi. Successivamente fu caporazza presso l’allevamento Vittadini di Sesto C. Sposato con Gisella Berrini, ha avuto una figlia, Laura.
(6/2000)

Aldi Valentina
nata nel 1979, conseguita la maturità scientifica, frequenta il corso di laurea in Scienze Politiche. Appassionata di pittura, ha fatto parte dell’Atelier della pittrice Franca Carra. Ha ereditato la passione per il disegno e la pittura dal nonno Adolfo.
(3/94)

Alerta Angelo
esposto proveniente dall’Ospedale Maggiore di Milano, trascorse tutta la propria vita a Taino facendo il contadino. Nel 1886 sposò Carolina Giudici. Di carattere mite, amava la lettura e i bambini ai quali leggeva i consigli e le filastrocche dell’almanacco Vestaverde.
(1/99 – 2/99)

Alerta Bielli Margherita
nata nel 1893, sposò Alfredo Bielli e per molti anni visse alla cascina Amalia ai Ronchi, di cui il marito fu il fattore. Ebbe una figlia, Lina. Amava molto la “storia patria” e fino a tarda età seppe raccontare con meticoloso orgoglio le imprese garibaldine. Morì a 87 anni.
(1/97)

Alerta Matilde
figlia di Angelo e Carolina Giudici, lasciò Taino nel 1923 ed emigrò in America dove sposò il fidanzato Angelo Ferretti di Ispra. Visse a Nanuet, cittadina nello stato di New York, fino al 1936, anno in cui morì il marito. Matilde rimasta sola con la figlia Alda tornò a Taino a casa dei genitori. Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1946, Alda volle tornare in America, paese nel quale era nata e vissuta fino all’età di 12 anni. Nel 1950 anche Matilde ritornò negli Stati Uniti per vivere con la figlia e il marito di lei, Ettore di Bona, un giovane diplomatico di origine siciliana e con la nipote Vivian.
(1/98)

Alvod Davide
nato nel 1967, si è diplomato in informatica nel 1986. E’ esperto di programmi software di tipo commerciale.
(5/95)

Alvod Enrico
appassionato di musica, è riuscito solo all’età di 52 anni a realizzare il suo sogno di apprendere a suonare uno strumento musicale. Dopo un periodo di tirocinio, è diventato componente del complesso bandistico G.Colombo di Sesto C., dove suona il basso in sibemolle.
(6/96)

Amatori Calcio
squadra amatoriale che dal 1992 partecipa al campionato provinciale ULSP (Unione Italiana Sport Popolari). E’ gestita con i proventi dell’autofinanziamento che i giocatori si sono imposti e il contributo di piccoli sponsor. I colori della squadra sono bianco e verde.
(5/93 – 1/98)

Andreoli Tiziano
sportivo, gareggia con i go-kart nella categoria 100 cc.
(1/99)

Antonioli Daniele
nato nel 1985, studente presso il Liceo Scientifico di Gavirate, come la sorella Elena appassionato di musica e di danza, ha iniziato lo studio della danza classica a cinque anni. Ha partecipato a numerosi spettacoli ed audizioni vincendo borse di studio presso prestigiosi enti lirici, tra i quali il Teatro Nuovo di Torino. Pratica oltre alla danza classica anche altri tipi come la danza jazz, modern jazz ed afro. Suona il pianoforte e la batteria.
(2/2001)

Antonioli Elena
nata nel 1975, appassionata di musica e della danza. Ha iniziato a ballare all’età di 4 anni seguendo corsi di danza classica sotto la guida di Ornella Costalonga, che fu prima ballerina solista del teatro alla Scala di Milano. Elena ha partecipato a diversi spettacoli esibendosi particolarmente in danze moderne. Ha conseguito anche il diploma al Conservatorio di pianoforte. Dotata di una bella voce, canta in un complesso di musica rock..
(5/94)

Antonioli Marco
artigiano, nato nel 1973, svolge l’attività di idraulico iniziata nel 1991 seguendo il lavoro del padre dal quale ha appreso le conoscenze necessarie alla professione. Dall’età di 11 anni gioca a pallacanestro e con la squadra di Angera ha partecipato a numerosi tornei, compreso il campionato nazionale cadetti.
(3/96)

Arioli Vittorio
nato nel 1912 a Besano, figlio di un maestro scultore di Viggiù con il quale ha lavorato per un certo periodo in Svizzera, prima di trasferirsi a Taino nel 1936. Appassionato di scultura, ha creato per il proprio giardino numerosi piccoli animali in cemento e targhe in marmo con incise scritte varie.
(2/97)

Arrigoni (salumificio)
alla fine del 1913 Gino Arrigoni e il cognato Ernesto Carettoni aprirono un’industria di salumi per il commercio all’ingrosso. Il salumificio operò a Taino per oltre cinquant’anni e qui Gino Arrigoni, che era nato nel 1887 a Zelo Surrigone si stabilì definitivamente sposando la tainese Angelica Berrini.
(1/97)

Asero Angelo
nato nel 1957, appassionato di atletica, partecipa ai campionati italiani categoria amatori. E’ stato terzo a livello nazionale nella corsa sugli 800 metri. Il suo esempio è seguito dai figli Elena, nata nel 1980 e Claudio, nato nel 1984, particolarmente dotato per l’atletica.
(5/97)

Ashdown Rossana
nata nel 1976, ha scelto il corso di laurea in Discipline dell’Arte, Musica e Spettacolo (DAMS) che dipende dalla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna.
(2/97)

Asilo Infantile “Scuola Materna Maria Serbelloni”
Istituito nel 1895 a seguito della donazione della nobile famiglia Serbelloni-Crivelli, è un Ente Morale a fine educativo-religioso gestito da un Consiglio di Amministrazione. Primo presidente fu il conte Giuseppe Crivelli. Inizialmente il personale educativo era laico, sostituito nel 1936 da personale religioso, prima appartenente all’ordine delle Suore Misericordine di S.Gerardo di Monza e dal 1967 dalle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. Nel 1995, presidente Maria Antonietta Fioramonti Molina, è stato festeggiato il centenario di fondazione con un convegno storico, a cui ha partecipato il prof. Francesco Ogliari, con la pubblicazione di un libro sulla storia dell’Asilo, con la dedicazione delle aule ai benefattori, con un pranzo sociale. I festeggiamenti si sono conclusi con un concerto eseguito dal coro Santa Maria del Monte di Varese. Attuale presidente è la signora Antonella Buga Salbego.
(1/95 – 5/95)

A.V.I.S (sezione Taino-Angera)
associazione donatori di sangue fondata nel 1963. Nel 1995 è stato festeggiatoto il 32° anno di attività celebrando il gemelaggio con i donatori di sangue di Viviers (Francia), cittadina con la quale è gemellata Angera.
(4/95)

Avrini Paolo
nato nel 1976, lavora con il padre nella falegnameria di famiglia. Appassionato di motocross, ha iniziato giovanissimo a partecipare a gare, classificandosi degnamente nei campionati provinciali e regionali.
(2/98)

Avrini Renato
di professione falegname, nato a Portogruaro (Ve) nel 1948, si è trasferito a Taino nel 1950. All’età di 11 anni ha iniziato a lavorare presso la falegnameria di Enrico Movalli come garzone, poi nell’impresa di Franco Mobiglia fino a mettersi in proprio nel 1972. E’ sposato con Anna Perin. Nel 1998 ha realizzato le nuove porte della Chiesa parrocchiale.
(5/98)

 


B

Bacilieri Graziella
nata nel 1936, all’età di 13 anni lasciò Taino con la famiglia e si trasferì in Francia dove tuttora vive con il marito e i figli. Il suo affetto per Taino, suo paese natale, è rimasto molto profondo, e ciò testimonia l’importanza che hanno per ogni individuo le radici e i legami con la propria comunità d’origine.
(5/97)

Ballarini Genoveffa
operaia al reparto caricamento della Polveriera, subì due infortuni. Il primo pochi giorni dopo la sua assunzione nel 1939. Un operaio causò un’esplosione nel premere la polvere nella tramoggia. L’uomo rimase ucciso, Genoveffa riportò ferite alla schiena. Il secondo incidente accadde tre anni dopo. La polvere esplose sul suo tavolo da lavoro ferendole gravemente le gambe e quasi tutto il corpo. Le ci volle un anno di cure per riprendersi dalla ferite.
(3/97)

Bachi da seta (Bigat)
fu un allevamento assai diffuso presso tutte le famiglie contadine tainesi. Il ricavato dei bozzoli fu per generazioni una preziosa integrazione al bilancio familiare. Erano in particolare le donne che si occupavano della cura e del nutrimento dei bachi che venivano stesi su tralicci e tenuti al caldo all’interno dei locali stessi di abitazione. I bachi erano nutriti con foglie di gelso e queste piante erano diffuse in tutto il territorio del paese. Alcune tradizioni erano legate all’allevamento dei bachi da seta, come attingere alla mezzanotte in punto del giorno di Natale l’acqua alla fonte del Zinesco. Questa acqua che si riteneva benedetta dalla nascita di Cristo, veniva spruzzata sulle pareti delle stanze dove si sarebbero poi allevati i bachi pronunciando le parole “tant acqua tant galet”. Per proteggere i semi dei bachi dalle malattie, le donne tainesi usavano recarsi in processione il 3 maggio al Monte della Croce. Altre tradizioni contadine erano i riti legati alla fienagione, alla mietitura, che obbligatoriamente doveva essere iniziata nel giorno di S.Giovanni, il 24 giugno, e alla scartocciatura del granoturco. “Sfuià al margun” era un’operazione che veniva svolta collettivamente come la vendemmia. Il vino ebbe una certa importanza tra i prodotti agricoli di Taino ed era rinomato come anche ricorda lo storico Cesare Cantù. I resti della pigiatura, le vinacce, erano portati alla Distilleria Rossi di Angera su carri trainati dai buoi che, provenienti da varie località della zona, usavano fermarsi, per abbeverare gli animali, alla fontana posta al bivio di Cheglio.
(6/94 – 1/95)

Banda
il primo complesso musicale bandistico tainese formato da strumenti a fiato ed a percussione nacque nel 1898 e per oltre 60 anni accompagnò tutte le manifestazioni civili e religiose del paese. Il periodo di maggior splendore fu dagli anni 1920 al 1940 perchè aveva buoni musicisti ed era sostenuta da tutto il paese. Maestro direttore fu per molti anni il dott. Recchia e successivamente il maestro Fornara. Vice maestro e capobanda fu Giovanni Ghiringhelli detto Tumel. La banda ebbe la propria sede prima in piazza S.Stefano e poi presso l’albergo Agnello. Presidenti dell’associazione bandistica furono Emilio Rigamonti e Stefano Berrini. Con il passare degli anni, cambiò il gusto musicale dei giovani e i suonatori, ormai avanti negli anni, non ebbero un ricambio. La banda si sciolse definitivamente nel 1970.
(6/96)

Band Brunetti Milena
appassionata d’arte, ha studiato alla Accademia di Brera presso la quale ha anche insegnato. Ha operato nel settore grafico e sviluppato una personale tecnica: utilizzando colla, gesso ed espanso in politilene realizza pannelli in rilievo con paesaggi e casette che ricordano i villaggi del sud Italia.
(4/94)

Barbielli Davide
nato nel 1976 è scomparso tragicamente in un incidente automobilistico nel 1998. Era appassionato di calcio e gli amici hanno voluto ricordarlo istituendo a suo nome un “torneo di calcio” che si svolge ogni anno presso il campo dell’Oratorio.
(6/98)

Basoli Giuseppe
cantante, noto come “Lello Tristano” fece parte del complesso musicale “I Comets” composto da cinque elementi che si esibì in locali importanti a Cortina d’Ampezzo, in Versilia, a Milano. Giuseppe suonava anche la chitarra e la fisarmonica a bocca. Incise alcuni dischi. La sua prima canzone “Mai prima d’ora” scritta da Beretta e Leoni, ebbe un buon successo negli anni ’60 del secolo scorso.
(1/97)

Baudo Pierino
nato nel 1913, di professione falegname, era originario di Sesto C., si trasferì a Taino dopo il suo matrimonio con Teresa Ghiringhelli. Appassionato di ciclismo, corse per il club Milani di Sesto C. per otto anni iniziando nel 1918. Gareggiò nella “Coppa Bernocchi”, gara di Km.180 a cui prese parte anche il grande Bartali che Pierino riuscì a superare conquistando il quarto posto, mentre Bartali fu sesto.
(6/96)

Bavo Arturo
scultore, nato a Pedesina (Sondrio) nel 1914, a 7 anni si trasferì con la famiglia a Sesto C. Abita a Taino dal 1950. Fin da ragazzo fu appassionato di scultura e inizio giovanissimo a lavorare la creta e a scolpire imitando le opere dei grandi. Ha realizzato le formelle della Via Crucis poste nella Chiesa parrocchiale di Taino. Tra i suoi lavori, che comprendono busti, bassorilievi e statue, particolarmente significativa la figura femminile in marmo che rappresenta simbolicamente l’Italia, realizzata per il cimitero italiano di Città del Capo dove riposano i resti dei soldati italiani morti in prigionia in sud Africa durante la seconda guerra mondiale.
(5/96)

Beltramini Carlo
fu il primo tainese che si recò a Lourdes come barelliere nel 1928 aderendo all’Unitalsi, una associazione nata all’inizio del 1900 per aiutare i malati a recarsi a Lourdes, di cui oggi è referente a Taino Mario Saggin. Nel 1979 fu organizzato dal parroco don Gianni De Bernardi un pellegrinaggio parrocchiale a Lourdes in occasione dell’anniversario dei 400 anni di fondazione della parrocchia di Taino. Nel 2000 per il Giubileo dell’Anno santo il parroco Don Fausto Cerotti ha promosso un ulteriore pellegrinaggio a Lourdes a cui hanno preso parte diversi tainesi.
(1/97 – 5/2000)

Beltramini Ernest
di origine tainese, agente della polizia di New York (USA) si è distinto per il suo attaccamento al dovere e ha perduto l’uso delle gambe a seguito di una lesione da arma da fuoco subita durante una sparatoria con dei criminali.
(3/98)

Beltramini Stefano
proprietario del garage nel centro del paese, per molti anni trasportò con la sua corriera, familiarmente denominata “la biga” i lavoratori provenienti dal Piemonte, dall’imbarcadero di Angera alla Polveriera di Taino. Fu anche un appassionato podista e partecipò a diverse gare.
(4/94)

Benzi Alessandro
nato nel 1971, appassionato di mountainbike, ha dimostrato un vero talento per questo sport. Ha iniziato a gareggiare nel 1992. E’ stato campione provinciale piemontese nel 1993 e campione regionale nel 1994. Si è classificato secondo nel campionato nazionale italiano del 1996. Nel 1998 ha partecipato a gare di professionisti.
(6/97)

Bernocchi
stabilimento tessile ubicato sulla strada provinciale che collega Taino con Angera, fu aperto nel 1896 da Alessandro Bernocchi, celebre industriale tessile di Legnano. Questo stabilimento diede lavoro per più di mezzo secolo a un gran numero di donne tainesi e direttore ne fu per molti anni il tainese Francesco Berrini.
(1/96)

Berrini Aldo
nato nel 1921, figlio di Riccardo e Amalia Berrini, si arruolò volontario nell’artiglieria alpina e fu inviato nell’agosto 1942 in Russia. Cadde sotto il fuoco nemico e fu dichiarato disperso.
(4/95)

Berrini Antonia
nata a Taino nel 1891. Conobbe e sposò un soldato cecoslovacco, di stanza a Taino al termine della prima guerra mondiale e con lui emigrò in Francia nel 1920. Tornò a Taino a trovare i genitori e le sorelle nel 1940 con i due figli più piccoli, Therèse e Joseph, mentre il marito e il figlio maggiore Henry rimasero a Parigi. Lo scoppio della seconda guerra mondiale e la chiusura delle frontiere le impedirono di ricongiungersi al resto della famiglia. Il marito, soldato nell’esercito francese, fu preso prigioniero ed internato in Germania. Il figlio maggiore, anch’egli arruolato, riuscì invece, dopo la resa del maresciallo Petain, a fuggire nella Francia libera. Al termine della guerra il marito di Antonia ritornò nel suo paese natale. Nel frattempo la Cecoslovacchia era stata occupata dei Russi e di lui non si ebbero più notizie, né la famiglia riuscì mai a sapere che fine avesse fatto.
(4/96)

Berrini Cesarina
nata nel 1848, fu consorella del SS.Rosario, sposò Pietro Pajetta detto Mucet. Morì a 90 anni, tranquillamente seduta sulla sedia mentre lavorava a maglia. La sua immagine ha ispirato quella della nonnina che racconta le favole nella rubrica “Dumin dei Piccoli”, pagina dedicata ai bambini ne “La Voce del Dumin”del 1997.
(1/97 – 1/99)

Berrini Emilia
nata a Taino nel 1866, era soprannominata “Bigiò” da una deformazione della parola francese “bijou” (gioiello) perché da bimba aveva folti e lunghi riccioli d’oro. Sposò Giuseppe Mobiglia ed ebbe quattro figli. Dopo la nascita del secondogenito, nel 1894 si recò a Firenze presso la famiglia Gilardini come balia del loro figlio Giulio. I Gilardini, ricca famiglia, oltre al salario le fornirono un completo guardaroba con vari capi di abbigliamento eleganti e ben cuciti tanto che, quando tornò a casa, sua figlia maggiore Carolina, colpita dall’eleganza degli abiti della madre, esclamò con grande rispetto “ghe rivà la me sciura”
(2/99)

Berrini Enrichetta
nata a Taino nel 1877, per 50 anni fu titolare del negozio di merceria sito in via Mazzini. Alla sua morte nel 1952 del “negozio della Richeta” si occupò la nipote Anna Tamburini che lo gestì per 30 anni con l’aiuto della nuora Luciana. Nel 1983 fu ceduto ad Anna Perin che nel 1995 trasferì il negozio in via Mosè Berrini, ritirandosi poi nel 2000 dall’attività.
(5/98)

Berrini Enrico
arruolato nel 1941 nel 1° Reggimento Alpini, fu inviato nel dicembre 1942 sul fronte russo a Rossoch. Il suo battaglione insieme a tutta la divisione Cunense del generale Battisti fu sacrificata per permettere la ritirata dell’esercito italiano. Di 200.000 uomini, 80.000 furono dichiarati dispersi, tra cui Enrico. Nel 1993, dopo 50 anni, la famiglia ricevette la comunicazione che Enrico, caduto prigioniero dei Russi, era deceduto il 23 febbraio 1943 nel campo di prigionia di Uciostoje.
(4/95)

Berrini Francesco
direttore dello stabilimento tessile Bernocchi, fu nominato commissario prefettizio nel 1923.
(5/97)

Berrini Francesco (Cechin de la Staziun)
capostazione di Taino, fu nominato commissario prefettizio nel 1935. Fece costruire il lavatoio di Cheglio e assunse il triste incarico di riconoscere i resti delle vittime dello scoppio in Polveriera del 1935 e provvedere alla loro sepoltura.
(5/97 – 3/99)

Berrini Franco
nato nel 1918, richiamato sotto le armi nel 1938 fu sergente maggiore degli Alpini di stanza a Bressanone. Dopo l’8 settembre 1943 fu inviato come prigioniero in Germania dove rimase fino al 1945. Di questa sua esperienza ha tenuto un dettagliato diario che rappresenta oggi una importante testimonianza storica .
(1/95 – 6/96)

Berrini Gianpaolo
nato ad Angera nel 1896, partì volontario nella prima guerra mondiale e cadde a Mesnjak il 25 agosto 1917. Fu insignito di numerose medaglie al valor militare. Le lettere che inviò dal fronte alla famiglia sono state raccolte in un volume.
(6/96 – 3/97)

Berrini Giovanni
emigrato in Argentina con la moglie Maria nei primi anni del 1900 come agricoltore ed allevatore. Ebbe 10 figli, e tutti si fermarono in Argentina. Battezzò il suo primo figlio maschio, che nacque dopo sette femmine, con il nome Garibaldi, in omaggio all’eroe dei due mondi e al suo paese d’origine.
(2/92)

Berrini Giovanni
nato nel 1914, figlio di Arturo, laureato in Giurisprudenza, fu inviato durante la seconda guerra mondiale sul fronte russo da cui non fece più ritorno. Lasciò la moglie, Angela Pavesi e la figlia Anna di pochi mesi.
(4/95 – 3/2000)

Berrini Giuseppe (Sentinela)
figlio di Carlo, fu compagno di Benito Mussolini in Svizzera con il quale condivideva gli ideali del socialismo a cui fu sempre fedele. Per le sue idee fu infatti tenuto sotto controllo dalla polizia in epoca fascista anche se non esercitava nessuna attività politica. Scrisse a Mussolini lamentando la cosa che gli rispose: “perchè non sei salito sul mio carro?”. Dopo di allora però venne lasciato in pace.
(5/97)

Berrini Laura
nata nel 1880, figlia di Enrico detto Micat e di Marietta Movalli , a 16 anni fu assunta come maestra assistente presso l’Asilo Infantile di Taino appena costituito. Molto pia e religiosa desiderava farsi suora, ma suo padre era assolutamente contrario e finchè visse le impedì di seguire la sua vocazione. Dopo la morte del padre prese i voti e divenne suor Maria Vincenza nell’ordine delle Orsoline nel 1907. Visse fino alla morte avvenuta nel 1958 presso l’istituto di Sesto Calende occupandosi prima dei bambini della scuola materna e successivamente insegnando calligrafia alle allieve della scuola commerciale.
(6/95)

Berrini Lina
nata nel 1886, figlia di Enrico detto Micat e di Marietta Movalli, sorella di Laura, fu tra le prime donne italiane a frequentare la scuola per infermiere professionali istituita dalla Croce Rossa. Come crocerossina prestò la propria opera durante la prima guerra mondiale soccorrendo i feriti negli ospedali da campo al fronte e per questo fu decorata con la medaglia d’oro della Crocerossa. Dedicò con amore e pazienza tutta la propria vita agli ammalati ed infermi.
(6/95)

Berrini Mosè
nato nel 1855, figlio di Giovanni, proprietario della locanda dell’Agnello, si laureò in ingegneria. Nel 1881 entrò in servizio nelle Ferrovie e percorse molto rapidamente le varie tappe della carriera dirigenziale, specializzandosi nella direzione dei lavori degli impianti fissi. Direttore compartimentale a Torino nel 1907, fu nominato nel 1911 vice direttore generale delle Ferrovie dello Stato e si trasferì a Roma. Terminò l’attività lavorativa nel 1920 col grado di direttore generale ad honorem. Aiutò numerosi tainesi ad essere assunti nelle Ferrovie dello Stato. Dall’inizio del 1900 al 1970 furono oltre centocinquanta i tainesi entrati a lavorare nelle Ferrovie. Mosè Berrini per la sua alta carica e per i risultati conseguiti con il suo lavoro ebbe numerosi riconoscimenti. Fu anche sindaco di Taino nel 1902 e nel 1910, e vice-podestà dal 1926 al 1928.
(2/95 – 5/97)

Berrini Simone
nato nel 1977, si è diplomato al Liceo Artistico di Varese. Il suo interesse in campo artistico è particolarmente indirizzato verso il fumetto. Amante della musica, ha dato vita ad un complessino musicale con gli amici Ermanno Boldi e Ramon Lorenzini.
(3/94)

Berrini Teresa
nata nel 1872, figlia di Carlo e Giuseppina Aliverti. A 16 anni sposò Ernesto Beltramini di 14 anni più anziano ed ebbe otto figli. Il marito, come la maggioranza degli uomini tainesi della fine 1800, lavorava stagionalmente in Svizzera come muratore. Per 8-10 mesi all’anno le donne tainesi restavano sole ad accudire ai figli, alla casa, agli animali, ai campi. Da sole affrontavano i problemi quotidiani, le malattie; da sole decidevano dell’educazione dei figli, dell’andamento della casa. Le responsabilità che derivavano da questa situazione resero le donne tainesi, in anticipo sui tempi, indipendenti ed in grado di assumere un ruolo di guida all’interno della famiglia al cui mantenimento contribuirono spesso anche con un lavoro esterno. Così fece Teresa che, nel periodo estivo, quando la nobile famiglia Serbelloni risiedeva nel palazzo, lavorava come guardarobiera per la duchessa, la quale, come dama di corte, aveva abiti eleganti e preziosi. Particolare attenzione doveva essere data agli abiti di gala che la duchessa indossava però una sola volta e poi passava alla nuora contessa Crivelli o al personale di servizio. Anche Teresa indossò così abiti che la sua condizione non le avrebbe mai permesso di possedere.
(6/95)

Berrini Tullio
nato nel 1921, ingegnere, discendente della famiglia dei Berrini dal Micat proprietari dell’Albergo Agnello. E’ stato sindaco di Taino dal 1975 al 1993.
(6/93)

Berti Camillo
nato nel 1954, ha trascorso all’età di 21 anni, un periodo di oltre un anno in un villaggio sperduto nella foresta del centro Africa come missionario laico presso i padri Comboniani. Un’esperienza questa che ha segnato la sua vita.
(5/97)

Bertoldo Roberto
allevatore, si occupa dal 1988 dell’azienda agricola di famiglia situata in via Milano. E’ praticamente l’ultimo allevatore di Taino. Possiede una sessantina di mucche che producono oltre 500 quintali di latte all’anno. Nel 1997 ha preso parte alle manifestazioni di protesta, organizzate dagli allevatori del nord Italia contro il sistema delle quote latte imposte dalla Comunità Europea.
(1/98)

Besana Ercolino
nato ad Arona nel 1932, ha sposato la tainese Isa Sculatti. E’ stato impiegato di banca. Appassionato d’arte, ha sempre dedicato il suo tempo libero alla pittura. Il suo soggetto preferito è la natura: paesaggi, nature morte e specialmente fiori che riproduce sulla tela con colori delicati. Collabora con “La Voce del Dumin” sul quale tiene la rubrica dedicata all’arte. In occasione del decennale di pubblicazione del giornale si è interessato vivamente all’organizzazione della manifestazione “L’Arte per l’Arte” finalizzata al restauro dell’antico mosaico di S.Stefano, coinvolgendo nell’iniziativa i suoi amici pittori.
(5/99)

Besozzi Carlo
nato nel 1817, maestro elementare per 35 anni a Taino e segretario comunale. Si occupò dell’amministrazione del paese anche come assessore, carica a cui fu eletto nel 1895. Uomo di principi schiettamente cattolici, fu un onesto servitore dello Stato. Morì nel 1902.
(2/97)

Besozzi Carolina
nata nel 1891, figlia di Pietro e di Amalia Berrini. Maestra elementare, insegnò a Taino come suo nonno Carlo. Fu assunta in servizio dal Consiglio comunale nel 1909 e le furono affidate le classi 2° e 3° femminile. Sposò Francesco Bielli, ufficiale di artiglieria ed ebbe due figlie.
(2/97)

Besozzi Pietro
figlio del maestro Carlo e padre di Carolina. Ragioniere presso la tesoreria di Brescia, nel 1910, collocato a riposo, fu insignito per meriti dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Fu anche cavaliere della Corona d’Italia. A Taino fu fabbriciere della Chiesa e membro del consiglio di amministrazione dell’Asilo Infantile.
(2/97)

Bianchi Mario
pittore, nato a Milano nel 1897, frequentò l’Accademia di Brera e negli anni giovanili lavorò come scenografo, poi divenne disegnatore per l’editoria d’arte. Parallelamente coltivò la passione per la pittura realizzando quadri per se stesso e gli amici. Amante della natura, gradiva molto Taino dove si trasferì a vivere intorno al 1970. Qui diede vita ad un laboratorio di arti figurative a cui parteciparono diversi tainesi. Raffigurò molti scorci caratteristici del paese riportati poi su vari calendari. A lui si devono le grandi raffigurazioni murali, eseguite con la collaborazione di allievi e di Adolfo Aldi, situate in piazza Patrioti e a Cheglio e la delicata Madonnina in via Mira d’Ercole. Oltre che per le sue doti artistiche Mario Bianchi, morto quasi novantenne, va ricordato per la sua simpatia, umanità e dolcezza.
(1/2000)

Bielli (famiglia)
è una tra le più antiche di Taino, già presente nel 1648. Il nome “biel” di origine longobarda indicava un’ascia. “Biel” era il dio della foresta Ercinia e i falegnami portavano ai suoi sacerdoti le loro asce da benedire. Vi è quindi un collegamento tra il cognome Bielli e il mestiere di falegname. Nel 1840 erano residenti a Taino 6 famiglie Bielli, nel 1901 ventisei, numero rimasto più o meno costante fino ad oggi.
(5/98)

Bielli Aldo
appassionato musicista, virtuoso della tromba, suonò prima nella banda di Taino poi nelle bande di Sesto C, Castelletto e Golasecca. Iniziò ragazzino a suonare, esercitandosi nella stalla per non dar fastidio e solo con grandi sacrifici riuscì a prendere lezioni di musica. Imparò quasi da solo a suonare la tromba, strumento nel quale divenne un vero virtuoso e che praticò con grande abilità per tutta la vita.
(6/96)

Bielli Alfredo
nato nel 1890, partecipò alla guerra di Libia da dove riportò il ricordo raccapricciante dei soldati italiani trucidati e seviziati nell’oasi di Sciara-Sciat. Nel 1915 fu richiamato e arruolato nella 5° brigata artiglieria di Montagna. Fu insignito della medaglia di bronzo al valor militare. Fu per molti anni fattore presso la cascina ai Ronchi. Sposò Margherita Alerta ed ebbe una figlia.
(4/97 – 5/98 )

Bielli Carlo
figlio di Giuseppe, emigrò in Francia dove lavorò come muratore per l’impresa del tainese Giuseppe Bielli, particolarmente impegnato, negli anni successivi alla prima guerra mondiale, nella ricostruzione delle cittadine francesi della regione della Marna distrutte nel conflitto. Sposò Carlotta Ghiringhelli ed ebbe tre figli, dei quali uno tuttora vive in Francia.
(5/98)

Bielli Carlo
figlio di Luigi e di Mariuccia Preti, affascinato dalla Thailandia, si è trasferito nel mese di luglio del 2000 a vivere nell’isola di Koh Samui, situata all’estremità occidentale del golfo del Siam, dove, insieme ad un amico, ha aperto un laboratorio di pasticceria.
(4/2000)

Bielli Carolina
nata nel 1897, figlia di Giuseppe, sposò Giuseppe Graglia detto Zipel ed ebbe un figlio. Morì a 25 anni.
(5/98)

Bielli Caterina (Suor Enrica)
nata a Cheglio nel 1906 da Enrico e Massimilia Bielli. Frequentò il corso per infermiere presso l’Ospedale Maggiore di Milano. Prese i voti religiosi nel 1930 entrando nell’ordine delle Suore di Maria Bambina. Per 30 anni operò presso il Brefotrofio di Viale Piceno a Milano, poi presso l’Ospedale Fatebenefratelli, quindi all’Ospedale di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e a Darfo (Brescia). Morì 1981 dopo 51 anni di vita religiosa.
(6/93)

Bielli/Del Torchio (corte)
è una delle più antiche corti di Taino, situata in quella che fu la “contrada Amalia” (ora via V.Veneto), già esisteva nel 1722. Originariamente la sua tipologia era quella della corte aperta con i caseggiati e le stalle che si estendevano su due lati congiunti a forma di lettera “elle” rovesciata. Con il tempo furono aggiunte nuove costruzioni. Il nome della corte deriva da quello delle due famiglie che qui hanno sempre vissuto. Negli archivi è registrato un grosso incendio che scoppiò nella corte nel febbraio 1906 a causa della caduta di una candela accesa in un deposito di paglia.
(5/98)

Bielli Enrico
figlio di Giuseppe, fece lo scalpellino. Emigrò in Svizzera con la famiglia. Sposò Massimilia Bielli ed ebbe 4 figli. Nel tempo libero suonava nella banda, con grande passione. Morì nel 1925 e la moglie e le figlie tornarono a Taino stabilendosi nella corte originaria della famiglia.
(5/98)

Bielli Ezio
nato nel 1927 a Taino e cresciuto a Laveno, fu il primo tainese ad esordire come portiere nel campionato di calcio di serie A. Iniziò a praticare il calcio giovanissimo e a 23 anni, dopo aver militato in serie C con il Besozzo, nel Verbania e nel Laveno, approdò al Como. Con questa squadra esordì in serie A allo stadio comunale di Firenze contro la Fiorentina nel campionato 1949/50. Giocò poi in Svizzera con il Locarno dal 1954 al 1963. Concluse la propria carriera disputando un campionato di Promozione nelle file dell’Euratom Besozzo nel 1963/64.
(1/94)

Bielli Francesco
figlio di Virgilio, militare di carriera, raggiunse il grado di colonello di artiglieria. Fu sindaco di Taino dal 1948 al 1953, incarico che venne poi assunto da Dino Montesi fino al 1965.
(3/96)

Bielli Gallanti Carla
fu maestra dell’Asilo infantile “Maria Serbelloni” fino al 1936.
(3/99)

Bielli Gianluigi
nato a Taino nel 1941, artigiano, sposato con tre figli, è stato eletto nel 1999 Sindaco di Taino con 1079 voti di preferenza (54,03%).
(4/99)

Bielli Giuseppe
nato nel 1879, figlio di Giovanni e di Angela Del Grande di Ispra. Emigrò bambino coi genitori in Argentina. A 15 anni, lasciò i genitori, e ritornò in Italia. A Milano lavorò come cameriere e frequentò le scuole serali per capomastro. Si trasferì in Svizzera dove conobbe e sposò Antonietta Barrera dalla quale ebbe dieci figli. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu costretto a rientrare con la famiglia a Taino. La sua grande intraprendenza lo portò nel 1922 a trasferirsi a Monthois nelle Ardenne in Francia dove diede vita ad un’impresa edile impegnata nella ricostruzione di quei luoghi duramente colpiti dalla guerra. Nella sua impresa trovarono lavoro numerosi tainesi. Sempre alla ricerca di nuove possibilità di lavoro, si trasferì nel 1927 nel sud della Francia dove, insieme al tainese Carlo Mira d’Ercole (Carlin da la vigna) aprì una fabbrica di piastrelle. Appassionato di teatro fondò una filodrammatica con le maestranze italiane che recitarono con successo a Cannes. Negli anni intorno al 1930 fu attivo costruttore di nuovi centri turistici in Marocco. Nel 1938 tornò in Argentina, il paese dove aveva trascorso parte dell’infanzia e lì morì a 61 anni nel 1940, dopo una vita estremamente attiva e laboriosa.
(4/93)

Bielli Giuseppe
nato nel 1899, figlio di Domenico e Luigia Mira Catò. Chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale a 17 anni , con i “ragazzi del ‘99”, fu inviato in Tripolitania nel 6° reggimento Genio Ferrovieri. Continuò ad operare nelle Ferrovie anche al termine della guerra fino ad assumere l’incarico di capostazione alla stazione centrale di Milano.
(2/95)

Bielli Giuseppe
nato nel 1840, noto come “Pa’ Pin”, contadino, sposò Maria Mira Catò ed ebbe sei figli, visse alla “corte dei Bielli”.
(5/98)

Bielli Luigi
fratello di Francesco, nato nel 1886. Corrispondente del giornale “Il Resegone” di Lecco, si occupò della vita pubblica come consigliere comunale, assessore supplente e presidente della Congregazione di carità. Cattolico e legato alla Chiesa, fu spesso in urto con la giunta laica e socialista dei suoi tempi, alla quale non risparmiò le sue critiche per i ritardi nell’esecuzione delle opere pubbliche o per le scelte effettuate. Si oppose anche, in nome della moralità pubblica, ai frequenti balli che si tenevano al circolo agricolo chegliese e in quello vinicolo. Sposò Ambrogina Ponti ed ebbe due figli.
(1/97)

Bielli Luigi
nato nel 1920, figlio di Giovanni e di Maria Monteggia è caduto a Rowenki in Russia il 20 dicembre 1942. Fu il più giovane dei soldati tainesi caduti durante la 2° guerra mondiale.
Le sue spoglie sono tornate a casa dopo 55 anni, il 22 marzo 1997.
(4/95 – 3/97 – 4/99)

Bielli Maffini Elisa
nata nel 1999 è deceduta nel 2000. E’ stata la terza tainese ha raggiungere i cento anni di età. Prima di lei, le uniche centenarie sono state Maria Monti, nata nel 1879 e Luigina Mira, nata nel 1895 e deceduta nel 1997.
(6/99)

Bielli Marina
nata nel 1970, è vigile urbano presso il comune di Mercallo. Cintura blu di judo, ha conquistato il secondo posto nella gara internazionale europea di judo del 1986. Dotata di capacità artistiche, ha seguito i corsi del pittore De Boni. Collabora con “La Voce del Dumin” sul quale ha pubblicato numerosi disegni e storie a fumetti.
(5/96)

Bielli Massimilia
nata nel 1885, figlia di Giuseppe iniziò giovanissima a lavorare come operaia presso il setificio A.Gibert poi presso il cotonificio Bernocchi. Sposò Enrico Bielli, di professione scalpellino con il quale emigrò in Svizzera nel 1907. Nel 1917 tornò a Taino con le figlie, Ines, Maria e Giuseppina che aveva allora sei mesi. L’ing. Angelo Paietta di Angera era rimasto vedovo con un figlio di otto mesi e affidò a Massimilia il suo piccolo Rino che visse presso la famiglia Bielli fino all’età di sei anni, affezionatissimo alla sua balia che chiamava mamma e alla sorella di latte Giuseppina.
(6/95)

Bielli Piera
nata nel 1928, figlia di Francesco e Carolina Besozzi. Maestra elementare, insegnò per 40 anni a Taino. Dedicò completamente la sua vita all’insegnamento. E’ deceduta nel 1988.
(2/97)

Bielli Roberto (Bielin)
nato nel 1903 a Milano, figlio di Giocchino, detto Uchim degli Uchim di Cheglio e di Teresa Signorelli. Caporeparto presso l’Alfa Romeo di Arese nel 1943 fu arrestato per sabotaggio con altri colleghi dai tedeschi ed internato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove, ridotto allo stremo, ammalato ed impossibilitato a lavorare, fu inviato alla camera a gas il 27 febbraio 1945. A Roberto è stata conferita la medaglia d’oro alla resistenza passiva e una targa in suo ricordo è stata offerta alla figlia e alla nipote dall’ANPI di Taino nel 1995 in occasione della commemorazione dei 50 anni della fine della guerra.
(6/94 – 4/99)

Binda Mariuccia (Suor Debora)
nata nel 1907 da Giovanni e da Ersilia Cogliati, prese i voti religiosi nel 1930 entrando nell’ordine delle Suore di Maria Bambina. Si dedicò all’insegnamento, prima presso le scuole elementari di Olginate (Como) e successivamente presso le scuole materne di Cadorago e Rovellasca (Como). Trascorse gli ultimi anni di vita a Robbiano (Milano) nella residenza delle suore anziane.
(6/93)

Boari Archimede
pittore dilettante, originario di una famiglia contadina cremonese, nacque nei primi del 1900. Sposò la tainese Giuseppina Villa ed ebbe due figli. Arruolato nell’Arma dei Carabinieri fu di stanza in varie località ed ebbe modo di rendersi conto dei problemi della popolazione, particolarmente del sud d’Italia. Di questa sua esperienza rimane traccia nei suoi dipinti. All’Accademia di Brera studiò i capolavori del Sei-Settecento che lo affascinarono e ne influenzarono la produzione artistica che per lungo tempo si realizzò nella ripresa di soggetti mitologico-religiosi o pastorali. Sensibile agli atti di generosità e sacrificio di cui l’uomo, nonostante tutto, si mostra capace, ne ha lasciato testimonianza in varie opere che figurano presso gli ospedali di Angera e Gallarate e presso la caserma di Carabinieri di Angera, nella Chiesa parrocchiale e nel Palazzo comunale di Taino. Le sue furono opere descrittive, di semplice impatto. In contrasto con la drammaticità di alcuni soggetti, ma in armonia con il candore dei suoi sentimenti, si nota la limpidezza dei cieli tersi che invita ad una visione ottimistica del futuro da parte di questo pittore essenzialmente “naif”.
(5/2000)

Boca Alfonso
nel 1944 aveva 17 anni, partigiano fu catturato ferito dai tedeschi dopo la battaglia di Massino.
Dopo una prigionia durata sei mesi, fu scelto insieme ad altri 5 uomini per essere fucilato per rappresaglia. Condotto a Castelletto Ticino sul piazzale vicino al ponte delle barche, fu fatto sedere come altri prigionieri e 20 ostaggi su delle sedie con le braccia legate agli schienali. Una gran folla era stata riunita per assistere al massacro. Nell’attimo stesso in cui i soldati tedeschi spararono, la sedia di Alfonso venne fatta cadere. Lui solo fra tutti fu risparmiato per la sua giovane età.
(5/97)

Bogni Maria
originaria di Sesto C. fu maestra presso il setificio A.Gibert & C. Nel 1902 sposò Giacomo Butti ed ebbe sei figli. Nel 1925 insieme al marito diede vita all’impresa tessile “Ritorcitura Butti”. Molto religiosa, nonostante gli impegni di lavoro e la cura della famiglia, trovò il tempo di occuparsi dell’assistenza alle persone bisognose. Fece parte per molti anni della S.Vincenzo insieme a Maria Berrini dal Micat e a Maria Molina dal Mucet. Queste tre signore amichevolmente soprannominate le Tre Marie, aiutarono molte persone in difficoltà.
(1/92 – 3/95)

Boldi Ermanno
nato nel 1975, appassionato di musica, ha costituito nel 1991 con Simone Berrini e Ramon Lorenzini un complesso musicale che presenta anche composizioni originali da loro create intese ad esprimere una protesta contro ogni forma di violenza
(3/95 – 6/96)

Boldi Valentina
nata nel 1975, appassionata di musica, suona il sassofono soprano nella banda di Sesto C.
(6/96)
Bonenti Innocenzo
medico condotto a Taino dal 1914 al 1943 e direttore/proprietario della casa di cura “Villa Emma”, ora trasformata in residenza a più appartamenti. Il dott. Bonenti era originario di Romagnano Sesia e fu anche per molti anni medico alla Polveriera.
(1/97)

Bonenti Teodoro
medico condotto a Taino dal 1945 al 1985 e presidente della scuola materna “Maria Serbelloni” dal 1985 fino alla sua morte avvenuta nel 1995. Con il suo carattere allegro e la sua grande disponibilità verso tutti è rimasto una delle figure più care ai tainesi. A suo nome è intitolata una via del paese.
(4/94)

Borra Guido
presidente della sezione tainese dell’A.N.P.I. Nel 1944 si unì alle forze della Resistenza, salì in Valle Strona e raggiunse il gruppo partigiano Beltrami.
(5/97)

Boschi
Si estendono per circa 3.700.000 mq. sul territorio di Taino e rappresentano un patrimonio fondamentale. La specie arborea più diffusa è il castagno, poi il pino e le grandi querce. La robinia si incontra con maggior frequenza nelle zone basse. La betulla non è molto comune, ma esistono esemplari di notevoli dimensioni. Nelle zone più ricche d’acqua crescono il ciliegio selvatico, il biancospino, il pallone di neve e il sambuco. Pioppi, ontani e noccioli completano la varietà delle specie arboree.
(2/2000)

Brivio Giuseppe (don)
parroco di Taino dal 1945 al 1972. Nacque a Montevecchia (Co) il 7 ottobre 1900. Ordinato sacerdote nel 1923 fu coadiutore presso la parrocchia di Briosco per 12 anni e poi parroco di Taino fino al 1972, anno in cui si ritirò presso la casa di riposo S.Giuseppe di Viggiù, dove morì il 16 marzo 1990. Uomo semplice, visse con grande convinzione e umiltà la propria fede religiosa. Poco interessato alle cose materiali, nulla mai chiese per sé e ben poco anche per le necessità della Chiesa. Usava un linguaggio schietto e duro, non fu uomo di compromessi. Fu severo e impetuoso nelle sue prediche domenicali, ma generoso e semplice nei rapporti privati. Fu sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Affrontò con grande difficoltà i cambiamenti dei tempi e tentò di opporsi con tutte le sue forze al diffondersi di una società atea e consumistica.
(2/92 – 1/96 – 5/2000)

Brotto Carlo
originario di Cadrezzate, abita a Cheglio dal 1990 a seguito del suo matrimonio con la tainese Paola Vernetti. Orafo di professione, si dedica, nel tempo libero, con passione e bravura all’arte del cesello a sbalzo, creando quadri con vari soggetti, dalle figure, ai paesaggi e ai fiori.
(6/98)

Brovelli Alessandra
nata nel 1964, appassionata di teatro, si è esibita con successo nell’Edipo Re di Sofocle e nelle Troiane di Euripide. Ha partecipato al Recital di Natale del 1999.
(4/94 – 1/2000))

Brovelli Luca
nato nel 1985, frequenta l’ITIS di Sesto Calende. Appassionato di sport, dopo aver giocato a pallone nella Società Sestese Calcio, nella primavera del 2000 ha iniziato ad allenarsi presso la Società Canottieri De Bastiani di Angera, conseguendo immediatamente dei risultati sorprendenti: ha vinto, insieme al compagno Andrea Zardoni e alla timoniera Sara Vesco, la medaglia d’oro nel campionato italiano assoluto di canottaggio a sedile fisso. La gara a cui hanno partecipato otto equipaggi è stata disputata il 9 e 10 settembre 2000 sulle acque del lago di Corgeno.
(2/2001)

Brovelli Rosa
nata a Taino nel 1905. Fu l’ultima vittima caduta in Polveriera a seguito dello scoppio degli inneschi che stava esaminando il 28 marzo 1946. Ricoverata in ospedale in fin di vita, morì il giorno seguente.
(1/98)

Bruschera Giancarlo
giovane tainese appassionato di calcio, ha perso la vita durante gli incidenti avvenuti nello stadio di Heysel in Belgio il 29 maggio 1985. In sua memoria è stato istituito un torneo di calcio che si svolge annualmente a Taino.
(2/95)

Buschini Federico
lavoratore in Polveriera, lasciò Taino nel 1956 e con la moglie Luigia Ghiringhelli e il figlio diciasettenne
Norberto si trasferì in Francia, a Orgelet, nella regione del Jura dove già vivevano i suoi cugini Mira d’Ercole di Monzeglio lì emigrati nei primi anni del 1900. In Francia visse per diversi anni lavorando come muratore. Il figlio, sposato con una francese, risiede tuttora nella stessa zona, nella città di Lons Le Saunier.
(6/2000)

Butti Franco
figlio di Giacomo, è stato direttore e proprietario della Ritorcitura Butti e Sindaco di Taino per 10 anni, dal 1965 al 1975.
(3/99)

Butti Giacomo
nato a Visino in Brianza, fu direttore del setificio A.Gibert & C a partire dal 1904. Proveniva da una famiglia che si occupava da generazioni della lavorazione della seta. Sposò nel 1902 Maria Bogni di Sesto C. che fu maestra delle operaie del filatoio ed insieme aprirono nel 1925 uno stabilimento per la lavorazione del filato di cotone, attività continuata poi dai figli Paolo e Franco. La ritorcitura Butti ha operato a Taino per quasi 75 anni. E’ stata chiusa nel 1999 dopo la morte di Franco Butti.
(3/95)


C

Caccia (riserva)
La caccia fu uno sport molto seguito in passato dai tainesi. Gli appassionati crearono nel 1947 una riserva di caccia consorziale che fu attiva fino al 1975. Tra i soci fondatori vi fu Virgilio Bielli (Firel), Ambrogio Ghiringhelli (Brusin), Giuseppe Ghiringhelli, Carlo Mobiglia (Giovin), Giuseppe Berrini, Nino Berrini, i fratelli Tonella, Carletto Caielli e Fiorino Ponti che fu il primo presidente. Iscritti erano una ottantina di cacciatori. La riserva consentì un controllo del territorio; la presenza dei guardiacaccia limitò l’azione dei bracconieri e le uccisioni indiscriminate della selvaggina. In uno chalet nei pressi dell’attuale campo sportivo fu alloggiato un guardiacaccia e nei terreni attorno furono sistemate reti e gabbie per allevare o acclimatare lepri, fagiani e starne che servivano al ripopolamento. I fagiani non esistevano nei boschi di Taino, furono i cacciatori ad introdurli ed il primo venne catturato nei pressi della Polveriera circa 50 anni fa. Una volta cessata la riserva, venne istituita una zona-rifugio autogestita direttamente dai cacciatori, promossa nel 1985 da Gianluigi Bielli e Mino Sartorio.
Attualmente sono in vigore gli “ambiti territoriali di caccia” che legano il cacciatore alla propria zona di residenza, coinvolgendolo e responsabilizzandolo nella conservazione della fauna e dell’ambiente. Presidente della sezione tainese della Federcaccia è Claudio Magagna.
(3/96)

Campane
nel 1943 per disposizione dell’ente governativo Distribuzione Rottami, vennero prelevate dal Campanile di Taino due campane per essere fuse e riutilizzare il materiale ferroso per la produzione bellica. Nel pomeriggio del 20 febbraio 1943 vennero calate dal campanile il campanone e la quarta campana, quest’ultima, giunta all’altezza del quadrante orientale dell’orologio, per rottura della corda, precipitò sul tetto della Cappella di S.Giuseppe.
Il 1 marzo, le due campane requisite furono prelevate dalla ditta Bianchi & figlio di Varese e trasferite in fonderia. Terminata la guerra, il 21 novembre 1949 i responsabili della Fabbriceria ordinarono alla ditta Ottolina Luigi di Seregno due campane e il loro riccollocamento sul campanile che avvenne nel 1950. Le campane erano state acquistate grazie ad una sottoscrizione pubblica. Il 9 aprile 1950, i tainesi poterono riascoltare il concerto delle campane secondo la consistenza voluta nel 1851. Nell’agosto del 1977 entrò in funzione il sistema elettronico delle campane con impianto installato dalla ditta Confalonieri di Seregno. Con questo sistema scomparve la plurisecolare figura del campanaro, ultimi dei quali sono stati Carlo Pecchio, poi Severino Boldi che, dopo 12 anni, nel 1965 lasciò l’incarico al padre, Mario Boldi, il quale mantenne la mansione di sagrestano fino alle soglie del 1980.
(3/91 – 6/92 – 6/97)

Campanile
del XVI secolo, posto a settentrione, a forma quadrata, alto circa mt.20,82. Probabilmente era sorto sui resti di un torrione già facente parte di un sistema di fortificazioni e comunicazione, risalente forse all’epoca dell’impero romano. Nella sua forma originale, ascrivibile all’XI secolo, ma di difficile riscontro per gli estesi rimaneggiamenti operati nel tempo, poteva essere considerato una ripetizione del bel campanile di S.Pietro in Gemonio del X secolo e capostipite di una tipologia di campanili di ispirazione “comasca”.
(2/93)

Ca’Nova (cascina)
antica cascina situata in fondo a via Sist, nei pressi della strada provinciale per Lisanza.
Originariamente di proprietà dei Serbelloni, vi abitarono e lavorarono per generazioni diverse famiglie di nome Bielli, cognome tra i più diffusi e antichi di Taino. La presenza dei Bielli a Taino risale al XVII secolo. Un tale Giovan Iaccomo Bielli, di anni 28, affittuario del conte Giovanni Serbelloni è segnalato per la prima volta nello stato delle anime del 1637. Quando i Serbelloni, all’inizio del 1900, vendettero le loro proprietà, questa cascina fu acquistata da tre famiglie Bielli, quella di Angelo, detto Bianc, di Carlo e di Angelo, detto Giulin, che già lì risiedevano come affittuari e i loro discendenti continuarono a viverci fino alla seconda metà degli anni ’60 del secolo scorso.
(4/97)

Caramella Lucina
studiosa di storia locale, ha coordinato il progetto “Un monumento da adottare” che ha visto coinvolti oltre 2500 alunni delle scuole dei distretti di Sesto C. e Gallarate. Gli studenti, guidati da Lucina Caramella, hanno catalogato e descritto in numerose pubblicazioni cartacee o informatiche tutti i principali monumenti presenti nei Comuni delle varie scuole aderenti al progetto. Gli alunni della Scuola Elementare di Taino hanno prodotto un pieghevole illustrato sull’Oratorio di San Damiano e sui reperti di epoca romana e tardo medioevale presenti nel territorio del Comune. Nel 2000 ha curato per Federcaccia Varese il libro “Sulle orme di Diana nel Varesotto”, nel quale è tracciata la storia della caccia dei vari paesi della provincia di Varese, incluso Taino.
(3/99 – 1/2001)

Carnevali Laura
nata nel 1967, appassionata di teatro, ha fatto parte della compagnia filodrammatica Teatro Insieme, diretta da Stefano Cicuto e che ha dato a Taino diverse rappresentazioni. Ha partecipato al recital di Natale del 1999.
(4/94 – 1/2000)

Carosella Gaia
nata nel 1975, ha frequentato il corso di laurea di disegno industriale presso la facoltà di Architettura di Milano. E’ stata l’autrice dei disegni ispirati alla favola del “Piccolo Principe” presentati in occasione della manifestazione “Taino incontra la Francia” del 17 settembre 2000
(2/97 – 6/2000)

Carosella Michele
nato nel 1976, perito chimico, ha passione per la musica e la letteratura, ama soprattutto i classici ed i libri gialli. Nel 2000 ha pubblicato il suo primo libro “Fatto di sangue” presso la casa editrice L’Autore Libri Firenze. E’ un racconto giallo narrato in prima persona dal protagonista. L’attenzione dell’autore si concentra sulla delicata e strana personalità del protagonista. Singolare lo stile, frutto di una ricerca linguistica faticosa.
(1/2001)

Carosella Thomas
nato nel 1974, si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università statale di Milano.
(4/97)

Carraro Giovanni
abita a Taino con la moglie Biancarosa Bianchi dal 1997. E’ stato dipendente della società Gondrand per la quale si è occupato di trasporti speciali. Una volta in pensione ha scelto di vivere a Taino, paese che apprezza per la sua bellezza naturale e per la cordialità della gente. Affezionatosi al paese ha deciso di occuparsene in prima persona assumendo l’incarico di presiedere l’associazione VTS (volontari per Taino sicura) nata nel 1999 con lo scopo di svolgere un’azione di controllo del territorio comunale e, in caso di necessità, informare le forze dell’ordine.
(6/99)

Casa Rosa
centro di ritrovo per anziani situato in piazza Patrioti
(4/96)

Cascina Elvira
è situata all’inizio di via Como su un terreno originariamente di proprietà della duchessa Maria Crivelli Serbelloni, la quale nel 1874 lo offrì al Comune per costruire un nuovo cimitero nel quale era sua intenzione far erigere una cappella mortuaria per la sua famiglia. Questo progetto non venne attuato e il terreno fu acquistato nel 1912 da Giovanni Ghiringhelli, detto pa’ Giuan dal Bisoec che vi costruì la cascina per se, la moglie Elvira Eleni, da cui prese il nome, e i suoi sei figli. Alcuni suoi discendenti ancora abitano la cascina modernizzata e riadattata alle esigenze abitative di oggi.
(2/94)

Cascina Matilde
situata in località Ronchi, ai piedi del monte della Croce, è una tra le più antiche cascine di Taino e l’unica che ha continuato ad essere operativa, mantenendo la sua originaria struttura “a corte” fino al 1990. La sua presenza è segnalata in un atto di rilievo dei beni di proprietà del conte Giuseppe Serbelloni datato 1 maggio 1847. Dai documenti d’archivio risulta che nel 1880 i coloni di questa cascina erano Giovanni e Marco Giovanella. All’inizio del 1900 la cascina fu acquistata dall’ing.Carlo Berrini i cui eredi sono tuttora i proprietari e vi abitano. Nel 1916 fu segnalata la presenza nel cortile della cascina di un sarcofago romano in serizzo, privo di coperchio ed utilizzato come abbeveratorio. L’iscrizione latina, tuttora leggibile, identifica in Cajo Geminio Terete il proprietario del sarcofago. Per molti anni si occupò dell’andamento della cascina, che ospitava numerosi animali, il fattore Alfredo Bielli che qui visse con la moglie e la figlia. In seguito vi abitarono le famiglie Gumier, proveniente da Quinto di Treviso, Giraldo, originaria di Coresolla (PD), Vavassori di Soncino (CR), Perdoncin, provenienti da Dueville nel Veneto. Infine l’ultima famiglia di agricoltori che ospitò la cascina Matilde fu quella di Silvano e Michela Meneghini.
(1/95)

Castagno (Castanea Sativa)
albero caratteristico dei nostri boschi che rappresenta, insieme al pino silvestre, la specie più diffusa. Il suo nome si suppone derivi da Kastanis, città del Ponto, regione dell’Asia minore compresa tra l’Armenia, Cappadocia e Galazia, dove a detta del naturalista romano Plinio, era particolarmente abbondante. Fu usato per secoli dai contadini tainesi come legna da ardere e da costruzione e per la notevole resistenza agli agenti atmosferici, grazie alla presenza del tannino, dal castagno venivano ricavati pali per la vite e cerchi da botte. Anche le radici e la corteccia venivano utilizzate. Pianta longeva, può raggiungere altezze di 30/35 metri. Un maestoso e vecchio esemplare di questa specie si può ammirare nei boschi del Campaccio. I suoi frutti, ricchi di amidi e di zuccheri, nutrienti e facilmente digeribili, sono stati un alimento fondamentale nella cucina contadina.
(6/96 – 5/98)

Cattaneo Alberto
nato nel 1947, costruttore, abita in via Sondrio nella casa che fu costruita all’inizio del 1900 da suo nonno su progetto di un architetto svizzero in stile liberty per la famiglia di Carlo ed Elvira Paietta.
La casa, oggi completamente ristrutturata, si innalza su tre piani e termina con una torretta. L’interno è caratterizzato dalla presenza di una scala in legno di castagno illuminata da ampie vetrate.
(5/99)

Cattaneo Attilio
nato nel 1898, figlio di Giovanni e di Maria Ponti. Emigrato a Parigi nel 1920. Lavorò nel campo edilizio. Rimase sempre affezionato al proprio paese d’origine dove fu solito trascorrere con la famiglia le vacanze. Anche l’unica figlia Anne Marie ha continuato a tener vivo il legame con Taino e nella vecchia casa di famiglia vive ora la pronipote di Giovanni, Florence con il marito ed i figli.
(6/97)

Cattaneo Giuseppe
originario di Cesano Bergamasco, fu capostazione di Taino negli anni 1960-70, periodo in cui la linea Novara-Pino ebbe le punte più alte di traffico, con una media giornaliera di 781 carri.
(2/95)

Ceci Elena
nata nel 1973, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha un grande interesse per la pittura ed altre forme di arte. Ha esposto i suoi lavori in diverse gallerie e mostre ottenendo buoni riconoscimenti. La sua pittura tende a raffigurare i sentimenti umani più profondi, in particolare il dolore che Elena sente come condanna dell’uomo, creatura fragile e mortale. Attualmente lavora col famoso pittore Baj. Elena si esprime anche attraverso la musica e la poesia. Alcuni suoi versi sono stati pubblicati su La Voce del Dumin.
(3/94 – 4/94 – 4/98)

Ceresa Federica
nata nel 1980, studentessa universitaria, ha trascorso al termine del terzo anno di scuola media superiore, tre mesi in Canadà presso una famiglia del luogo che aveva aderito ad Intercultura, un movimento di volontariato internazionale che realizza scambi di giovani in molti paesi del mondo con lo scopo di aiutare le nuove generazioni a conoscere e rispettare le differenti culture. A sua volta, l’anno successivo, la famiglia di Federica ha ospitato una ragazza canadese.
(1/97)

Ceriotti Fausto (don)
parroco di Taino dal 1 ottobre 1995. Nato a Busto Arsizio l’11 dicembre 1951. E’ vissuto a Bienate (Va) con i genitori, ora defunti, e tre sorelle. Consacrato sacerdote a Milano il 10 giugno 1978, è stato per 17 anni Vicario Parrocchiale (coadiutore) a Vanzago (Va), cittadina di 4.300 abitanti, occupandosi particolarmente dei giovani dell’Oratorio. Il 12 novembre 1995 si è svolta la solenne festa d’ingresso di don Fausto quale nuovo parroco di Taino accolto calorosamente dalle autorità civili e dalla Comunità cristiana.
(5/95 – 6/95)

Cheglio (frazione di Taino)
La località di Cheglio si affaccia sulla conca percorsa dal torrente Vepra e fu abitata fin dall’età neolitica come testimoniano alcuni reperti litici e i segni di due fondi di capanne preistoriche individuati in zona “Muschin”. Fu un centro agricolo in epoca romana dotato con molta probabilità di una sua necropoli visto il ritrovamento di alcuni sarcofaghi in serizzo in località San Damiano. Nel Medioevo fu parte della Pieve di Angera, feudo degli Arcivescovi di Milano, poi dei Visconti e dei Borromeo. I maggiori proprietari terrieri di Cheglio furono per oltre due secoli le congregazioni religiose, principalmente il Monastero delle Monache di Santa Teresa di Angera e quello delle Madri della Beata Vergine della Visitazione di Arona. Con la riorganizzazione degli ordini monastici, compiuta prima dal governo austriaco e poi da quello napoleonico alla fine del XVIII secolo, le proprietà ecclesiastiche furono acquisite per la maggior parte dalle famiglie angeresi Castiglione e Paletta che poi cedettero tutte le loro proprietà a partire dal 1920. Cheglio fu comune autonomo fino al 1822. Del suo nome si ha notizia per la prima volta nel 1299 con la grafia “Kellio” che alcuni studiosi di toponomastica ritengono derivi da un nome indicante “cavità” come Cuvio e Cuveglio. Tradizione chegliese è la festa di San Giovanni, patrono della comunità che viene festeggiato ogni anno il 24 giugno.
(1/96)

Chiesa Aldi Antonella
collezionista di monili di vario genere raffiguranti civette di cui possiede oltre 400 esemplari provenienti da tutto il mondo. E’ noto che fin dall’antichità la civetta fosse un animale di buon auspicio: già in Grecia e nella Roma antica se ne riscontrarono testimonianze, come in Inghilterra dove gufi e civette sono animali molto comuni.
(1/98)

Cimitero
creato nel 1787 nello stesso luogo ove è oggi, sulla strada verso Angera. La sua ubicazione fu più di una volta causa di discussione in paese. Nel 1888 la duchessa Maria Serbelloni intendeva donare un suo appezzamento situato dove fu poi costruita la cascina Elvira, in via Como, da utilizzare quale nuovo cimitero e costruirvi una sua cappella di famiglia. Il progetto non ebbe seguito. Nuovamente nel 1907 il sindaco Mosè Berrini tentò di spostare il cimitero perchè piccolo e troppo vicino all’abitato sulla strada per Lentate, vicino alla cappelletta alla Madonnina, ma il dissenso fu generale e i capifamiglia raccolsero numerose firme in opposizione a questo progetto. Messa da parte ogni idea di spostamento per la resistenza della popolazione nel 1912 furono effettuati i primi lavori di ampliamento sotto la cura del capomastro Pasquale Gallanti.
(94-1/97)

Cocconi Pittaluga Mercedes
appassionata di pittura è passata dalla pittura su stoffa a quella a olio su tela. Partecipa al Laboratorio di Arti Figurative organizzato dal pittore De Boni a Sesto C. e, sotto la guida del maestro, ha perfezionato la sua tecnica . Nei suoi dipinti tratta principalmente panorami e vedute della nostra zona immersi in una atmosfera serena con colori dai toni dolci e delicati.
(3/99)

Cogliati Pietro
nato a Taino nel 1875, di professione calzolaio, ebbe il suo negozio laboratorio in via Fabio Filzi. Negli 1920 con la moglie Angela Berrini e il figlio Silvio si trasferì a Milano dove aprì una calzoleria in via Paolo Sarpi, specializzato nella fabbricazione di scarpe “su misura”.
(4/99)

Cogliati Silvio
nato a nel 1908, figlio di Pietro, fu una figura significativa per il paese del quale si occupò, come assessore anziano, per circa 20 anni. Sposato con Bianca Villa, ebbe quattro figli, di cui due morirono in giovanissima età. Dopo aver gestito per alcuni anni il negozio di calzoleria lasciatogli dal padre, nel 1935, insieme alla moglie, prese la direzione dell’albergo Agnello che portò avanti per 10 anni. Successivamente fece l’ambulante di formaggi e si occupò della vendita per Taino e dintorni dell’acqua e delle bibite Recoaro. Morì improvvisamente nel 1969 a soli 61 anni di età.
(4/99)

Colombo Carlo (Leta)
fu una figura significativa del paese negli anni 1920-40. Persona accorta ed equilibrata con molte competenze fu il “consulente” dei tainesi. A lui si rivolgevano tutti coloro che dovevano risolvere un problema di tipo economico, burocratico o familiare. Del suo giudizio e della sua correttezza tutti si fidavano.
(5/97)

Colombo Luigi
nato nel 1949, sposato, padre di due figlie, si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano. Nel 1974 ha iniziato ad occuparsi della società Zibiro di cui il padre Giancarlo era proprietario di una quota. Luigi ha poi acquisito gradualmente le quote di proprietà degli altri soci e dal 1981 è proprietario e amministratore unico della ditta che occupa oggi una trentina di dipendenti e produce accessori per telai.
(3/99)

Colombo Serafino
sindaco di Taino dal 1886 al 1899. Nato ad Olgiate Olona nel 1846, fu prima al servizio del conte Salazar a Cascina Mariaga presso Erba e successivamente si trasferì a Taino quale agente di casa Serbelloni di cui curò gli interessi fino al 1906 quando i possedimenti Serbelloni furono ceduti alla società formata dall’ing.Carlo Berrini. Fu anche tesoriere dell’Asilo Infantile “Maria Serbelloni”. Morì nel 1911.
(4/91)

Colombo Teresa
nota in tutto il paese come la “sciura Teresa” fu per 40 anni la levatrice comunale. Nata a Sesto Calende nel 1882, studiò alla Regia Scuola Ostetricia di Milano dove si diplomò nel 1901. Nel 1905 le fu affidata la condotta di Taino che tenne fino al novembre 1947. Sposò il tainese Luigi Mira Catò, di professione sarto. Dopo di lei vi furono altre due levatrici comunali: Mietta Nangeroni che mantenne l’incarico per 10 anni e da ultimo Luigia Perucco che fu levatrice comunale dal 1958 al 1980, quando scomparve definitivamente questa figura che per tantissimi anni fu fondamentale nella vita del paese.
(6/97)

Cominetti Antonio (don)
parroco di Taino per 38 anni, dal 7 marzo 1850 al 15 maggio 1888. Milanese di nascita, fu, prima che di Taino, parroco di Agra. Uomo semplice non amava né l’ostentazione, né lo sfarzo. A lui va il merito soprattutto di essersi adoperato per la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale facendo opera di convincimento presso la nobile famiglia Serbelloni che ne sostenne le spese principali. Con i suoi mezzi personali pagò alcune opere e suppellettili per la Chiesa come gli ornati e le pitture, i due confessionali, un lampadario di cristallo e i quattro busti di Vescovi posti sopra l’altare. Nel suo testamento vergato il 28 ottobre 1886, due anni prima della morte, lasciò tutti i suoi beni e risparmi a Taino e in particolare al Comune la somma di £.6.000 come capitale per l’acquisto di medicinali per le persone bisognose e per dare due doti annuali a due giovani scelte tra le più povere del paese. La sua tomba, sulla quale è adagiata la figura di un fanciullo, è la più antica presente nel Cimitero di Taino.
(2/99)

Comolli Gian Battista
scultore di scuola neoclassica, nacque a Valenza nel 1775 e morì a Milano nel 1831. Fu artista apprezzato ed autore di numerosi busti-ritratto, due dei quali in terracotta, il busto di S.Pietro e di Cristo con le mani legate, sono conservati nella Chiesetta della Natività di Maria Vergine presso il palazzo ex-Serbelloni e di proprietà della Parrochia di Taino. Sul busto del Cristo è incisa la frase: “G.B.Comolli fece in carcere nel 1822″ seguita dal commento:”Ah Signor mio quando sarò lieto io?”. Poche parole che descrivono la sofferenza dall’artista per l’ accusa di tradimento mossagli dal governo austriaco e il successivo arresto determinato anche dalla sua commistione con il precedente regime napoleonico.
(5/2000)
Convitto Nicolò Tommaseo
istituito nel 1914 dal prof. Carlo Rostaing nell’edificio con la torre nell’attuale piazza Patrioti, comprendeva le classi IV e V elementare (per le prime tre funzionava una scuola statale, situata anch’essa in piazza Patrioti) e corsi preparatori agli esami della scuola tecnica. Nel 1915 frequentavano il Convitto 30 tainesi.
(1/97)

Coreani
appellativo attribuito ai lavoratori della Polveriera provenienti da Villafranca in Lunigiana, cittadina della Toscana in provincia di Massa e Carrara in cui operava una fabbrica di esplosivi della Montecatini. Durante la guerra questa polveriera venne bombardata e cessò di operare. L’azienda offrì ai lavoratori del luogo di trasferirsi a Taino per continuare la medesima attività.
Questo appellativo fu utilizzato per primo dall’operaio Madonna e dal tainese Luigi Del Torchio per indicare i loro colleghi di Villafranca con riferimento alla guerra di Corea (1950-53) che si svolgeva in quegli anni. Il primo “coreano” a venire a Taino fu Bruno Rigoni nel 1945. In tutto le famiglie “coreane” furono circa una quindicina (Bergantini, Muri, Bazzali, Moscatelli, Razzini ecc.) e ancora oggi i loro discendenti sono ricordati con questo appellativo.
(6/97)

Corti Gaspare (marchese di S.Stefano Belbo)
acquistò nel 1906 il palazzo Serbelloni con annesso parco. Trascorse il periodo estivo a Taino con la famiglia, la moglie Laura Sanseverino e i due figli, Alfonso e Lisa. Appassionato di cavalli e di caccia, fu socio della società milanese di caccia alla volpe e i boschi di Taino furono diverse volte teatro di queste cacce e il suo palazzo luogo d’incontro di ospiti illustri, come la figlia di Re Vittorio Emanuele III, Jolanda di Savoia e consorte.
(3/96)

Corti Sanseverino Laura (marchesa)
consorte del conte Gaspare, nel 1945 insieme al Parroco don Martino Vignati intervenne presso il comando tedesco per ottenere la liberazione di 10 tainesi presi in ostaggio e che sarebbero stati fucilati se non fosse stato rilasciato un maresciallo tedesco catturato dai partigiani. La questione si risolse con il rilascio dell’ufficiale tedesco e contemporaneamente di un partigiano prigioniero dei tedeschi.
(5/97)

Corti Pietro (Pedrin sart)
nato nel 1897, di professione sarto, confezionò, aiutato dalle figlie Pina ed Angelina, abiti per alcune generazioni di tainesi. Uomo di grande fede religiosa, fu membro attivo della Confraternita del SS.Sacramento.
(1/2000)

Costalonga Antonio
insieme alla moglie Ines Bielli vive da quasi 50 anni in Brasile, nei pressi di San Paolo. Disegnatore, progettista meccanico ha lavorato per una ditta di apparecchiature elettriche.
Nonostante la grande distanza, i suoi legami con Taino non si sono mai interrotti e ogni due/tre anni torna a trovare parenti ed amici.
(4/98)
Costalonga Massimo
nato nel 1966, figlio di Egidio e di Ginetta Beltramini, si è laureato in odontoiatria presso l’Università degli Studi di Milano nel 1991, ha conseguito il dottorato in biologia orale e immunologia cellulare presso l’università di Minneapolis nel Minesota. Svolge la professione di ricercatore negli USA.
(6/97 – 4/98)

Cral
dopolavoro fondato dalla Montecatini nel 1955, ebbe la propria sede in un villino di viale Europa e fu per oltre 15 anni il luogo di ritrovo dei tainesi. Per 17 anni, gestore e custode fu Giovanni Dal Bo’. Nei locali del Cral furono organizzate numerose feste nel giorno di S.Barbara, nonchè corsi vari, giochi di società e mostre di pittura. Fu in funzione anche una biblioteca. Qui si esibirono diversi gruppi musicali giovanili nati negli anni 1960-70, come il complessino formato da Gianluigi Bielli, Giandomenico Col, il batterista Traversolo, il cantante Renzo Gosatti, denominato “I Falchi” e quello di Enrico Berrini, Carlo Nirni, Enrico Boldi, Roberto Moscatelli. Dal 1974 al 1993 l’edificio è stato sede di due sezioni della scuola media “Luigi Einaudi” di Angera. Dal 1994 al 1998 e stata ospitata la cooperativa sociale Erre-Esse, nata nel 1987 con lo scopo di offrire a giovani portatori di handicap della nostra zona la possibilità di svolgere una attività adeguata alle loro capacità. La cooperativa è ora nella sua nuova sede in via alla Quadra a Sesto Calende.
(6/96 – 1/97- 5/97)

Crema (famiglia)
famiglia ebrea residente ad Ispra imparentata con la famiglia Bielli di Cheglio. Dopo l’8 settembre 1943 per fuggire alle persecuzioni razziali Arrigo Crema fuggì in Svizzera. La moglie, Maria Bielli, detta Minela, non essendo ebrea rimase a Ispra, però, temendo per i figli, li nascose a Taino. La più piccola, Maria Grazia, di tre anni fu sistemata allo Stallaccio presso la nonna materna, Angela Berrini; i più grandi, Ada, Franco e Rino, furono nascosti nel granaio di Virgilio Bielli, detto Firel, cognato di Maria Crema. Tutto il paese era a conoscenza della presenza di questi bambini, ma nessuno denunciò nulla; l’intera popolazione anzi li protesse con il più assoluto silenzio e volutamente ignorando che portavano un cognome ebraico.
(5/97)

Crenna Luca
nato nel 1972, laureato in ingegneria chimica
(1/97)

Crenna Marco
nato nel 1973, laureato in Medicina presso l’Università di Varese, appassionato di calcio fa parte della squadra Amatori-Taino.
(1/97)

Crippa Eugenia
collezionista di bambole, ne possiede diverse decine provenienti da vari paesi.
(3/98)

Crivelli Serbelloni Giuseppe (conte)
nato nel 1862 a Madrid, è stato l’ultimo discendente della nobile famiglia milanese, antichi feudatari di Taino. Ebbe un ruolo di primo piano nella storia del paese di cui fu sindaco dal 1889 al 1894. Si occupò di far costruire, su un terreno di sua proprietà e donato al Comune, l’edificio delle scuole (attualmente municipio), promosse l’istituzione della scuola materna, di cui fu anche primo presidente, con una generosa donazione e insieme alla madre, duchessa Maria, si fece carico della costruzione della Chiesa S.Stefano. Sposò nel 1885 la marchesa Antonietta Trotti Bentivoglio, ma non ebbe figli e dopo di lui si estinse il casato. Fu Tenente-Colonnello di Artiglieria e partecipò attivamente alla vita politica del suo tempo. Rappresentò per oltre 25 anni il Mandamento di Angera nell’Amministrazione provinciale di Como.
Lasciò la vita politica nel 1914. Nel 1906 aveva ceduto tutte le sue proprietà di Taino compreso il palazzo che era stato della sua famiglia per quasi 300 anni. Morì a Bordighera il 26 gennaio 1918.
(2/98)

Croce (monte della)
collinetta morenica, rappresenta il punto più alto di Taino. Sulla sua cima si trova una grande croce in ferro, appoggiata ad un piedistallo in cemento. Il monumento è dedicato al tenente Gianpaolo Berrini, caduto nella prima guerra mondiale e fu eretto nel 1929 a sostituzione di una preesistente croce in legno danneggiata dalle intemperie. La croce fu realizzata nel laboratorio del fabbro Stefano Berrini.
(6/92)

Cuoghi Tommaso
nato nel 1978, ha frequentato il collegio navale Morosini di Venezia e partecipato ad una vacanza studio sulla famosa nave scuola della Marina Italiana “Amerigo Vespucci”, bastimento a 3 alberi, in mare dal 1931.
(5/96)


D

De Bernardi Gianni (don)
parroco di Taino dal 1972 al 1995. Nato a Busto A. nel 1929 da Luigi e Giulia Crespi, venne consacrato sacerdote nel 1954. Come primo incarico fu destinato, quale coadiutore, alla parrocchia di S.Stefano a Sesto S.Giovanni dove rimase per 18 anni. Nominato parroco di Taino fece il suo ingresso ufficiale il 12 novembre 1972 festosamente accolto dal sindaco Franco Butti e dalla popolazione. Nei suoi 23 anni di missione pastorale a Taino ha dato vita al gruppo Catechisti, alla formazione di gruppi caritativi, liturgici, missionari e alla Corale. Nel 1973 portò a compimento il restauro interno della chiesa parrocchiale, nel 1979 la ricostruzione dell’Oratorio, nel 1992 alla sistemazione definitiva dell’abside ed ha promosso l’acquisto della casa ex-sacrestano. Fra le sue tante iniziative per la parrocchia c’è stata anche la promozione del giornale “La voce del Dumin” presente a Taino dal 1991.
(3/94-6/95)

De Boni Arsenio
pittore professionista, nato nel 1921, ha da molti anni il suo atelier a Taino in via Bergamo; numerosi tainesi sono stati e sono suoi allievi presso il Laboratorio di Arti figurative di Sesto C. da lui fondato e diretto da una ventina d’anni.
(5/97 – 1/98)

De Franceschi (famiglia)
da dieci anni gestiscono il Market di via Garibaldi a Taino. Originari di Milano, Franco e Luisa De Franceschi coi figli Alessandro, Sergio e Livio, si sono trasferiti a Taino nel 1985 innamorati dalla bellezza del luogo. Franco, perito industriale e progettista elettronico, ha lavorato per una azienda di telefonia fino al 1990. Oggi è in pensione ed aiuta i figli nell’attività commerciale. Dotato di senso artistico, si è dedicato alla pittura ed alla fotografia; alcune sue foto sono state esposte nel mese di febbraio 2001 presso l’Oratorio di S. Eurosia.
(2/2001)

Degani Ubaldo
collezionista, ha raccolto nel corso dei suoi numerosi viaggi copricapo e cappelli di varia provenienza, creando così una curiosa e particolare collezione.
(4/98)

Deiana Greca Maria
scrive profonde poesie improntate ad un autentico e vissuto senso religioso ed umano. Abita a Cheglio con il marito Giovanni Ponti. Su “La Voce del Dumin” sono state pubblicate alcune sue poesie.
(1/93 – 2/93 – 4/93 – 6/94)

Della Pepa Heidi
nata nel 1978, appassionata di pittura, ha frequentato il Liceo Artistico di Varese. Ama soprattutto dipingere paesaggi.
(3/94)

Del Torchio Carlo (don)
missionario salesiano, nato a Golasecca nel 1934, visse a Taino dal 1979 fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1987. Dopo gli studi nel collegio salesiano S.Ambrogio di Milano fu inviato in Brasile nel 1952. Ordinato sacerdote nel 1959, trascorse la maggior parte della sua vita in Brasile dedicandosi all’insegnamento. Colpito da grave malattia rientrò in Italia e si stabilì a Taino dove vivevano la madre e la sorella. Persona di grande cultura e di profonda fede, ebbe una sincera vocazione per l’opera del missionario.
(2/98)

Del Torchio Giuseppe
viveva nella corte di via Amalia con la moglie Luigina Berrini e i suoi nove figli. Lavorò in una cartiera a Solcio di Lesa e faceva anche il contadino.
(5/98)

Del Torchio Giuseppe (Rapet)
Fu il “sateroo” cioè il seppellitore del paese, e inoltre il “procaccia” cioè colui che si recava alla stazione ferroviaria due volte al giorno a ritirare la Posta. Dalla prima moglie, Carolina Giudici ebbe tre figli che furono allevati dalla sua seconda moglie Luigina Pedrizzetti.
(5/98)

Del Torchio Leone
figlio di Giuseppe, prese parte alla prima guerra mondiale e fu insignito della medaglia d’argento al valor militare per il suo coraggio in combattimento.
(3/97 – 5/98)

Di Lullo (panetteria)
i fratelli Emilio e Vittorio Di Lullo, originari di Larino in provincia di Campobasso, hanno rilevato nel 1984 la panetteria Zarini situata in via Mosè Berrini. Nel 1990 il negozio è stato trasferito in via Piave nella casa, ristrutturata e trasformata, un tempo abitata “dall’Angiulin da Picaia”.
(4/96)

Dumin (Festa del)
ogni anno nel mese di Settembre la comunità tainese celebra l’anniversario di consacrazione della chiesa parrocchiale dedicata a S.Stefano Protomartire. Questa tradizione, dopo una interruzione di circa 60 anni, è stata rinnovata a partire dalle celebrazioni centenarie del 1992, attuando così quanto aveva prescritto Mons. Giacomo Merizzi nell’atto stesso di consacrazione della nuova chiesa il 17 settembre 1892: “Auctoritate qua fungimur in hoc parte designamus diem anniversarium hujus Consecrationis domenicam IIIam mensis septembris cujusque anni” (Con l’autorità di cui disponiamo per questa circostanza stabiliamo come giorno anniversario di questa consacrazione la terza domenica di settembre di ogni anno).
Nel settembre 1993 per celebrare la festa del Dumin è stato ricordato, con una pubblicazione e una mostra, l’Oratorio di S.Eurosia.. Nel 1994 si è celebrata con una pubblicazione e un convegno storico la chiesetta del Palazzo. Nel 1995 è stato festeggiato il centenario della scuola materna. Dal 1996 al 2000 sono stati allestiti carri allegorici e istituito il palio tra i rioni.
(5/93 – 5/94 – 5/95 – 4/96 – 6/96 – 6/97 – 6/98 – 6/99 – 6/2000)


E

Emigrazione
un fenomeno che vide coinvolte quasi tutte le famiglie tainesi tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900. La mancanza di lavoro e la povertà delle risorse agricole costrinse giovani e padri di famiglia ad emigrare sia stagionalmente in vari paesi d’Europa, sia definitivamente nelle Americhe. Nel 1910 Taino aveva 1929 abitanti, l’anno successivo solo 1444 risultavano presenti, 330 persone erano emigrate definitivamente e 150 risultavano assenti per lavoro stagionale all’estero. La maggioranza degli emigrati mantenne i contatti con la famiglia ed il paese di origine e appena racimolati dei risparmi molti tornarono a Taino e qui si costruirono la loro casa.
(1/97)

Esposti
numerosi sono stati i bambini “esposti” affidati alle famiglie contadine tainesi nel corso del 1800. Fu questo un fenomeno di tale estensione da essere considerato il più rilevante nella storia di Taino dell’Ottocento. I bambini abbandonati provenivano dall’Ospedale Maggiore di Milano (Santa Caterina alla Ruota) e da quello di Novara. Molti di questi bambini si inserirono completamente nelle famiglie affidatarie e anche da adulti continuarono a vivere in paese e qui si formarono le loro famiglie come risulta dai registri matrimoniali.
(1/99)


F

Falcone Bruno e Deanna
originari di Milano, vivono a Taino dal 1995. Qui hanno costruito la loro casa secondo uno stile di tipo anglosassone che ricorda quella in cui abitarono in Australia, paese nel quale vissero con i loro quattro figli per tre anni . Bruno, oggi in pensione, è stato dirigente amministrativo di importanti imprese di costruzioni. Per il suo lavoro ha viaggiato moltissimo e alla fine degli anni 1970 si è trasferito con la famiglia in Australia dove la sua società era impegnata nella costruzione della metropolitana di Melbourne.
(4/99)

Fanchini Angelo
nato a Castelletto Ticino nel 1898, venne a Taino con la moglie e le tre figlie nel 1949 a seguito dell’acquisto del salumificio Casella che gestì fino al 1972. Personalità ben nota in paese, ebbe una grande passione per il ciclismo. Nel 1958 promosse il “Trofeo Fanchini”, gara sportiva che destò grande interesse e che fu molto seguita dalla popolazione anche per la presenza a Taino del grande corridore Alfredo Binda e della sua squadra della quale faceva parte anche il tainese Federico Perin, dipendente del salumificio Fanchini.
(5/2000)

Fattore Cristian (don)
nato nel 1974, terminato il Liceo Classico è entrato in Seminario a Venegono Inferiore. Nel dicembre1995, all’inizio del suo terzo anno di teologia, è stato istituito Lettore presso la Basilica del Seminario. Nel 1998 è stato nominato Diacono e consacrato Sacerdote il 12 giugno 1999 e calorosamente festeggiato da tutto il paese che da 60 anni non dava più i natali ad un sacerdote. Attualmente don Cristian è coadiutore presso la Parrocchia di Cardano al Campo.
(5/95 – 6/95 – 3/99 – 4/99)

Ferrario Anny
pittrice, crea incisioni, sculture e gioielli. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero. E’ un’artista di talento e i suoi lavori incontrano il favore di molti appassionati. Nel 1992 ha aperto a Gemonio “l’Atelier Capricorno” di cui fanno parte diversi artisti e dove tiene corsi di incisione, creazione di gioielli e sculture. A Taino ha presentato i suoi lavori in varie occasioni, partecipando ultimamente a due manifestazioni “L’Arte per l’Arte” nel maggio 2000 e “Festa del Solstizio d’Estate –Arte e Storia” nel giugno 2000.
(3/2000)

Festa del Pane e della Solidarietà
si è svolta per tre anni consecutivi, 1997/98/99, nel Parco Pubblico di Taino, promossa dall’Associazione Panificatori della Provincia di Varese con la collaborazione della Proloco di Taino e del Comune. Numerosi panettieri, inclusi quelli di Taino, hanno lavorato gratuitamente per preparare diversi tipi di pane, focacce e pizze. Il ricavato della vendita è stato devoluto alla cooperativa per il recupero dei tossicodipendenti di Don Mazzi, che è sempre stato presente alle manifestazioni, che hanno compreso anche esibizioni di gruppi folcloristici e il mercatino di “Tuttounpo”, organizzato dalla Proloco .
(4/97 – 4/98 – 4/99)

Festa del Solstizio d’Estate
si è svolta nel Parco Pubblico il 18 giugno 2000, promossa dall’Amministrazione Comunale con la collaborazione della Proloco di Taino. Nel Parco sono state esposte 12 sculture realizzate da altrettanti artisti su alte assi di legno che rappresentavano i 12 mesi dell’anno. L’arch. Lucina Caramella ha tenuto una conversazione su ” Riti e Tradizioni del Solstizio d’estate” La manifestazione è stata gradita dal pubblico che è intervenuto numeroso nel corso dell’intera giornata apprezzando l’esibizione artistica allestita per la prima volta nello splendido scenario del Parco.
(4/2000)

Foglia Achille
nato a Meina nel 1966, vive a Taino dal 1994 a seguito del suo matrimonio con la tainese Sabrina Forni. Appassionato di vela, sport che pratica dall’età di 18 anni. Ha partecipato a numerose regate ed ha vinto nel 1996 il campionato italiano Este 24 insieme al suo equipaggio formato da 4 ragazzi tutti residenti nella provincia di Varese.
(1/98)

Fornara Luigi
appassionato musicista fu per oltre 30 anni il promotore e l’organizzatore delle attività musicali a Taino. Nato a Borgomanero nel 1906, venne a Taino nel 1943 quando sposò Mariuccia Mira d’Ercole. Sapeva suonare il violino, il pianoforte, l’organo e si dilettava di composizioni musicali. Il parroco don Martino gli affidò l’incarico di suonare l’organo in chiesa e di dirigere la corale. Contemporaneamente diresse la banda e fu un infaticabile organizzatore di spettacoli musicali. Oltre alla musica, si dedicò a numerose attività sociali: insegnò disegno e meccanica nella scuola serale, diede lezioni di matematica e insegnò a suonare il pianoforte e il violino a parecchi giovani. Morì nel 1975.
(6/96)

Forni Marco
appassionato di musica, ha fondato negli 1980 insieme a Marco Rossi, i fratelli Davide e Paolo Zarone, Fabio Zotti un gruppo musicale rock con chitarre, tastiera e basso. Insieme poi ai fratelli Zarone si è indirizzato verso il genere “fusion”, un insieme di musica jazz, ritmi latini e funk. Si è esibito diverse volte a Taino. E’ deceduto prematuramente a seguito di un incidente d’auto nell’aprile del 2000.
(6/96)

Forni Sabrina
appassionata di disegno, ha frequentato l’istituto artistico dell’Abbigliamento Marangoni di Milano dove ha appreso la professione di stilista che esercitò per un certo tempo presso il maglificio Adelchi di Angera. Lasciata questa professione per occuparsi dell’impresa immobiliare con il fratello, ha continuato a creare per se stessa abiti particolari, nati dalla sua fantasia. Si interessa anche di pittura su stoffa e di decoupage.
(6/99)

Fugazzola Bruno
arruolato nel 1939 nel 1 reggimento artiglieri di stanza in Libia, fu catturato dagli inglesi nel dicembre 1940 a Sidi El Barrani. Dopo un breve periodo in campo di prigionia nei pressi del canale di Suez, nel 1942 fu inviato in Inghilterra, alle isole Orcadi per lavorare alla barriera Churchill, una serie massiccia di strade rialzate in cemento che limitarono gli accessi orientali verso la baia di Scopa Flow. Le condizioni di vita non furono particolarmente dure e il lavoro dei prigionieri venne retribuito. Gli italiani hanno lasciato un buon ricordo di sè e la chiesetta che i soldati italiani costruirono è oggi considerata dagli abitanti del luogo un importante monumento. Nel 1993 gli abitanti delle Orcadi invitarono tutti gli ex-prigionieri italiani a festeggiare i 50 anni di questo piccolo santuario da loro costruito. Bruno fu tra gli ospiti e riabbracciò i vecchi compagni, fiero di aver lasciato, insieme a loro, un tangibile segno dello spirito e della cultura italiana in quelle lontane isole.
(1/95)

Fraschina Ferdinando (dottore)
primo medico a cui fu affidata la condotta medico-chirurgica istituita dalla Deputazione comunale di Taino nel 1825. Il dott. Fraschina già operava in Taino quale salariato dalla beneficenza della Casa Serbelloni per i propri massari e pigionanti, e già quale delegato dal Comune per le vaccinazione contro il vaiolo. Per il suo incarico gli fu riconosciuto un salario annuo di £. 138.
(2/2001)


G

Galleani Annibale
originario di S.Colombano al Lambro, fu segretario comunale a Taino . Nel 1922 fu vittima di squadre fasciste che il 1 novembre 1922 fecero una incursione punitiva a Taino alla ricerca dei comunisti locali. Trovarono solo il Galleani che era anche il segretario della locale sezione del PCI ed infierirono su di lui, facendogli bere l’olio di ricino e portandolo in corteo per le strade del paese per dispregio picchiandolo e beffeggiandolo.
(5/97)

Gadda Giosuè (don)
parroco di Taino dal 1888 al 1907. Nato nel 1858 a Gorla Minore fu ordinato sacerdote nel 1881. Ha registrato molto accuratamente sul Liber Chronicus gli avvenimenti più significativi della sua epoca, fonte importante per ricostruire la storia di Taino. Uomo dotato di profonda fede religiosa, era anche animato da interesse per i problemi concreti della gente e si attivò sempre in prima persona per aiutare i suoi parrocchiani. Nel 1901 le operaie dello stabilimento Gibert entrarono in sciopero chiedendo migliori condizioni. Don Gadda si recò personalmente a Milano per sostenere le rivendicazioni delle operaie davanti al proprietario e da questi ottenne per le lavoratrici una riduzione di orario e la promessa di aumenti di paga. Personalità forte, non ebbe mai soggezione dei potenti e si scontrò apertamente per motivi politici con il sindaco Mosè Berrini di idee liberali e combattè la diffusione del socialismo ateo. Sostenne l’istituzione della scuola materna, di cui fu il secondo presidente e alla quale lasciò una somma in denaro alla sua morte. Donò alla Parrocchia un terreno di sua proprietà per costruirvi l’Oratorio maschile.
(3/97)

Gelmini Simona
nata nel 1970, ha frequentato la scuola per infermieri professionali presso l’ospedale di Gallarate dove si è diplomata nel 1993. Sposata con due figli abita ora a Mercallo.
(6/95)

Ghiacciaia (Giascera dal Marches)
situata alla fine del viale dei Carpini, nei pressi dell’ingresso di Palazzo Serbelloni, è un’antica costruzione settecentesca a pianta circolare con il tetto a cono coperto da tegole, profonda oltre cinque metri. Era usata dai proprietari del Palazzo per conservare il ghiaccio. La ghiacciaia veniva riempita d’inverno con lastre di ghiaccio poste a più strati ricavate dal lago gelato o dai torrenti della zona.
(6/97- 2/2000)

Ghiringhelli (Famiglia)
originari di Capronno dove arrivarono dopo la peste del 1630. Erano famiglie contadine, massari, dei Borromeo lì inviati da altri feudi della nobile famiglia milanese per ripopolare la località spopolata dall’epidemia. Da Capronno alcune famiglia si trasferirono nella seconda metà del 1700 ad Angera e a Taino. Tutti i Ghiringhelli di Taino presero origine da Carlo (1780-1835), figlio di Bartolomeo, venuto a Taino dopo il matrimonio con Maria Caterina Bevilacqua, avvenuto nel 1803. Dal ceppo originario sono derivati quattro gruppi famigliari distinti: quello del “Biseuc”, del “Campaccio”(estinto), il ceppo ancora oggi chiamato di “Capronno” e quello del “Pra’del Bosco”. E’ questo il gruppo più numeroso, oggi suddiviso in tre famiglie discendenti da Gaetano, Carlo e Marco.
(2/97 – 4/97 – 4/98)

Ghiringhelli Adele
nata nel 1894, figlia di Giuseppe e Teresa Magistri. Orfana in giovanissima età di entrambi i genitori, a 14 anni andò a lavorare allo stabilimento Bernocchi di Legnano. Sposò Enrico Pontiggia di San Vittore Olona ed ebbe due figli. Dopo la 1° guerra mondiale emigrò in America a Framingham nel Massachusetts, dove già viveva la sorella Maria con il marito Pietro Giovanella. In questa città si stabilì una vera e propria colonia di tainesi aiutati ad inserirsi negli USA dalle famiglie Lordi e Giovanella che lì diedero vita ad un fiorente commercio a partire dai primi anni del 1900. I figli di Adele crebbero negli Stati Uniti: Giuseppe partecipò allo sbarco delle truppe alleate in Normandia durante la 2° guerra mondiale e cadde in Olanda nel 1944.
(2/97)

Ghiringhelli Carlo
nato nel 1866, sposò Carolina Sculatti ed ebbe sei figli. Lasciò il “Prato del Bosco” per trasferirsi in località “Campagnola” nel 1912. Tutti i suoi figli, ad eccezione di Ambrogio, emigrarono in Francia. Ambrogio visse sempre a Taino e lavorò in Polveriera. Dalla sua unione con Wanda Maria Baranzelli nacquero 4 figli, due dei quali morirono in giovane età. La grande passione di Ambrogio fu la caccia e fu attivo nell’organizzazione della riserva promossa dal marchese Corti e dai dirigenti Montecatini. Morì nel 1977.
(4/98)

Ghiringhelli Elio
nato nel 1944, figlio di Ambrogio, agente di commercio, è stato Sindaco di Taino dal 1993 al 1999.
(4/98)

Ghiringhelli Elli Carla
operaia in Polveriera per 36 anni in cui entrò a lavorare all’età di 15 anni, dopo un paio d’anni di lavoro presso lo stabilimento tessile Bernocchi. Carla ricorda l’emozione del suo primo giorno di lavoro e il gesto rassicurante che il responsabile dei reparti, Marco Mira D’Ercole, le rivolse, un esempio questo del rapporto di cordialità e amicizia che si instaurò sempre tra la gente della Polveriera.
(4/97)

Ghiringhelli Enrico
nato nel 1901, era noto come “Ricu dal Bisoec”, località all’inizio di via Como, dove suo padre Giovanni aveva costruito la cascina Elvira e dove Enrico visse tutta la sua vita con la moglie Pina Tonella. Fece il contadino e allevò mucche e galline. Amò molto i bambini che portava spesso con sè nei campi o trasportava per loro divertimento sul suo carro trascinato dalle mucche.
(5/93)

Ghiringhelli Giovanni (Tumel)
è stato una delle figure tra le più rappresentative nella storia della musica tainese. Nato nel 1884, iniziò giovanissimo a far parte della Banda di Taino, di cui divenne vice-maestro e capobanda e nella quale suonò per quasi 50 anni. Fece scuola a tanti giovani a cui insegnò l’uso del clarinetto e della tromba. Il suo strumento fu il bombardino (flicorno baritono), ma ebbe dimestichezza anche con altri strumenti a fiato. Di professione muratore, lavorò in SIAI, sposò Matilde Mira ed ebbe tre figli. Morì nel 1967.
(6/96)

Ghiringhelli Giovanni (Giuan dal Bisoec)
nato nella seconda metà del 1800, fu un uomo forte e grande lavoratore, tipico esponente dei capi famiglia di una volta. Gestiva con autorità la famiglia. Fu priore e fabbriciere della Parrocchia e presidente della “Mutua del bestiame”, una organizzazione creata dai contadini tainesi all’inizio del 1900 per sostenersi reciprocamente in caso di perdita di animali. Dei suoi sei figli, due perirono in Polveriera: Giuseppe fu tra le vittime dello scoppio del 1935 e Pierino perse la vita a soli 32 anni per un fatale incidente nel 1943. Nella sua cascina, come in tutte quelle tainesi della sua epoca, venivano allevati i bachi da seta, compito riservato prevalentemente alle donne di casa. Pa’ Giuan si recava personalmente ad Angera nel mese di maggio ad acquistare 2 once di bigat.
(2/94)

Ghiringhelli Lara
nata nel 1975, studia Medicina Veterinaria all’Università di Milano ed ha una particolare passione per gli animali.
(3/97)

Ghiringhelli Loredano
operaio attrezzista nel reparto officina della Polveriera per 28 anni. E’ stato uno dei promotori e organizzatori del dopolavoro aziendale. L’ENAL della SGEM/Montecatini ebbe un ruolo importante nella storia di Taino. I vari intrattenimenti e le manifestazioni sportive hanno rappresentato un punto di raccordo e unione tra i dipendenti che si sentivano fieri di far parte di una importante azienda e membri di una “grande famiglia”.
(4/97)

Ghiringhelli Lorenzo
nato nel 1975, ha iniziato a suonare la tromba all’età di otto anni, seguendo l’esempio del bisnonno Tumel. Suona nella banda di Angera.
(2/94 – 6/96)

Ghiringhelli Luca
appassionato di automodellismo, monta auto da corsa “in miniatura” di cui prova l’efficienza e la velocità insieme agli amici Livio Defranceschi e Sandro Lucchini che con lui dividono l’interesse per questa attività.
(1/2000)

Ghiringhelli Pierino
nato a Taino nel 1910. Perse la vita in Polveriera dove lavorava come guardia giurata. Essendo suo fratello Giuseppe perito nello scoppio del 1935, rifiutò di lavorare nei reparti di produzione. Il 15 maggio 1943, mentre transitava in un corridoio, fu investito da una fiammata fuoriuscita dal reparto caricamento per lo scoppio di una tramoggia. Lasciò la moglie Serena Ghiringhelli e tre figli Silvano di 6 anni, Giovanna di 4 e Sandra di 2.
(2/94)

Ghiringhelli Serafino (Fritava)
militante fascista, iscritto alla milizia, si era procurato numerosi nemici per il suo atteggiamento arrogante e, sebbene non abbia compiuto nessun delitto, fu ucciso per vendetta nel maggio 1945. Non si seppe mai chi fossero i responsabili di questo assassinio, nè di quello di un altro fascista tainese, Chierichetti, avvenuto nel successivo mese di novembre 1945.
(5/97)

Gianelli Leonardo
nato nel 1870 a Bozzano in provincia di Lucca. Fu capostazione della stazione di Angera-Taino dal 1920 al 1930. Sotto la sua direzione ebbero luogo vari lavori di ampliamento dello scalo merci. Sposò la tainese Angelica Paietta ed ebbe quattro figli, tra cui Mariuccia e Lia che furono maestre elementari a Taino per molti anni.
( 2/95 – 1/99)

Gianelli Luigi
nato nel 1896, figlio di Leonardo e Angelica Pajetta. Studente universitario partì volontario per il fronte durante la prima guerra mondiale e cadde nei pressi di Tolmino il 22 ottobre 1917.
(3/97 – 1/99)

Gianelli Rina
nata nel 1914, figlia di Leonardo e Angelica Paietta, si è dedicata fin dalla più giovane età con grande spirito di servizio alla comunità parrocchiale, animata da grande entusiasmo e profonda fede religiosa. E’ stata impiegata presso il Comune di Taino. Per l’opera prestata gratuitamente per tanti anni alla scuola materna, nel 1995 è stata nominata dal sindaco Elio Ghiringhelli presidente onorario dell’Asilo infantile Maria Serbelloni.
(5/94 – 1/99)

Giovanella (famiglia)
tra le famiglie più antiche di Taino, la sua presenza è costante dal 18° secolo.Questo cognome deriva probabilmente dal nome proprio “Giovanni” o da “giovane” e si presenta nei documenti storici con diverse grafie: Gioanella, Giovanelli, Giovanella.
Il nome Giovanella risulta per la prima volta nel catasto di Maria Teresa compilato nel 1722, nel quale è registrato un tale Giovan Battista Giovanella fu Domenico, livellario della Capella del S.Rosario e un Giovanella Pietro Antonio fu Giovanni Pietro livellario dei conti Serbelloni. Nel censimento del 1870 risultano residenti a Taino 4 famiglie Giovanella che nel 1901 diventerono 15.
(2/99 – 3/2000)

Giovanella Francesco
figlio di Natale e di Angiola Mira, nacque a Taino nel 1822. Il 2 marzo 1862 sposò Teresa Bielli di Carlo e Martina Movalli, nata a Taino nel 1842. Dopo 18 anni di vita in comune e tre figli, nel 1880 si scoprì che gli sposi erano consanguinei di 4° grado e il loro matrimonio per la legge canonica risultava nullo. Fu presentata una supplica all’Arcivescovo che concesse sollecitamente una dispensa e il 27 maggio 1880, lui 58 anni, lei 38, si sposarono per la seconda volta. Francesco Giovanella partecipò alla guerra di Crimea del 1854-56 e da quel lontano paese del mar Nero tornò a casa a piedi impiegandoci nove mesi.
(5/96)

Giovanella Giosuè
nato nel 1934 a Taino, ha lavorato presso la direzione della impresa aeronautica Macchi di Varese. Nel 1995 gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica Italiana la decorazione “Stella al Maestro del Lavoro” con il titolo di “Maestro del Lavoro”. Questa onorificenza viene attribuita per distinti meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale. Nelle elezioni comunali del 1999 è stato eletto con la lista “Taino per Taino” e ha assunto la carica di assessore ai servizi sociali e alla Pubblica Istruzione.
(3/95 – 4/99)

Giovanella Giuseppe (Pinor)
nato a Taino nel 1884, visse allo Stallaccio facendo il muratore e coltivando la terra. Sposò Maria Balzarini detta Vanin ed ebbe sei figli, tra cui Carlo, nato nel 1905, che lavorò per 40 anni in Polveriera.
(3/2000)

Giovanella Innocente (Giuan Bilesa)
nato a Taino nel 1874, fu uno dei soci fondatori della Vetreria Operaia Federale di Sesto Calende. Da ragazzo, prima di diventare vetraio, emigrò in Germania dove lavorò come muratore. Al rientro in Italia si stabilì a Sesto Calende in località Bilesa, da cui il suo soprannome “Giuan Bilesa”. Anche i suoi fratelli lasciarono Taino ad eccezione della sorella Lena che visse a Cheglio. Sposò Luigia Daverio ed ebbe tre figli maschi. I primi due, Alfredo detto “Zufranel” ed Ermanno, detto “Patachin” furono come il padre vetrai con il titolo di “grangarzoni”, mentre Innocente ebbe la mansione di capoforno.
(2/99)

Giovanella Maria
nata nel 1901, figlia di Carlo e Rosa Moroni. Svolse per circa 80 anni la professione di ricamatrice iniziata all’età di 12 anni, preparando corredi per intere famiglie, generazione dopo generazione. Molto brava nel suo lavoro, realizzò ricami perfetti e deliziosi. La sua fama di abile ricamatrice le procurò numerose clienti anche da località lontane. Nel 1923 sposò Giuseppe Berrini ed ebbe due figli. Sua figlia Maria Rosa ha continuato la tradizione materna con altrettanta abilità.
(6/95)

Giovanella Mario
di professione sarto, dotato di fisico atletico fece il servizio militare nei Granatieri. Richiamato nel 1941 fu inviato in Grecia. Catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, fu condotto prigioniero in Germania, dove si ammalò gravemente, rimpatriato in fin di vita, morì nell’ospedale militare di Rovigo nel 1944. Unico soldato tainese caduto che non perse la vita sul fronte russo.
(4/95)

Giovanella Renzo
nato nel 1915, figlio di Carlo, di professione ferroviere, e di Vittoria Movalli. Laureatosi in medicina veterinaria nel 1940, richiamato alle armi fu medico veterinario presso il reggimento di artiglieria a cavallo della divisione Legnano. Dopo l’8 settembre 1943 si rifugiò in Svizzera dove continuò ad occuparsi di cavalli. Per le sue conoscenze sulla leptospirosi gli fu affidato l’incarico di ricercatore presso l’istituto di Batteriologia dell’Università di Berna. Terminata la guerra, assunse la condotta veterinaria di Sesto C.
Oltre ai cavalli, amò molto la meccanica e nel 1946 installò un paio di telai per la seta in un gabbiotto di proprietà del nonno Innocente che presto diventarono una ventina. Successivamente divenne socio della ditta Zibiro che sviluppò e diresse per oltre trent’anni.
(3/99)

Giraldo Sergio
Nato nel 1927 a Correzzola (PD), ma cresciuto a Taino dove ha iniziato a dipingere fin dall’età di 13 anni sotto la guida del pittore tainese Mario Ponti. Pittore autodidatta, dal 1980 dipinge con assiduità, partecipando a molte rassegne, concorsi e mostre. La sua è una pittura figurativa con predilezione per le nature morte, il paesaggio ed i soggetti religiosi. I suoi dipinti sono di immediata lettura e di facile interpretazione.
(1/2001)

Giucolsi Marialisa
nata nel 1967, appassionata di ciclismo, ha iniziato a 16 anni la sua carriera di atleta, seguendo le orme del fratello Roberto. Raggiunta la maggiore età si è trovata a gareggiare con atlete professioniste, come la celebre Canins, non essendoci nel ciclismo femminile una distinzione tra gare per dilettanti da quelle per professioniste. Questa situazione non ha scoraggiato Marialisa che, pur alternando lavoro, cura dei figli e allenamenti ha dato il meglio conseguendo buoni risultati.
Nel 1994 ha partecipato al giro d’Italia, a quattro giri di Sicilia e ad un giro nel Trentino. Nel 1995 si è guadagnata la vittoria in una gara a cronometro in Austria.
(6/96)

Giucolsi Roberto
nato nel 1968, appassionato di ciclismo, è stato nel 1991 campione italiano di ciclismo su strada dei dilettanti di prima categoria. La sua carriera è iniziata all’età di 14 anni. Fece il suo esordio nella Sestese di Sesto C. Passò poi come juniores al GS Avis di Arona e quindi al Pedale Sommese. Nel 1987 entrò nei dilettanti e divenne campione provinciale. Nel 1988 passò alla Fiat Agri e nel 1989 alla Polisportiva Corsico S.Siro con la quale ha ottenuto le sue vittorie più importanti, come la Bologna-Raticosa, la Torino-Biella, il Gran Premio di Gaggiano e la vittoria nella terza tappa del Giro d’Italia riservato ai dilettanti.
(6/91 – 2/94)

Giudice Movalli Paquita
maestra elementare, nata a Trecate nel 1863. Sposò il tainese Vittorio Movalli e, dopo la morte di questi, il cognato Francesco. Ebbe tre figli. Si dedicò con grande passione all’insegnamento e la sua casa fu sempre aperta agli studenti. Si prodigò anche per attività extra scolastiche: promosse e organizzò diverse rappresentazioni teatrali e, durante la prima guerra mondiale, si occupò di organizzare la raccolta di indumenti e viveri da inviare ai soldati tainesi al fronte con i quali tenne stretti rapporti epistolari. Morì quasi centenaria.
(6/96 – 1/98)

Giudici Carlo
nato a Barasso nel 1892. Venne a Taino nel 1919 a condurre, insieme ai fratelli, il forno sito in contrada Amalia nei locali di proprietà di Franco Paietta. Dopo qualche anno trasferì il forno e la panetteria nella “corte dei Campari” (via O.Paietta) così chiamata perché originariamente vi abitavano le famiglie dei “campè”, gli uomini incaricati dalla nobile famiglia Serbelloni di controllare il lavoro dei campi. Il forno di Carlo è stato per la corte anche un luogo di ritrovo e di unione tra la gente del cortile. L’attività del forno è stata portata avanti successivamente dal figlio Romolo ed ora continua con la nipote Carla e suo marito Remo Reina.
(5/99)

Golasecca (cultura di)
antica cultura italica che ha interessato il nostro territorio, tutto il bacino del Ticino, il Canton Ticino, la Val Mesolcina, la regione dei Laghi e la pianura tra Sesia, Serio ed Adda. L’importanza storica di questa cultura, il cui rito funebre prevalente fu quello dell’incenerimento, consiste nell’aver svolto dal XII al IV secolo a.C. una funzione di tramite commerciale tra l’area mediterranea e l’Europa nord-occidentale.
(3/94)

Gonfalone (di Taino)
drappo partito di rosso e bianco, ornato di ricami d’argento con al centro lo stemma. Lo stemma è composto di due colori, rosso e argento. Nel primo partito un liocorno d’argento, nel secondo un sorbo al naturale, frullato d’oro e radicato nella pianura erbosa.. Sopra lo stemma una corona d’oro con l’iscrizione in argento: Comune di Taino.
(5/94)

Gr.Est
oratorio estivo che la Parrocchia organizza ogni anno dal 1977 nel periodo giugno/luglio e che offre ai bambini e ai ragazzi di Taino vari intrattenimenti, giochi e gite. Vi partecipa ogni anno una media di 100 ragazzi.
(3/92 – 5/97 – 5/99)

Guerra mondiale (1915-18)
104 tainesi parteciparono a questa guerra e 30 non fecero più ritorno. Molti furono i feriti e i mutilati. I soldati tainesi si fecero onore sui campi di battaglia. Furono insigniti di medaglia d’argento al valor militare il sottotenente Giuseppe Pasquale Gallanti, morto sul Carso nel 1916, il tenente Carlo Cattaneo di Pietro, il tenente di fanteria Leone Del Torchio, il tenente Gianpaolo Berrini.
(3/97 – 5/97)

Guerra mondiale (1940-45)
otto sono stati i soldati tainesi caduti durante questo conflitto, di cui sette sul fronte russo. Cinque i partigiani che persero la vita combattendo contro i tedeschi e i repubblichini in Valsesia e Valdossola. Un civile, Stefano Jermoli, ferroviere, fu ucciso dal mitragliamento al treno su cui viaggiava nei pressi di Sesto Calende. Un tainese di origine, Roberto Bielli, fu deportato a Mauthausen e ucciso nelle camere a gas. Diversi furono i soldati tainesi che vennero catturati ed imprigionati sia dalle forze alleate che dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943. Taino non subì bombardamenti. Delle bombe furono sganciate sui depositi della Polveriera in Bruschera che esplosero e sul ponte di ferro sul Ticino tra Sesto C. e Castelletto.
Particolarmente difficili furono per la popolazione di Taino gli ultimi anni di guerra. I giovani che si sposarono in quegli anni dovettero adattarsi alle difficoltà del momento, ma seppero organizzare con fantasia e inaspettate risorse la cerimonia, il pranzo e il viaggio nunziale.
(5/94 – 6/94 – 1/95 – 2/95 – 3/95 – 4/95)

Guardavalle (località)
valloncello situato presso la frazione di Cheglio, a quota 297 metri, i cui terreni sono litologicamente rappresentati da diversi tipi di argille. In questa località, studiata fin dal 1883, sono state individuate numerose forme di fauna risalenti al periodo pliocenico quando un mare occupava tutta la pianura padana.
(6/93)


I

Ippolita e gli Elfi (scultura)
realizzata dallo scultore Renato Bonardi, è posta nel Parco di Taino dal mese di luglio 2001.
E’ un’esile scultura in ferro formata da cinque figure stilizzate che danzano sul prato. Lo scultore nel creare l’opera si è ispirato alla commedia di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate” tema della manifestazione d’arte che si è svolta nel Parco dal 24 giugno al 15 luglio 2001.
Renato Bonardi vive e lavora ad Albizzate ed ha creato opere utilizzando vari materiali, dal ferro, alla terracotta, dalla pietra all’alabastro. Ha sviluppato particolarmente il tema della simbologia del tempo, dei numeri e delle lettere. E’ uno scultore apprezzato e le sue opere fanno parte di diverse collezioni pubbliche eprivate. Una sua opera è presente ultimamente nell’esposizione permanente del Centro studi “Cesare Pavese” di S.Stefano Belbo, che per curiosa coincidenza è la località originaria della famiglia dei marchesi Corti, un tempo proprietari dell’area del Parco di Taino.
(5/2001)


J

Jermoli Berrini Maddalena
madre di Enrico Berrini, giovane soldato caduto sul fronte russo durante la seconda guerra mondiale. L’ultima lettera da lei scritta al figlio di cui non sapeva ancora la triste sorte, è una commovente e significativa testimonianza del profondo dolore e della grande angoscia vissuta dalle madri dei soldati.
(1/2000)

Jermoli Stefano
fu l’unico tainese vittima civile della seconda guerra mondiale. Capostazione a Stresa il 3 ottobre 1944 si trovava sul treno della linea Novara-Luino per raggiungere Taino e viaggiava nello scompartimento bagagliaio. Il convoglio venne bombardato e l’unico vagone colpito fu quello in cui si trovava Stefano, che gravemente ferito, morì pochi giorni dopo.
(5/94)


L

Lapide Paleocristiana
posta all’interno della Chiesa Parrocchiale, fu trovata sotto il sagrato nel 1966. Porta in latino l’iscrizione: “Qui riposa in pace il bambino Stefano, servo di Dio, che visse cinque anni. Fu deposto nel quinto giorno delle calende di Augusto nella dodicesima indizione.”
Gli studiosi Pisoni e Frigerio che esaminarono la lapide al suo ritrovamento ipotizzarono che il bambino defunto fosse stato sepolto il 1 Agosto 549. Questa lapide è la più antica testimonianza della presenza del cristianesimo a Taino.
(1/99)

Latteria Cooperativa (di Taino e Uniti)
gli allevatori tainesi diedero vita nel 1931 ad una Latteria sociale. Il latte eccedente il consumo familiare veniva trasformato in prodotti lavorati per uso dei soci o per la vendita al pubblico. I fondatori furono Giusto Bonenti, Giuseppe Mira, Angelo Bielli, Giuseppe Ghiringhelli, Battista Biavaschi, Carlo Cappelletti, Giovanni Mira d’Ercole, Giovanni Bielli, Carlo Pedrizzetti, Carlo Mira d’Ercole.
(5/97)

Lavorazione della seta
nel 1875 Pietro Morardet di Milano aprì la primissima fabbrica funzionante a Taino. Si trattava di un piccolo incannatoio e scannatoio di seta. Fu attivo per circa un anno e mezzo, fino al principio del 1877. Erano impiegate 60 operaie di cui 6 bambine di età inferiore agli anni nove, 42 ragazze tra i nove e sedici anni, e 12 dai sedici ai venticinque anni con un orario di lavoro di 12 ore giornaliere. Nel 1888 si installò a Taino il setificio A.Gibert & C. dove si effettuava l’incannatura e la ritorcitura della seta greggia. Le maestranze erano donne. Direttore dello stabilimento fu dal 1904 alla chiusura Giacomo Butti. Oltre al direttore l’unico altro lavoratore di sesso maschile fu il fuochista Giuseppe Tonella, noto come Pin da la machina. Le condizioni di lavoro erano dure e nel 1901 vi fu uno sciopero di protesta. II parroco don Gadda si recò a Milano per ottenere migliori condizioni per le operaie. Lo stabilimento chiuse nel 1914 a seguito della grave crisi del mercato della seta derivata dall’introduzione delle fibre artificiali.
(3/95)

Lavatoio (di Cheglio)
costruito nel 1936, dopo lunga attesa della popolazione che aveva presentato al Comune una prima richiesta fin dal 1909, su un terreno di mq.300 ceduti gratuitamente e in perpetuo al Comune di Taino dal marchese Gaspare Corti. Il lavatoio fu costruito secondo il progetto elaborato dall’ing.Carlo Berrini.
(5/97)

Lehmann Mattia
nato nel 1976, colleziona cimeli militari e fa parte del club “Tre Leoni” di Somma Lombardo formato da appassionati volontari che ricostruiscono con precisione storica e in modo spettacolare le più famose battaglie risorgimentali.
(5/97)

Libia (guerra di)
il 21 settembre 1911 lo Stato italiano dichiarò guerra alla Turchia e inviò truppe in Libia, territorio che faceva parte dell’impero turco. Una ventina di tainesi, arruolati nell’esercito, parteciparono all’impresa coloniale. Il primo tainese a partire fu Pietro Del Torchio della classe 1888. Successivamente furono chiamati altri giovani. Tutti tornarono a casa al termine della guerra. In Libia morì il caporal maggiore Carlo Berrini di Carlo a seguito di una gravissima ferita all’addome riportata nel combattimento sostenuto dal suo reggimento, l’11° Bersaglieri, il 29 aprile 1915 contro i ribelli nel pianoro di Cardisi.
(3/97)

Lischetti Mauro
nato nel 1976, frequenta la facoltà di Economia presso il Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellanza.
(6/96)

Lischetti Paolo
commercialista, è stato presidente del Lyons’Club Sesto C./Somma Lombardo dal 20 giugno 1998 fino al giugno 1999. Durante questo incarico si è impegnato a sostenere le iniziative portate avanti dal padre missionario Rolando Del Torchio di Angera nelle Filippine.
(4/98)

Lissoni Michele (don)
parroco di Taino dal 1788 al 1805
(6/96)

LMP Fluorcarbon
azienda situata in via Marconi che produce tubazioni e raccordi in acciaio rivestiti di materiale plastico (PTFE) utilizzati per linee di produzione di prodotti farmaceutici e chimici. Fondata da Dominatore Spazzini ha iniziato ad operare a Taino nel 1966 e occupa attualmente oltre una trentina di addetti. Circa il 75% della sua produzione viene assorbita dal mercato estero di cui è responsabile il figlio maggiore del fondatore, Oscar, mentre la produzione è seguita dal secondogenito Massimiliano.
(2/96)

Locati Duilio
nato nel 1964, laureato in scienze dell’alimentazione, ha fatto parte del Teatro Insieme recitando parti comiche, nelle quali ha dato prova delle sue spiccate doti umoristiche.
(4/94)

Lodola Barbara
appassionata di viaggi, colleziona vasi in ceramica che acquista nei vari paesi che visita. Con gli anni si è creata una interessante e particolare collezione. Ha scritto per “La Voce del Dumin” diversi articoli di viaggio.
(6/98)

Longoni Severino
nato nel 1915 a Monzeglio, operaio in Polveriera fu richiamato alle armi nel 1944 e inviato in Russia da dove non fece più ritorno.
(4/95)

Lordi Enrico
originario di Barza, sposò la tainese Luigia Giovanella e con lei e tutti i suoi fratelli e cognati visse in America per diversi anni guadagnandosi una discreta fortuna. Nel 1924 tornò a Taino con la moglie e si stabilì a Cheglio. Figura significativa dell’epoca , si occupò attivamente del paese. Fu presidente dell’asilo infantile e vice-podestà dal 1928 al 1936. Persona generosa aiutò molti tainesi in difficoltà.
(5/97)

Lucchini Gaetano
nato a Secugnago nel 1943, abita a Taino dal 1974. Sposato con Maria Luisa Spoladore, ha due figli. Ora pensionato, ha lavorato come responsabile dell’ufficio tempi e metodi presso la ditta Atos di Sesto Calende. Abile tiratore, fa parte della squadra italiana di tiro alla pistola ad avancarica che nel campionato europeo 1999 si è classificata terza.
Ha iniziato a praticare il tiro con la pistola nel 1968. Da cinque anni è campione provinciale in 4 specialità di tiro con armi moderne. Dal 1995 si è appassionato al tiro con la pistola ad avancarica, specialità di grande spettacolarità e di fascino storico conseguendo degli ottimi risultati e partecipando nel 2000 ai campionati mondiali in Australia)
(6/99 – 1/2000 – 6/2000)

Luini Ghiringhelli Patrizia
abile nel disegno che ha praticato fin dalla giovane età, si diletta nel tempo libero a creare vari oggetti utilizzando diverse tecniche, dalla pittura su ceramica, a quella su stoffa o vetro. In particolare crea fantasiosi e colorati addobbi natalizi impiegando materiale facilmente reperibile come fiori, rami, avanzi di stoffe ecc.
(2/99)


M

Madonnini Silvana
dotata di sensibilità poetica ha scritto e pubblicato numerose poesie, guadagnandosi diversi premi e riconoscimenti. Nel 1990 presso la direzione del Centro Culturale “Arte e Cultura” di Milano ottenne il riconoscimento del titolo di “poetessa”. Nel 1992 vinse il 4° premio al “Premio letterario internazionale omaggio a Pirandello” organizzato dal giornale Avvenire d’Abruzzo. Alcune suoi versi sono stati pubblicati su “La Voce del Dumin”.
(3/92)

Maffini Maria
nota come la sarta di Cheglio, nata nel 1899 è deceduta quasi centenaria.
(1/96)

Maffini Pierino
nato nel 1889, personaggio particolare, fanatico di Fausto Coppi. Era soprannominato “Podestà” per l’autorità da tutti riconosciutagli nel risolvere le dispute che sorgevano al gioco delle bocce per l’assegnazione dei punti.
(5/93)

Magistri Guendalina
nata nel 1979, appassionata di disegno e pittura, dopo aver frequentato un corso di pittura su stoffa ad Angera, ha partecipato ai corsi organizzati dalla pittrice Franca Carra a Sesto Calende.
(3/94)

Mandelli Cinzia
si è laureata nel 1999 in Lingue Moderne presso l’Università Luiss di Milano. Come tesi ha svolto un lavoro di ricerca sulle origini longobarde di molti termini presenti nel dialetto tainese di cui una sintesi è stata pubblicata su “La Voce del Dumin”.
(2-3-4-5/2000)

Manni Francesco
scalpellino, nato nel 1908, era originario di Ghevio. Con il padre Giuseppe, pure scalpellino, fin da ragazzino andò in Svizzera e in Francia a lavorare la pietra. Specializzatosi in arte funeraria, visse e lavorò per alcuni anni a Nancy, poi, ammalatosi, rientrò in Italia e si stabilì con la famiglia a Taino intorno al 1930. E’ deceduto nel 1984.
(4/96)

Marchetti Ilario
nato nel 1987, gioca nella squadra giovanile di Hockey su ghiaccio “Mastini Varese Hockey” già campione d’Italia nel 1987 e 1989. Ha iniziato a pattinare all’età di sette anni e a 10 anni è diventato portiere della squadra, ruolo nel quale continua a giocare. Con la sua squadra ha partecipato a numerosi tornei nazionali e internazionali conquistando nel 1999 il prestigioso Trofeo Topolino ad Aosta e classificandosi al terso posto alle finali nazionali under 12 di Cavalese. Sempre nel 1999 si è guadagnato il titolo di miglior portiere al Torneo Scola di Canazei.
(3/2001)

Marengo Mario
pittore dilettante di Sesto Calende, ha contribuito al successo della mostra “L’Arte per l’Arte” organizzata nel maggio 2000 per il recupero dell’antico mosaico di S.Stefano, donando due suoi pregevoli quadri. Dipinge in prevalenza paesaggi ispirandosi ad angoli suggestivi della nostra zona che interpreta con grande sensibilità e fantasia.
(3/2001)

Margascè
nome dialettale con il quale sono chiamati i chegliesi. Deriva dal fatto che nelle aie, un tempo, venivano stesi i “margasc”, cioè le stoppie del granoturco che, una volta triturate, servivano da lettiera per il bestiame.
(3/91)

Mauri Carlo
nato a Lisanza nel 1899, ma residente a Taino, perse la vita a seguito di un incidente in Polveriera il 2 aprile 1937. Occupato nel reparto caricamento fu investito in pieno dallo scoppio di una tramoggia. Lasciò la moglie Elvira Pedroncelli ed il figlio Marcello di 3 anni.
(1/98)

Miconi Raffaella
nata nel 1969, dotata di buone capacità manuali e di interesse per l’arte, si è specializzata nella creazione di oggetti in pasta di pane che inventa con molta fantasisa e viva sensibilità per il colore.
(2/95)

Mira Bruno
nato a Taino nel 1929, nel 1951 si è trasferito a Thunder Bay, nella regione dell’Ontario in Canada raggiungendo gli zii Carlo Mira e Rosa Ponti emigrati a Port Arthur. Era partito in cerca di fortuna ed in 50 anni di duro lavoro ha raggiunto il suo obiettivo diventando direttore di 11 aziende cinematografiche. Sposato con Maria Stella Cobren ha un figlio, Jeff. Ha mantenuto vivo il suo legame con Taino e ogni due anni circa torna al paese natio con la moglie per ritrovare la sorella Teresa, i parenti e gli amici.
(4/2000)

Mira Carlos Virgilio
nato a Taino nel 1890. Emigrato con il padre in Argentina, conseguì il brevetto di pilota nel 1915 e si dedicò all’attività aviatoria per 22 anni. Si esibì in numerose manifestazioni acrobatiche con un apparecchio Bleriot da lui modificato a cui aveva dato il nome di Golondrina. La sua spericolatezza nel pilotaggio gli valse l’appellativo di El Loco Mira, il pazzo Mira. E’ stato un pioniere dell’aviazione argentina e un geniale inventore, studiò un nuovo tipo di elica.
(3/93 – 1/94)

Mira Catò (famiglia)
il cognome Mira e i suoi derivati è tra quelli più antichi di Taino e appare nei documenti storici a partire dal XVI secolo. I Mira sono originari di Cimbro e a Taino giunsero nei primi anni del 1500. Il primo Mira a risiedere a Taino fu tale Pietro figlio di Giò Giulio. L’appellativo Catò si aggiunse per la prima volta tra il 1558-60 e fu riferito a Cristoforo Mira. Originariamente i Mira Catò abitavano a Monzeglio, località che lasciarono nel 1800, trasferendosi alla “Corte dei Catò” in via Mira d’Ercole. Questa “Corte” è ricordata in particolare per l’attività di scope di betulla ideata da Stefano Mira Catò nato nel 1816 e continuata dai suoi discendenti per quasi un secolo. Tra i figli di Stefano vi fu Serafino nato nel 1860, dotato di un certo talento artistico, studiò pittura all’Accademia di Brera di Milano. Lasciò in paese diversi affreschi di ispirazione religiosa e di buona fattura.
(2/98)

Mira Fabio
si è laureato in ingegneria chimica nel 1996. Sposato, abita ora a Gallarate.
(6/97)

Mira d’Ercole Angelica
nata nel 1867, figlia di Stefano e Isabella Berrini, maestra elementare, insegnò a Taino dal 1885 al 1926. Nel 1892 sposò Domenico Jermoli,, originario di Montegrino Valtravaglia, maestro e segretario comunale di Taino per molti anni. Ebbe sei figli. Si dedicò con passione all’insegnamento e fu un attiva organizzatrice degli spettacoli oratoriani.
(6/95 – 6/96)

Mira d’Ercole Bonenti Gina
originaria di Taino, vive da molti anni a Sesto C. Autrice di diversi libri di poesie, ha meritato più di duecento premi e numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali. Ha collaborato a riviste letterarie come “Alla Bottega” di Milano e a settimanali quali “Eva” e per la pagina letteraria e culturale del quotidiano “La Prealpina”. Da qualche anno si è appassionata alla poesia in dialetto. Si esprime poeticamente in dialetto tainese, la lingua della sua infanzia. Dal 1997 collabora con “La Voce del Dumin” per cui scrive appositamente delle poesie che ricordano il paese e la sua gente.
(1/97)

Mira d’Ercole Enrico (Puliz)
figlio di Pietro del ramo detto dei “Danet”, .fu il primo segretario della sezione tainese del PCI istituita nel 1921 dopo la separazione di 42 iscritti dal partito socialista locale. Partecipò quale delegato al congresso di Livorno. Durante il fascismo subì maltrattamenti e dovette rifugiarsi in Francia. Dopo molte peripezie, ritornò a casa ammalato dove morì nel 1926.
(5/95 – 5/97)

Mira d’Ercole Giovanni (Danet)
nato nel 1893, fratello di Enrico ebbe una grande passione per la bicicletta. Partecipò a numerosissime gare. All’età di 83 anni in sella alla sua bicicletta prese parte ad una gara di 18 chilometri organizzata dalla Proloco Taino.
(5/95)

Mira d’Ercole Marco
nato nel 1893, figlio di Giovanni del ramo detto dei “Capeta”. Fu assunto in Polveriera nel 1919 e trasferito nel 1936 alla Polveriera di Orbetello come capofabbrica, dove perse la vita nel dicembre 1941 a seguito di uno scoppio in un deposito che, insieme a due colleghi, stava ispezionando.
(5/95 – 1/98)

Mira d’Ercole Riccardo
cugino di Gaspare Pajetta, si unì alle formazioni partigiane nel 1944. Fece parte della formazione Beltrami. Fu ucciso dai tedeschi il 6 agosto 1944.
(2/95)

Mira Fortunato
si recò in Francia con la moglie Maria Balzarini negli 1920 a St.Michel s/Orgne non lontano da Parigi dovè lavorò come muratore. A St.Michel nacquero i suoi figli Luigi ed Enrico.
(6/2000)

Mira Franco
nato a Taino nel 1930, figlio di Emilio ed Emilia Merla, ingegnere, risiedeva da molti anni nei pressi del lago di Zurigo con la moglie Hilde e le figlie Claudia e Patrizia. E’ stato ucciso da un gruppo di terroristi durante un’escursione nella zona archeologica di Luxor in Egitto nel 1997, insieme alla moglie e ad altri 40 turisti di varie nazionalità.
(1/98)

Mira Gino
nel 1942 fu arruolato in Aeronautica e inviato a Rodi presso il comando dell’aeroporto di Gadurra. Dopo l’8 settembre 1943 scoppiarono le ostilità con i tedeschi, i quali disarmarono i soldati italiani e fucilarono gli ufficiali. Gino rifiutò l’arruolamento nell’esercito tedesco e fu condotto prigioniero nell’isola di Lero dove i soldati italiani avevano resistito ai tedeschi per 52 giorni. Fu una prigionia durissima. Non aveva da mangiare e per sopravvivere dovette cibarsi di radici. Fu riportato in Italia dagli inglesi e dopo un lungo e drammatico viaggio sulle condotte militari raggiunse casa il 14 agosto 1945.
(1/95)

Mira Giuseppe
di Stefano, nato a Taino nel 1882. Di idee repubblicane-socialiste, si occupò dell’amministrazione comunale, prima come assessore nel 1910 e poi come sindaco eletto due volte nel 1912 e nel 1914. Rimasto orfano in giovane età dovette interrompere gli studi e si impiegò come venditore alla Soara. In seguito, in società con Cesare Merzagora di Angera, creò un’impresa edile che realizzò, tra l’altro, la costruzione della diga di Cremenaga e della galleria di Cogne. Sposò Maria Movalli ed ebbe 5 figli.
(1/97)

Mira Luigina
nata nel 1895, fu la prima tainese di nascita e di famiglia a raggiungere il traguardo dei 100 anni. Nacque al Campaccio in una famiglia contadina numerosa e povera. All’età di 11 anni fu mandata a servizio a Milano. Lavorò poi presso il filatoio Gibert ed in Polveriera, dove fu tra le prime operaie ad essere assunte. Sposò Antonio Berrini e con lui emigrò in Francia dove visse alcuni anni. Nel 1924, ritornata in Italia, si dedicò con il marito al commercio ambulante di salumi che trasportava con un carretto trainato dal cavallo. E’ deceduta nel 1997, quaranta giorni prima di compiere la ragguardevole età di 102 anni.
(1/93 – 3/95 – 4/95 – 6/95 – 6/96)

Mira Pietro
nato nel 1880, fu muratore stagionale in Alsazia e poi capomastro nella regione della Saar in Germania. Sposò Maria Baira e con lei e le figlie visse a Criesburg fino allo scoppio della prima guerra mondiale quando fu costretto a rientrare a Taino. Morì, ancora giovane, nel 1922.
(2/93)

Mira Serena
lavorò per 29 anni in Polveriera al caricamento micce, chiusa da sola per sicurezza in un gabbiotto dove seguiva un filo sottile che si copriva di polvere nera, altamente esplosiva.
La Polveriera ha prodotto tantissimi chilometri di miccia detonante soprattutto per il traforo del Monte Bianco.
(3/97)

Mobiglia (Famiglia)
antica famiglia presente a Taino fin dal secolo XVII. Dal ceppo originario ne sono discese diverse: nel 1870 risultano residenti 4 famiglie Mobiglia e nove nel 1901. La maggioranza delle famiglie discende da Bartolomeo Mobiglia e Rosa Tonella sposatisi nel 1816 e che ebbero 8 figli. Diversi membri delle famiglie Mobiglia emigrarono all’estero. In Francia ad Oyonnax, nella regione Rhone Alpes, vive tuttora la famiglia di Jenine Bricaud, discendente di Bartolomeo.
(6/99)

Mobiglia Carlo
nato a Taino nel 1895 da Ambrogio e Maria Gianella. Primo figlio maschio di cinque fratelli e sorelle, iniziò a lavorare all’età di 11 anni come manovale presso un’impresa edile di Milano. A 14 anni andò in Francia, dove fu occupato prima come manovale e poi come minatore in una miniera nei pressi di Nizza. Fece il viaggio a piedi con altri ragazzi della sua stessa età, sotto la guida di “mercanti di braccia” che venivano in Italia ad arruolare manodopera giovanile a basso costo.
Nel 1912, a 17 anni, emigrò in America, a Placerville, vicino a Sacramento, sull’esempio delle sue sorelle maggiori, Luigina e Desolina, già residenti in California da due anni con i rispettivi mariti. Dopo 30 giorni di traversata per mare, stipato su una nave insieme a centinaia di altri emigranti, e 7 giorni di viaggio in treno, raggiunse la meta grazie al biglietto indicante la sua destinazione fissato sul cappello, poiché non conosceva una parola d’inglese. Lavorò per quasi 10 anni come boscaiolo nelle grandi foreste dell’Eldorado. Nel 1921 ritornò a Taino con un discreto gruzzolo di risparmi che si era guadagnato con tanta, tantissima fatica.
(4/96)

Mobiglia Dante
nato a Taino nel 1929, ha lavorato come attrezzista per 35 anni presso la ditta Zibiro. In pensione dal 1991 si dedica con abilità e passione alla lavorazione del ferro battuto. Crea vari tipi di oggetti, in particolare lampade, con i quali personalizza e abbellisce la propria casa.
(4/99)

Mobiglia Elena
nata nel 1972, diplomata ragioniera nel 1991 presso l’Istituto Commerciale di Sesto C., è impiegata in banca.
(5/96)

Mobiglia Giuseppe
nato nel 1886 a Cheglio nella “cort del Mubili” fu presidente del Circolo Agricolo Chegliese nel 1912, fabbriciere e priore della Confraternita del SS.Sacramento. Dotato di una bella voce guidava il coro in chiesa nelle Messi solenni.
(1/96)

Mobiglia Marco
nato nel 1837, figlio di Bartolomeo e Rosa Tonella, sposò Clementina Giovanella, contadino e “sateroo” (seppellitore) del paese, nel 1912 si salvò a stento dall’incendio scoppiato nella cascina al Roncaccio dove abitava con il figlio Enrico e la nuora Giuditta Longoni.
(6/99)

Molina Federico
giovane architetto emergente che si è indirizzato alla restaurazione d’interni e all’arredamento. Laureatosi nel 1994 presso il Politecnico di Milano, dopo un periodo di tirocinio presso lo studio Trentin di Milano, insieme a la moglie Silvana, ha aperto un proprio studio ed è riuscito in poco tempo ad affermarsi nel settore dell’arredamento acquisendo clienti importanti del mondo dell’arte, dello spettacolo e della moda. Alcuni suoi lavori sono stati molto apprezzati tanto da ottenere il riconoscimento di una pubblicazione su riviste specializzate del settore. Lo stile architettonico che Federico predilige si ispira alla scuola americana del minimalismo.
(4/01)

Monte Rosa
montagna che si erge proprio di fronte a Taino del cui paesaggio è parte integrante.
Chiamata dagli antichi Mons Sylvius, è il più alto massiccio, dopo il Monte Bianco, delle Alpi Pennine. Ha una configurazione complessa, con una imponente serie di giochi e contrafforti montuosi che fanno da spartiacque tra l’Italia e la Svizzera. L’altezza massima è raggiunta dalla punta Dufour, m.4638.
(1/98)

Monti Bruna
maestra di musica, si era diplomata in pianoforte al Conservatorio di Milano dove ebbe come maestro Janigro, primo promotore in Italia di una nuova tecnica pianistica. Nel 1961 Bruna si trasferì a Taino dove insegnò pianoforte a diversi giovani. Spesso suonò il flauto in chiesa. La sua passione era fare lunghe passeggiate per le vie del paese immancabilmente accompagnata dal suo cagnolino che per lei, rimasta solo dopo la morte della madre ultracentenaria, era la sua famiglia. E’ deceduta nel 1994.
(6/96)

Montonati Enrico
pittore, nato nel 1938 a Sesto Calende, vive a Castelletto Ticino. Ha frequentato a Milano il Liceo Artistico e si è diplomato all’Accademia di Belle Arte di Brera, per molti anni ha insegnato educazione artistica nella scuola media di Sesto C. Negli 1980 ha tenuto a Taino corsi di disegno e acquarello.
(5/98)

Monumento “Il Luogo dei quattro punti cardinali”
realizzato nel 1990 dallo scultore Giò Pomodoro e situato nel Parco Pubblico di Taino.
In granito bianco e grigio di Montorfano e rosa di Baveno misura circa 18×18 metri alla sua base ed è alto m.8,64 dal piano del calpestio. E’ un quadrilatero con andamento a spirale nel quale è iscritto il cerchio immaginario della vasca lunata. Incisa sulla pietra è l’indicazione dei quattro punti cardinali, Est, Sud, Ovest, Nord. L’alto pilastro-gnomone richiama il sole e un foro al suo interno permette al raggio di solare di indicare il solstizio d’estate sul pilastro spezzato ai suoi piedi. L’ombra del pilastro indica il solstizio d’inverno, gli equinozi e le date in cui due stelle di prima grandezza, Deneb e Capella, si trovano a mezzanotte sullo zenit di Taino. I calcoli astronomici sono stati eseguiti dall’astronomo Corrado Lamberti.
(5/98)

Monzeglio (località)
è uno tra i luoghi più belli di Taino per la sua posizione elevata e il rigoglio della vegetazione. Anticamente in questa località vi era solo una grande cascina con balconate in legno già segnalata nel 1847 quale proprietà del conte Giuseppe Serbelloni. Agli inizi del 1900 furono costruite, vicino ad essa, altre abitazioni. La famiglia che maggiormente si identifica con Monzeglio è quella dei Mira d’Ercole suddivisa nei due rami dei “Capeta” e dei “Danet”.
(5/95)

Morena Marina
nata nel 1977, diplomata al Liceo Artistico di Varese, specializzata nell’arte del restauro, ha interesse per l’arte e il disegno. Iscritta all’Accademia di pittura e restauro Aldo Galli di Como, tra i vari soggetti pittorici ama particolarmente il ritratto che realizza su grandi dimensioni. Spontaneità e semplicità caratterizzano i suoi lavori. Nel mese di gennaio 2001 ha esposto per la prima volta alcune sue opere presso l’Oratorio di S. Eurosia.
(3/94 – 2/2001)

Moroni Rosa
nota come Rusin, contadina, visse negli anni ’30 del secolo scorso quando Taino era un paese prevalentemente agricolo e la sua vita è un esempio della condizione contadina del tempo. Donna minuta e di bassa statura, per tutta la vita si alzò alle 4 e mezza del mattino e andò a letto alle nove di sera, dopo aver lavorato per 12/14 ore ogni giorno. Nel mese di luglio, si faceva il fieno nei prati della Ca’Nova, qualche chilometro lontano dal centro del paese e tutto il giorno i contadini lavoravano sotto il sole cocente . Alla sera quando tutti erano rimbambiti dalla giornata di lavoro e dal caldo, Rosa partiva con i suoi zoccoli verso casa, attaccava i buoi, tornava con il carro, caricava il fieno e poi lo scaricava in cascina con il “trench”. Terminato il lavoro si sedeva davanti alla porta di casa e cenava con una tazza di latte e “pan de margun”. Aveva due mucche che invariabilmente si chiamavano Grisa e Mora. A loro si rivolgeva in dialetto chiamandole “logia, pelanda, muselun, buellun”. Aveva l’ossessione della sua terra in ordine, un po’ di fieno lasciato sul prato era una vergogna. Per quella terra lei e il marito, Carlin, si erano sacrificati tutta la vita.
(2/96)

Moscatelli Alessia
nata nel 1976, appassionata di equitazione, pratica questo sport dall’età di 10 anni. Ha partecipato a diversi concorsi ippici e nel 1995 si è aggiudicata il primo posto in una gara internazionale di salto ad ostacoli a Cervia.
(2/97)

Moscatelli Pier Carlo
nato nel 1945, appassionato di sport, pratica il tennis e il triathlon, sport quest’ultimo che prevede lo svolgimento di tre prove: il nuoto, la corsa in bicicletta, la corsa a piedi. Ha partecipato a diverse gare, classificandosi, nella propria categoria, ai primi posti. Nel tempo libero, oltre che allo sport, si dedica alla lavorazione del legno, passione che ha ereditato dal nonno falegname. Per la sua casa ha realizzato diversi mobili.
(6/98 – 3/99)

Mossotti Dorino
nato nel 1921, geniere degli Alpini, fu inviato sul fronte russo nel 1942. La famiglia ricevette sue notizie fino al gennaio 1943, dopo tale data risultò scomparso. Suo padre tentò in tutti i modi di sapere quale fosse stata la sorte del figlio, ma tutto fu vano. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ne ha comunicato ufficialmente la morte alla famiglia l’11 maggio 1998.
(4/95- 3/99)

Movalli Ernesta
sorella di Stefano, falegname ed iniziatore dell’attività tuttora esistente a Taino, sposò nel 1896 il vetraio Edoardo Bormioli di Sesto Calende, ma proveniente da Altare, località nell’entroterra di Savona, famosa fin dal medioevo per l’industria del vetro, lì portata da vetrai francesi. Da Altare giunsero alla fine del XIX secolo a Sesto C. parecchi vetrai che occuparono nella vetreria di S.Anna i posti professionalmente più qualificati favoriti sia dalla loro storica preparazione, sia dal fatto che i titolari dell’azienda erano a loro volta originari di Altare (Bordoni, poi Bertoluzzi).
(3/96)

Movalli Guglielmo
nato nel 1899, di professione falegname, mestiere che apprese dal padre Stefano e che ancora è continuato dal figlio Enrico. Molto abile nel suo lavoro seppe creare una media impresa con 25 dipendenti. Le prime macchine acquistate nel 1920, furono installate da Guglielmo in un portico del palazzo Serbelloni-Corti, messogli a disposizione dal marchese Corti che apprezzava il lavoro di questo artigiano. In seguito l’officina si trasferì in via Mira d’Ercole, dove è tuttora. Guglielmo lavorò anche per l’accademia di Brera e il museo Poldi Pezzoli di Milano. Sue sono anche tutte le opere lignee della chiesa del Sacro Cuore di Gallarate.
(3/98)

Movalli Mario
scalpellino, nato a Taino nel 1898 da Cesare e Virginia Sancassiano, primogenito di nove figli, apprese i primi rudimenti della lavorazione della pietra da suo padre, che abbinava al lavoro di oste anche quello di scalpellino. Appassionato di disegno, frequentò la scuola tecnica di Arona. Dopo la prima guerra mondiale alla quale partecipò nel reggimento genio-ferrovieri, non trovando lavoro in Italia, emigrò nel 1920 in Francia. Assunto nel 1927 dalla ditta edile E.Meaume, specializzata nel restauro di monumenti ed opere d’arte, lavorò per circa 10 anni, in qualità prima di capo scalpellino e successivamente di capo cantiere, alla ricostruzione di numerose chiese danneggiate e semidistrutte dai bombardamenti subiti nella regione dell’Aisne, nel nord della Francia durante il conflitto del 1914-18 lasciando una importante testimonianza del valore e delle capacità di cui gli scalpellini italiani hanno dato prova in tutto il mondo.
(5/96)

Movalli Sergio
nato a Sesto C. nel 1920, figlio di Giuseppe e Natalina Mira, entrambi tainesi, partì volontario a 18 anni. Combattè in Albania e Jugoslavia, guadagnandosi per il suo coraggio una medaglia di bronzo. Nel 1942 fu inviato sul fronte russo, preso prigioniero, morì in campo di concentramento.
(4/95)

Movalli Vittorio
scultore, nato a Port Arthur in Canadà nel 1893 dove i genitori Luigi ed Ernesta Pedrizzetti erano emigrati. Tornò giovanissimo in Italia e studiò scultura all’Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 1923 si trasferì a Roma per perfezionarsi sotto la guida dello scultore Zanelli, autore dell’Altare della Patria. Espose le sue opere in diverse mostre. Nel 1927 partecipò all’Esposizione Internazionale di Barcellona con sei opere, con cinque a quella di Parigi del 1933. Ebbe autorevoli riconoscimenti per il suo lavoro e l’Accademia Albertina di Roma lo accolse tra i suoi membri. Viaggiò molto, soffermandosi particolarmente in India dove ebbe diverse commesse ed eseguì anche un busto a Gandhi. Tra le opere più importanti da lui realizzate vi sono due monumenti ai caduti, uno eretto ad Arona in collaborazione con lo scultore Pozzi ed uno a Vanzaghello in provincia di Milano. Di stile neoclassico, ebbe come maestri ideali il grande Canova e Bartolini. Aveva il suo laboratorio in via Toti.
(5/96)

Movimento Terza Età
costituitosi in parrocchia intorno al 1985 è un gruppo finalizzato alla promozione degli anziani attraverso un cammino di spiritualità secondo gli scopi e l’organizzazione caldeggiata dal cardinale Giovanni Colombo nel 1972. Inoltre si propone di favorire l’amicizia e la socializzazione attraverso incontri periodici anche festosi. Le responsabili dell’animazione del gruppo, composto da una ventina di donne, sono Rina Gianelli e Lina Fugazzola.
(1/97)

Mutti Ponti Paola
nata nel 1965 ad Angera, abita a Taino dal 1995, anno del suo matrimonio con il tainese Giorgio Ponti. Lavora nella farmacia di Taino.
(5/98)


N

Nicò Fabio
nato nel 1961, diplomato alla scuola alberghiera di Stresa, si è trasferito a 17 anni in Germania dove ha lavorato come cuoco in diversi ristoranti nella regione della Saar, iniziando presso il ristorante di proprietà del tainese Giordano Mira d’Ercole che da oltre 30 anni vive e lavora in Germania. Nel 1988 Fabio ha aperto con due amici un proprio ristorante e successivamente nel 1993 un servizio di ristorazione per feste nella cittadina di Riegelsberg.
(1/97)

Nicò Marco
nato nel 1967, abile fotografo, è particolarmente dotato nel riprendere immagini della natura ed oggetti d’arte per i quali ha sviluppato una notevole abilità. Da anni collabora con “La Voce del Dumin” ed è stato l’autore di quasi tutte le fotografie pubblicate nei libri sulla storia di Taino editi dalla Parrocchia.
(1/95)

Nido
accoglie i bimbi da zero ai tre anni. Servizio comunale, fu creato nel 1958 con il contributo della società Montecatini per rispondere in particolare alle richieste delle lavoratrici della Polveriera. Dato però il rischio che comportavano le lavorazioni nello stabilimento del Campaccio, non fu autorizzata la sua sistemazione presso l’azienda. Fu stipulato un accordo con l’Amministrazione Comunale che concesse due locali del proprio edificio. La gestione fu inizialmente affidata all’OMNI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia, sciolta nel 1976) e poi al Comune. I primi bimbi a frequentare il Nido furono otto affidati alle cure di Luisa Perucco, per molti anni levatrice del paese, e di Rita Fuser. In seguito subentrarono Eufemia Zampiriolo e Anna Rattaggi sostituita poco dopo da Luigina Baranzelli. Attualmente prevede una frequenza fino a 18 bambini che vengono accuditi da Maria Rosa Forsinetti, coordinatrice in servizio dal 1966, Marisa Franco, in servizio dal 1971 con la collaborazione part-time di Miriam Grigoletto e Annamaria Villa. Cuoca-inserviente è Lucia Ricchiuti.
(2/96)

Nirni Carlo
nato nel 1948, cultore a livello amatoriale del Triathlon, (gare di nuoto, bici, corsa) si è classificato nel Torneo Idroscalo del 2 ottobre 1998 al quarto posto, superando le tre prove in 1h 30m 52″.
(6/98)

Nirni Nicola
esposto dell’Ospedale di Milano, allevato dalla famiglia Bielli, rimase profondamente legato a Taino e nel 1908 sposò la tainese Carolina Cogliati, operaia al Bernocchi.. Di professione muratore, aveva la passione dell’orto nel quale coltivava anche il tabacco.
(1-2/99)


O

Olmo (albero)
un grande e antico olmo posto all’inizio del viale dei Carpini è stato un po’ il simbolo di Taino. Secondo alcune ricerche effettuate da Adolfo Aldi si supponeva che un olmo fosse già stato piantato all’epoca della costruzione del palazzo Serbelloni verso la fine del 1500. L’antico olmo che è caduto il 5 giugno 1994 fu con probabilità messo a dimora dai francesi intorno al 1636, dopo la battaglia di Tornavento e la denominazione “ulmin” (piccolo olmo) tramandata nei secoli e con il quale i tainesi hanno sempre chiamato questa pianta risale forse a quell’epoca.
(4/94)

Olmo (Centro del)
edificio situato in piazza Pajetta, fu originariamente la casa del Balilla costruita nel 1933 su un area donata dal marchese Gaspare Corti. Nel 1938 fu predisposto dall’arch. Mario Baciocchi un progetto per la formazione di una vasta piazza che prevedeva di incorporare detto edificio nella Casa del Fascio che si intendeva costruire. Il progetto non ebbe seguito per lo scoppio della guerra e la casa del Balilla fu utilizzato, negli anni successivi, come sala cinematografica.
Ristrutturato negli anni 1987/88, ospita oggi una sala polivalente e la biblioteca.
(3/94)

Oratorio dei SS. Cosma e Damiano
chiesetta antichissima di Cheglio, la cui costruzione originaria in sassi risale al IX-X secolo, a pianta quadrata (caratteristica rara) fu utilizzata come abside della chiesetta dell’Annunciazione di Maria Santissima del XII secolo. L’abside contiene resti di affreschi di epoca carolingia, nell’aula, dietro all’altare quelli di un affresco quattrocentesco e altri di epoca più tarda. La chiesa, di proprietà privata e incorporata fin dal 1577 nella casa di abitazione dei massari, non è utilizzata da moltissimi anni e si trova in cattivo stato di conservazione. Antica tradizione contadina era recarsi in processione a questo Oratorio, che veniva aperto al pubblico, il 25 marzo di ogni anno in occasione della festa dell’Annunciazione.
(2/93 – 1/96)

Oratorio di S. Eurosia (Gesioe)
situato all’angolo tra via Garibaldi e via Piave, fu ricostruito e ampliato nel 1858 su un Oratorio lì già esistente dedicato a S.Eurosia protettrice dei frutti della terra, per volontà del duca Giuseppe Serbelloni in memoria della figlia Amalia, morta giovinetta e devota alla Santa..
S,Eurosia, S.Sebastiano e S.Antonio Abate (dal “purcel”) sono raffigurati su tre pareti interne, gli affreschi sono oggi però parecchio danneggiati a causa dell’umidità. Le infiltrazioni di umido hanno reso vano il tentativo di ripulirli e renderli più accettabili effettuato nel 1996 da Paolo Zago Il piccolo altare e le porte in legno di noce sono state restaurate da Enrico Movalli. L’Oratorio fu usato anche come camera ardente e dal 1993 per esposizione di piccole mostre su aspetti di vita e cultura locali.
(4/93 – 4/96)

Oratorio della Natività di Maria Vergine
chiesetta annessa al palazzo Serbelloni, venne edificata nel 1813 per volontà del duca Marco Serbelloni.
(5/94)


P

Pagliari Gabriela
nata nel 1973. Diplomatasi presso il Liceo Artistico di Varese, si è specializzata nella tecnica del mosaico a Ravenna. Nel 2000 ha conseguito la laurea in Conservazione dei beni culturali.
(6/93 – 3/99)

Pajetta (famiglia)
è una tra le famiglie più antiche di Taino e appare nei documenti storici per la prima volta nel 1468. Questo cognome ha una stretta attinenza con il mondo contadino, deriva infatti da “paglia”. Nel corso del tempo ha avuto diverse dizioni: Paglietta, Paetta, Paletta e Pajetta.
Per diversificare le varie famiglie con il medesimo nome si utilizzarono dei soprannomi. Già nel 1648 si trova un Carlo Antonio Paletta detto “Marcione”. Nello stato delle anime del 1573, tra i 26 nuclei familiari residenti a Taino, vi sono 6 famiglie Paletta.
Nel censimento del 1870 sono 10, diventate 12 nel 1901. In seguito il loro numero è andato calando.
(1/99)

Pajetta Ettore
giovane attivista comunista, ha lasciato un memoriale in cui racconta, tra le vicende della sua vita, un episodio di violenza di cui fu vittima: incappato in alcuni fascisti, che lo avevano sorpreso solo per le strade del paese nella notte del 23 febbraio 1923, fu costretto a bere l’olio di ricino. Evitò le percosse grazie all’intervento di una vecchia fruttivendola che, sentite le sue grida, uscì di casa e prese la sue difese.
(5/97)

Pajetta Gaspare
figlio di Carlo ed Elvira Berrini, crebbe in una famiglia profondamente antifascista. Dopo l’8 settembre 1943 si mise in contatto con il comandante Cino Moscatelli e prese parte all’organizzazione delle prime bande partigiane. Combattè in Val Strona con la formazione Beltrami. Caddè a Megolo nel 1944. E’ stato insignito della medaglia d’argento al valor militare.
(2/95)

Pajetta Oreste
cugino di Gaspare, dopo l’8 settembre 1943 si unì ai gruppi partigiani nelle Langhe. Fu ucciso insieme a tutto il suo Comando da una squadra fascista il 10 aprile 1945 a Corio Canavese. Alla sua memoria è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare.
(2/95)

Pajetta Piero
figlio di Carletto e di Giuseppina Mira Catò, antifascista, combattente volontario nella guerra di Spagna del 1936, visse diversi anni in Francia dove dal 1941 lottò a fianco dei Macquis. Dopo l’8 settembre 1943, rientrò in Italia e in Val Pelice organizzò per conto del Comando Garibaldino per l’Alta Italia le formazioni partigiane. Fu ucciso ad Adorno Micca in una imboscata nel febbraio 1944. Alla sua memoria è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare.
(2/95 – 5/95 – 1/99 )

Pajetta Pietro (Mucet)
Nato intorno al 1840, contadino, aveva il soprannome di Mucet perché con il falcetto, mentre lavorava i campi, si era mozzato – in dialetto mucet – il dito di una mano.
Persona molto religiosa, fu Priore della Confraternita del SS.Sacramento dal 1877 al 1909. Sposò Cesarina Berrini ed ebbe sei figli, due maschi e quattro femmine.
(1/99)

Pecchio Luigi
figlio di Carlo detto Carloeu che fu sacrestano della Chiesa e di Amalia Berrini. Nel 1950 con la moglie Ines Pedrizzetti e i figli Giancarlo e Roberto si trasferì in Francia a St.Margherite nella regione dei Vosges. Lavorò come falegname presso ditte francesi. Nel 1975 con i figli fondò un’impresa propria di carpenteria condotta oggi dal nipote Andrea.
(6/2000)

Pedrizzetti Ambrogina (Suor Gaetanina)
nata nel 1874 a Cheglio da Gaetano e Luigia Movalli. Nel 1894 abbracciò la vita religiosa entrando nell’ordine delle Suore di Maria Bambina. Prestò per 50 anni la sua opera di infermiera presso l’Ospedale Zanoncello di Calcio (Bergamo). Morì nel 1952 dopo 58 anni di vita religiosa.
(6/93)

Pedrizzetti Davide
nato nel 1969, si è dedicato come hobby alla creazioni di vetri artistici legati al piombo.
(1/94)

Pedrizzetti Ettore
nato a Taino nel 1920, si trasferì in giovane età ad Arona dove svolse l’attività di imprenditore edile. Ritiratosi dalla professione iniziò nel 1985 a dilettarsi di pittura seguendo un corso tenuto dal maestro De Venezia. Lavorando con impegno e acquisendo man mano uno stile personale, ha partecipato a diverse esposizioni, guadagnandosi riconoscimenti e premi a livello nazionale. Collabora attualmente con il maestro De Boni ai corsi di pittura organizzati dall’Università della Terza Età di Sesto Calende.
(2/99)

Pedrizzetti Jerome
nato nel 1971, figlio di Zaverio e Jacqueline Fossati, a Parigi dove il padre si era trasferito nel 1967. Jerome ha studiato Legge presso una “Grande école”. Dopo aver conseguito il dottorato ha iniziato ad esercitare la professione presso uno studio di avvocati tra i più grandi e rinomati di Francia con filiali nelle principali città del mondo. Nell’agosto del 1996 si è sposato con Marie-Eudoxie de Montmarin, discendente da una nobile famiglia francese.
(3/97)

Perdoncin Claudio
nato nel 1972, fin da piccolo ha avuto una grande passione per i camion come il padre e gli zii. Prima ancora di compiere 19 anni è riuscito a conseguire la patente speciale per condurre l’autocisterna. Con il suo articolato trasporta fino a 450 quintali di prodotti in polvere al giorno lungo le strade della Lombardia e del Piemonte.
(5/95)

Peretti Ghiringhelli Rachele
operaia in Polveriera, fabbrica nella quale entrò a lavorare nel 1937, il giorno dopo il suo quattordicesimo compleanno. Con i soldi della sua prima paga, £.46, acquistò un paio di scarpe. Fu per lei una grande soddisfazione.
(4/97)

Perin Federico
è stato un buon corridore ciclista dilettante ed ha vinto parecchie gare. Fece parte della squadra di Alfredo Binda e partecipò nel 1958 al “Trofeo Fanchini”, gara ciclistica promossa da Angelo Fanchini, titolare dell’omonimo salumificio e suo datore di lavoro.
(5/2000)

Perin Mario
apicultore per diletto da oltre 20 anni. Il suo apiario comprende 4 arnie e 2 sciami che producono circa un quintale di miele all’anno che viene raccolto in periodi diversi. A primavera raccoglie il miele d’acacia prodotto coi fiori di robinia, in estate il miele di castano e verso la fine di settembre il miele prodotto dai fiori di campo.
(4/97)

Petrignani Massimiliano
nato nel 1972, laureato in ingegneria gestionale, ha una grande passione per il teatro. Ha recitato con la compagnia del Teatro Arcobaleno di Varese, sostenendo varie parti e mostrando la sua capacità di immedesimarsi in ruoli anche molto diversi. Ha preso parte al Recital di Natale del 1999.
(4/94 – 1/2000)

Pizzi Enzo
musicista e abile maestro. Milanese di origine, impiegato di banca, sposò Evelina Fugazzola e si trasferì a Taino nel 1965. Suo padre fu sostituto-direttore dell’orchestra della Scala e lui studiò violino e suonò anche nell’orchestra diretta dal padre. Dotato di eccezionale orecchio musicale si accorgeva del più piccolo errore. Insegnò a suonare l’organo a diversi giovani tainesi, tra i quali Marco Forni e Angela Villa.
(6/96)

Polveriera (fabbrica)
nel 1914 fu aperta in località Campaccio una fabbrica di esplosivi. I primi sentori di questa attività, che tanto ha segnato la vita del paese, si ebbero nella primavera del 1908 quando l’ing. Ottorino Magnani di Milano acquistò dei terreni al Campaccio, il quale però, per carenza di fondi, sospese il progetto. L’iniziativa fu ripresa dalla società anonima Davey Bickford e Smith per i buoni uffici dell’ing. Savoia. La costruzione dei due primi depositi per gli esplosivi, uno al Campaccio e l’altro presso il lago alla cascina Tognoli, sotto la direzione del signor Felix Roulet-Morel di Neuchatel, terminarono nel dicembre 1913 e l’anno dopo iniziarono le prime assunzioni di operai, circa una sessantina. Negli anni successivi la fabbrica si estese: furono edificati altri capannoni e i terrapieni di protezione. La sua massima espansione fu durante la seconda guerra mondiale, periodo in cui furono occupate circa 1500 persone.
Nel 1935 la Polveriera, denominata società italiana Bickford, fu inserita in una concentrazione di varie aziende produttrici di esplosivi assumendo il nome di SGEM (Società Generale Esplosivi e Munizioni). Nel 1943 si chiamò Nobel-SGEM a seguito di un’altra fusione con la società S.A. Dinamite Nobel. Nel 1952 fu acquisita dalla Montecatini e di questo grande gruppo fece parte fino al 1969, anno in cui nacque la Montedison (unione Montecatini-Edison). Cessò la propria attività il 25 novembre 1972 e nei 58 anni della sua esistenza diede lavoro praticamente a quasi tutti i tainesi.
(1/97 – 4/97)

Polveriera (bombardamento)
una mattina del gennaio 1945, tre caccia bombardieri alleati P47, dopo aver sorvolato a bassa quota il centro del paese, si diressero verso la Bruschera e lì sganciarono le bombe sui depositi munizioni della Polveriera che esplosero. La deflagrazione fu sentita a chilometri di distanza e ad Arona, a causa dello spostamento d’aria, si frantumarono i vetri di molte case. Non vi furono morti. Il deposito della SGEM dopo questo bombardamento fu trasferito a Vergiate e lì nuovamente bombardato nel mese di marzo, allora persero la vita tre militari ed un custode.
Altri bombardamenti furono effettuati sul ponte ferroviario di Sesto C., che, dopo 9 infruttuosi tentativi, venne abbattuto il 3 ottobre 1944.
(5/94 – 2/95)

Polveriera (scoppio)
alle ore 14,30 del 27 luglio 1935 nel reparto imballaggio avvenne una violenta esplosione e 35 lavoratori, di cui 16 tainesi, persero la vita. Fu un lutto che colpì profondamente il paese e questo grave incidente è rimasto vivo nella memoria dei tainesi. I resti delle vittime furono innumate in una cappella al cimitero, cappella che in precedenza aveva raccolto le salme dei nonni, genitori e sorella della duchessa Maria Serbelloni. A ricordo delle vittime è stata posta nel 1998 all’ingresso del Centro dell’Olmo una targa affissa sotto un bassorilievo raffigurante S.Barbara, protettrice degli artificieri, un tempo situato all’interno dello stabilimento.
(5/95 – 3/97 –1/99)

Ponti Alessandro
nato nel 1979, appassionato di musica, ha iniziato a 8 anni a suonare il piano, strumento che padroneggia con grande abilità.
(2/94)

Ponti Caterina (Suor Ancilla)
nata nel 1875 da Leone e Matilde Movalli. Entrò nell’ordine delle Suore di Maria Bambina di Milano e prese i voti nel 1894.Durante la prima guerra mondiale prestò la sua opera per i militari ammalati presso l’Ospedale di Nave, in provincia di Brescia. Morì nel 1946 a 71 anni dopo aver vissuto 52 anni di vita religiosa.
(6/93)

Ponti Rinaldo (don)
sacerdote, nato a Cheglio nel 1911. Terminati gli studi in Seminario, fu inviato alla parrocchia di Borsano, ma presto dovette tornare a casa perchè colpito da una grave malattia, la sclerosi a placche, che lo costrinse in poco tempo immobilizzato su una carrozzella. Spirito semplice, accettò con grande rassegnazione la sua infermità, recandosi con grande fede e speranza ogni anno a Lourdes. Di carattere deciso ma nel tempo stesso molto disponibile amava stare soprattutto coi giovani, verso i quali seppe sempre essere indulgente. Quando la paralisi progredì inesorabilmente, fu ricoverato in un istituto specializzato a Milano dove morì nel 1964.
(5/91)

Pontiggia Giuseppe
nato nel 1915 a Legnano, figlio della tainese Adele Ghiringhelli. All’età di 12 anni emigrò con la famiglia a Framingham nel Massachusetts (USA) dove già abitavano diversi tainesi. Nel marzo 1942 fu richiamato alle armi. Inserito nella 101° divisione aviotrasportata, fu inviato nel settembre 1943 in Inghilterra come pilota d’alianti. partecipò allo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944 (D-DAY) e successivamente prese parte all’invasione dell’Olanda (operazione Market-Garden). Cadde in Olanda, vicino a Zetten, il 6 ottobre 1944 e lì fu sepolto. Nel 1948 la sua salma fu riportata a Framingham e onorata da un funerale militare. In occasione della commemorazione del 25 Aprile 2001 è stato ricordato nella mostra fotografica “I Liberatori” allestita al Centro dell’Olmo.
(3/2001)

Popolazione
nel corso del XX secolo la popolazione di Taino ha subito delle modifiche. Si è praticamente raddoppiata a partire dal 1881, anno in cui erano residenti 1535 persone. Cambiata è anche la sua composizione originaria: dall’analisi dei dati anagrafici (febbraio 1996) risulta che circa il 41% delle famiglie residenti proviene da altri comuni o da paesi esteri. Complessivamente le famiglie non italiane residenti corrispondono al 3,5% della popolazione. L’emigrazione avvenuta all’inizio del secolo ha allontanato dal paese circa il 10% della popolazione. Nel quarantennio 1951-1991 la popolazione è cresciuta con un incremento pari al 40,8%. Al 31 dicembre 1998 la popolazione contava 3109 abitanti. Nel corso del 1998 sono nati 28 bambini e si sono verificati 37 decessi dati identici a quelli del 1997. Vi è un saldo positivo tra immigrati ed emigrati grazie ai nuovi residenti provenienti in maggioranza da altre località della Provincia. Nell’anno 2000 risultano residenti a Taino 3179 persone di cui 1548 maschi e 1631 femmine. Le famiglie sono 1323.
(2/96 – 2/99 – 2/2000)

Porotti (famiglia)
il nome Porotti compare per la prima volta in un documento del 1840, dove le sorelle Maria e Caterina Porotti, figlie del fu Gerolamo livellario del conte Serbelloni, sono indicate come proprietarie di due pertiche di terreno. Nel censimento del 1870 sono segnalate due famiglie Porotti, in quello del 1901 le famiglie censite sono quattro.
(2/2000)

Porotti Carlo
nato nel 1832 fu consigliere comunale per alcuni anni alla fine del 1800 e sindaco nei primi anni del 1900. In questo suo incarico accolse il parroco don Martino Vignati il 27 dicembre 1907. Era chiamato in paese “al sindac di zuccuron” perché calzava gli zoccoli come tutti i contadini dell’epoca.
(2/2000)

Porotti Lidia
pronipote di Carlo, ha una particolare abilità nel creare piante “bonsai”, una tecnica che ha appreso in Germania, paese in cui visse con il marito Giovanni Bossi, diversi anni. Circa una ottantina di graziosissimi alberelli in miniatura costellano la sua casa e il suo giardino.
(6/98)

Prandoni (famiglia)
Giorgio e Graziella coi figli Gigi e Silvia vivono a Taino del 1975. Giorgio è stato per 23 anni direttore della Manifattura di Taino e Graziella ha insegnato matematica e scienze presso la locale scuola media dal 1976 al 1982.
(5/98)

Prandoni Silvia
nata nel 1973, si è laureata in Fisica presso l’università degli Studi di Milano e lavora presso una società di informatica.
(6/96)

Preti Bielli Mariuccia
originaria di Piacenza, abita a Taino dal suo matrimonio con il tainese Luigi Bielli. Abile ricamatrice, tra i numerosi lavori, ha realizzato una tovaglia d’altare per la Chiesa di Taino e ricamato la cotta che don Cristian Fattore ha indossato nella celebrazione della sua prima Messa.
(6/99)

Pro Loco Taino
associazione fondata nel 1970 da un gruppo di tainesi per promuovere attività ricreative e culturali in paese sotto l’egida dell’Ente per il Turismo di Varese. Tra le numerose iniziative vi è stata l’organizzazione del Carnevale, della sfilata dell’Epifania, la corsa campestre dall’Ulmin all’Ulmin, la festa di S.Giovanni a Cheglio, il mercatino di Tuttounpo’, la promozione di viaggi e gite varie. Tra le opere permanenti di arredo urbano ha provveduto all’illuminazione esterna della chiesa di S.Stefano, all’affresco della Meridiana sulla facciata sud della Chiesa parrocchiale, la sistemazione dell’orologio pubblico. L’associazione non ha fine di lucro ed è sovvenzionata dalla quote dei soci e da un contributo dell’Amministrazione comunale. Il direttivo, eletto dai soci, rimane in carica tre anni. A questo organismo partecipano tre consiglieri comunali. Presidenti dal 1970 ad oggi sono stati: Alfredo Baccini, Adolfo Aldi, Gino Molina, Angelo Crippa e Antonietta Canesso.
(3/93 – 5/97- 4/2000)


R

Re Magi (sfilata)
un corteo in costume, composto da 3 re a cavallo, da angeli, pastori, contadini e da tutti quei personaggi legati al tempo e alla storia dei Re Magi sfila ogni anno nel giorno dell’Epifania per le vie del centro del paese fino alla piazza della Chiesa, secondo una antica tradizione locale.
Un documento del XVI secolo, conservato presso la Curia Arcivescovile di Milano, spiega che i doni portati dai Re Magi in corteo, rappresentassero la “decima” che la popolazione di Cheglio portava ogni anno il giorno dell’Epifania al curato di Taino per i servizi resi alla comunità.
(1/91 – 1/96)

Rigamonti Emilio
nato nel 1891, industriale, abitava a Milano ma fu sovente a Taino che frequentò fin dalla più giovane età. Nel 1921 sposò la tainese Lidia Villa e si affezionò moltissimo al paese e ne aiutò la popolazione in numerose circostanze. Fu podestà di Taino dal 1937 al 1945.
(6/98)

Rigone Michele
nato nel 1980, ha iniziato all’età di 11 anni a giocare a golf, ottenendo fin da ragazzino ottimi risultati e conquistandosi numerosi premi. Michele è un giocatore di potenza che eccelle nei colpi lunghi. Componente della squadra italiana che nel 1999 ha vinto il torneo europeo di golf.
(6/94 – 6/99 – 1/2000)

Roncaccio (cascina)
Originariamente di proprietà dei Serbelloni era denominata Cascina Vecchia. Solo successivamente le fu dato l’appellativo Roncaccio in riferimento alla sua ubicazione. Con il termine ronco/roncaccio si intendeva una zona fertile, generalmente coltivata a vite, in posizione sopraelevata e soleggiata. Nel 1906 la cascina fu acquistata dall’ing. Carlo Berrini e in seguito passò al marchese Gaspare Corti alla cui famiglia appartenne fino al 1966, anno in cui il conte Aldo Borletti acquistò una vasta area in località Boscoforte, inclusa la cascina. Nel 1980 fu venduta dalla vedova Borletti ad architetti milanesi che l’hanno completamente ristrutturata trasformandola in una elegante residenza. Tra coloro che abitarono e lavorarono al Roncaccio vi fu, alla fine del 1800, la famiglia Ghiringhelli, originaria di Capronno, poi la famiglia di Marco Mobiglia (Giovin) che nel 1912 dovette affrontare un incendio che distrusse il fienile e gran parte dell’abitazione. Nel 1922 vi abitava la famiglia Boca, proveniente da Carpignano, poi i Ferla e nel 1928 la famiglia Fantin originaria di Marostica nel Veneto. Nel 1941 subentrarono i Vavassori che provenivano da Ticengo in provincia di Cremona. Dalla stessa provincia, precisamente da Casaletto di Sopra erano originari anche i Signorelli, ultima famiglia contadina a risiedere nella cascina prima della sua ristrutturazione.
(4/96)

Roncaccio (località)
fino agli anni ’60 del secolo scorso la zona del Roncaccio era coltivata a frutteto che si estendeva per circa 17 pertiche, sicchè peschi, ciliegi, prugni e vigne erano al posto dell’attuale bosco. Il frutteto fu sostituito a partire dal 1976 da vivai di azalee coltivate dalla società agricola “Il Boscoforte”.
(4/96)

Roncari Pasquale (Palin)
nato a Cuirone nel 1872, da giovane emigrò in Canadà. Tornato a casa lavorò prima come mugnaio e poi aprì uno spaccio/osteria a Lentate. Intorno al 1916 si trasferì a Taino con la moglie e i cinque figli dove aprì un’osteria con annessa sala da ballo. Nel 1917 acquistò dal parroco don Martino Vignati l’area intorno all’oratorio di S.Eurosia.
(4/94)

Rossere (cascina)
situata nella corte degli “uchim” (vicolo Alvod) è tra le più antiche di Taino, già presente nel 1611. Qui hanno sempre vissuto componenti della famiglia Bielli. Luigi Bielli, nato intorno al 1860, acquistò nei primi anni del 1900, quando i Serbelloni cedettero tutte le loro proprietà, la cascina che poi lasciò in eredità ai due figli maschi, Giovanni e Giuseppe.
Giovanni con la moglie Maria Monteggia e i tre figli visse sempre nella cascina facendo il contadino; Giuseppe, di professione ferroviere, visse invece a Milano con la moglie Maria Sculatti e le due figlie, ritornò però, una volta in pensione, a Taino e qui visse fino alla morte. Oggi la cascina restaurata e suddivisa in vari appartamenti è abitata da Rosetta Bielli, figlia di Giovanni con il marito Arturo Forni e da Annamaria e Massimo Carnelli, nipoti di Giuseppe.
(4/99)

Rossi Piera
di Varallo Pombia, nata nel 1918 è vissuta da bambina a Taino dove suo padre Giovanni era sorvegliante presso il casello ferroviario. Abitava in località la Pezza e ancora oggi a distanza di molti anni ricorda con molto affetto il paese della sua infanzia.
(4/2000)

Rossotti Samanta
nata nel 1975, ha fatto parte della squadra italiana dei cercatori d’oro che nel 1995 ha vinto il campionato mondiale. E’ iscritta all’associazione Goldpanning School di Ispra che allena gli atleti per questo particolare sport in cui gli italiani hanno dimostrato di saper dare ottimi risultati.
(5/95)


S

Sala Gaetano (Don)
parroco dal 1821 al 1840, fu anche maestro della scuola elementare, frequentata nel 1824 da 48 maschi e 37 femmine. All’epoca di Don Sala la Diocesi di Milano era retta dall’Arcivescovo Conte Carlo Gaetano di Gainsruck, i cui numerosi proclami rivolti al clero sono ora conservati nell’archivio parrocchiale di Taino.
(2/2001)

Salbego Federica
nata nel 1989, è appassionata di calcio. Gioca nella squadra esordienti dell’Angera Calcio, unica ragazza in una squadra maschile. Dopo alcune difficoltà iniziali si è ben inserita nel gruppo raggiungendo un completo accordo coi compagni di gioco. Il suo ruolo è sulla linea di difesa. La sua squadra ha vinto nel 2001 la coppa in palio nel torneo di Angera. Federica non è l’unica tainese presente in questa squadra. Presidente dell’Angera Calcio è da molti anni il Sindaco di Taino, Gianluigi Bielli.
(5/2001)

Salina Tiziana
originaria di Sesto Calende, vive da qualche anno a Taino con il marito e i due figli. Appassionata d’arte, ha sviluppato la capacità di lavorare coi bambini. Nello scorso anno scolastico ha realizzato con i bambini della scuola elementare di Taino un progetto di creatività artistica basato sull’arte di Lucio Fontana, con l’obiettivo di far conoscere ed avvicinare i bambini all’arte contemporanea ed imparare giocando. Per l’anno 2001 ha ideato il progetto “Faccia-mo”, ritratto e autoritratto, sempre rivolto ai bimbi della scuola elementare.
(2/2001)

San Damiano (cascina)
per oltre 250 anni, fino alla fine del XVII secolo, appartenne ai de’Avogradi di Angera, passò poi per eredità al canonico Giuseppe Aycardi e ai suoi successori fino al 1849, anno in cui divenne proprietà della famiglia Castiglioni e da questi ceduta alla vedova Paletta la cui nipote vendette a sua volta la masseria nel 1921 ai coniugi tainesi Stefano Forni (Pagnac) e Giovannina Berrini. Nel 1932 Roberto Rodi di Lesa acquistò la cascina e le terre di San Damiano. I suoi discendenti ne sono tuttora proprietari e vi abitano dal 1962. Nel 1579 i due locali di abitazione annessi all’Oratorio erano utilizzati da Tommaso Cerutti. Nel 1637 affittuario era Batta Badano. In epoca moderna, prima dei Rodi, vissero e lavorarono a San Damiano le famiglie Carraro, Marin e Mantoan.
(1/96)

San Damiano (osteria)
ubicata a Cheglio nella corte del “convento”, fu aperta da Zaverio Pedrizzetti nei primi anni del 1900 e rimase in attività fino agli anni ’60. Fungeva anche da tabaccheria, posteria e rivendita alimentare.
(1/96)

Sangermani Alessandro
nato nel 1973, appassionato di tennis, ha iniziato questo sport a 9 anni. Ha partecipato a diversi tornei, vincendone parecchi. Nel 1994 si è classificato campione provinciale under 16 ed ha conquistato il terzo posto nei regionali. Da giocatore è passato poi ad istruttore ed ha lavorato presso il centro sportivo “Le Querce” di Casorate Sempione. Alessandro ha anche un grande interesse per la pittura. I suoi quadri sono stati esposti in diverse mostre a Taino e nei comuni limitrofi.
(1/95)

San Giovanni Battista (chiesa)
situata nella frazione di Cheglio, venne costruita nel XVII secolo secondo i dettami di S.Carlo Borromeo. In essa sono conservati alcuni dipinti di pregio come “la decollazione di S.Giovanni Battista”, “la Madonna dei sette dolori”, “San Rocco e San Sebastiano”.
Nel 1997 è stato posto nella chiesetta l’antico altare proveniente da San Damiano e egregiamente restaurato. Una moderna vetrata è stata posta sopra il portale d’ingresso e nel 1998 il piccolo campanile è stato dotato di tre nuove campane. Nel 1998 è stato anche restaurato con il contributo del Rotary Club Lago Maggiore l’antico fonte battesimale proveniente da S.Damiano e utilizzato come acquasantiera, databile tra il XIII e il XIV secolo.
(3/98)

San Giovanni Battista (decollazione di)
dipinto situato nella chiesa di Cheglio, individuato nel 1992 dal prof. Giovanni Testori, noto scrittore e critico d’arte, come opera giovanile del celebre pittore del 1600 lombardo Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, i cui quadri più famosi sono alla Pinacoteca Ambrosiana e nel Duomo di Milano. Gli studi successivi del Prof. Marco Rosci attribuiscono invece la tela al pittore Melchiorre Gherardini, allievo e genero del Cerano, che alla morte del maestro ereditò l’avviata bottega e fu attivo negli anni quaranta del Seicento.
(5/92 – 2/2001)

San Giovanni (festa di)
la festa di S.Giovanni si celebra a Cheglio, di cui il Santo è il patrono, il 24 giugno.
E’ tradizione organizzare per l’occasione giochi popolari quali la corsa nei sacchi e quella con l’uovo, il tiro alla fune, la rottura delle pignatte ed il salto dell’oca a cui partecipano sia grandi che piccoli. La competizione più spettacolare e divertente è sempre stata “l’albero della cuccagna”, un alto palo, coperto di grasso, sul quale si arrampicavano i più ardimentosi per raggiungere la cima e strappare “la rama da pescia” (il ramo di pino) che dava diritto al premio, costituito sempre da generi alimentari. Il dolce tipico della festa era la “torta di murun (o da pan”) che però non aveva niente da vedere con i “murun” (gelsi), ma così chiamata in quanto era quello il periodo in cui i contadini iniziavano a raccogliere le foglie di gelso per alimentare i “bigat” (bachi da seta). Gli ingredienti della torta erano pane raffermo, burro, formaggio, latte, amaretti, noce moscata. Il tutto veniva preparato con un certo anticipo e cotto in teglie alte di rame o coccio nel forno che si trovava in cima a Cheglio, tra vicolo Binda e via San Damiano. A dir la verità era un dolce che non piaceva proprio a tutti in quanto era di difficile digestione e tutto fuorché dietetico.
(3/91 – 2/93)

San Vincenzo De’Paoli
organizzazione cattolica internazionale di laici fondata a Parigi nel 1833 da Federico Ozanam.
Posta sotto il patrocinio di S.Vincenzo De’Paoli ispira il suo pensiero e azione alla carità verso il prossimo. A Taino una sezione di questa società è stata fondata nel 1945 da Maria Butti e dalla prime consorelle Maria Berrini e Maria Pajetta Molina, note come le “tre Marie” per la dedizione che sempre ebbero per i più bisognosi.
La S.Vincenzo comprende oggi una ventina di consorelle. Dal 1990 è iscritta del Registro regionale del Volontariato. Presidente è attualmente Luciana Mira che ha sostituito Giuseppina Mobiglia, consorella da oltre 50 anni.
(1/92 – 4/99 – 6/99)

Santa Barbara (festa di)
i lavoratori della Polveriera usavano celebrare ogni 4 dicembre il giorno di S.Barbara, patrona degli artificieri, con una gran festa che si concludeva, dopo la celebrazione della S.Messa, del pranzo collettivo in mensa, con un gran ballo serale che si teneva inizialmente nei locali del circolo operaio, poi nel garage del Beltramini, ed infine nel locali del CRAL.
La festa di S.Barbara, con serata danzante ed elezione della Miss è stata riproposta nel 1998 dalla Pro Loco.
(4/97 – 1/99)

Santa Barbara (bassorilievo)
l’effige di Santa Barbara, patrona degli artificieri, un tempo posta sull’edificio di ingresso della Polveriera al Campaccio, è stata restaurata e sistemata all’ingresso del Centro dell’Olmo con sotto una targa in cui sono incise le seguenti parole: ” Santa Barbara/ In ricordo delle donne e degli uomini che /hanno perso la vita o riportato menomazioni lavorando alla Polveriera di Taino/ L’Amministrazione Comunale/ Taino 4 dicembre 1998
(1/99)

Sarcofaghi Romani
in territorio di Taino e Cheglio sono stati ritrovati alcuni sarcofaghi di epoca romana. Uno di questi situato nel bivio Cheglio-Taino è utilizzato come vasca di una fontana. Un altro si trova ai Ronchi in proprietà Berrini-Tresca e porta l’iscrizione “F.C. Geminus F Teres in agr latus XXV longus P XXXV HMHN (Fece costruire in vita Caio Geminio Terete in un campo di 25 piedi di larghezza e 35 di lunghezza. Questo monumento non passerà al mio erede.)
Un terzo si trova nella proprietà ex-Serbelloni e il suo coperchio nel giardino di villa ex-Rigamonti. Un piccolo sarcofago femminile o di bambino si trova nel giardino di villa Mira in via Genova.
(1/98 – 3/99)

Sardella Silvio e Daniela
albergatori, gestiscono l’Albergo Agnello dal 1982. Con loro lavora il figlio Luca, cuoco, che si occupa della cucina. L’Albergo Agnello, che prima di Silvio gestivano i suoi genitori, da ben 37 anni, era una semplice osteria con alloggio costruita intorno al 1840 da Giovanni Berrini, detto Micat. Silvio e Daniela l’ hanno trasformata in un albergo/ristorante con cucina accurata e con tutti confort moderni.
(3/98)

Sci Club Taino
associazione fondata nel 1970 che raggruppa numerosi appassionati dello sci; organizza e promuove in ogni stagione sciistica lezioni di sci per i giovani, gare e soggiorni per i soci in varie e famose località sciistiche italiane e straniere.
(4/94)

Scuole Elementari
prima della costruzione del palazzo delle scuole (attuale municipio) avvenuto nei primi anni del secolo, la scuola elementare era ubicata in un edificio in piazza Patrioti. Vi era solo fino alla classe quarta elementare. Chi voleva continuare si preparava privatamente per la classe quinta e sesta e dava gli esami a Besozzo. I bambini indossavano una camiciola in fustagno e le bambine vestitini di foggia semplice. L’anno scolastico aveva la durata di 10 mesi, come ora, ma vi era una vacanza di due mesi tra l’estate e l’autunno, quando anche i bambini davano un aiuto ai lavori agricoli.
(3/93)

Serbelloni (Palazzo del 1700)
costruito sui resti di un antico “castello” rurale di impianto molto semplice. Dai documenti d’archivio si ipotizza che il “castello” fosse stato edificato in età medioevale per la tutela delle proprietà dell’Arcivescovo di Milano e consisteva in un recinto di mura, nel quale era aperta una porta ad arco quale ingresso. Nel recinto, in un punto verso Cheglio, sorgeva una torre più alta con funzioni di vedetta. Questa costruzione rustica era già alla metà del 1400 allo stato di rudere e ridotto ad uso agricolo. L’impianto originale del “castello” venne man mano modificato con le successive costruzioni, prima un “sedime da massaro”, poi la “casa da nobile”, fino alla trasformazione nella residenza patrizia, iniziata alla fine del 1700. La pianta attuale della villa, che costituisce un quadrilatero intorno ad un ampio cortile, sembra però ricalcare nel perimetro il disegno probabile del vecchio castello. Nell’elenco dei beni lasciati dal conte Marco Serbelloni alla sua morte nel 1837, si trova una minuziosa descrizione del palazzo: l’ingresso era dotato di un ricco portale di marmo rosa e grigio. All’interno si trovavano una sala da biliardo, sale da ricevimento con camini in marmo , cucine, saloni, dispense. La villa continuò comunque a mantenere la sua funzione di dimora di campagna, tant’è che c’erano le stalle, la stanza del bifolco, il porcile, un locale ad uso bottega del falegname, il sito del torchio, la tinaja, un portichetto coperto per la fabbricazione dell’acquavite, la ghiacciaia e, annesso al palazzo l’Oratorio costruito nel 1813. Nel 1906 il palazzo fu venduto al marchese Gaspare Corti che intraprese grandi lavori di restauro, dotando il palazzo di acqua corrente e impianto di riscaldamento. Il palazzo fu utilizzato come residenza estiva e di caccia. Fino alla seconda guerra mondiale nella villa si svolsero grandi feste con la presenza anche di personaggi reali e battute di caccia. Nel 1972 il palazzo fu acquistato dalla società “La Crivelletta” la quale ha attualmente in programma di trasformare il palazzo in un residence per anziani.
(4/92 – 3/98)

Serbelloni (stemma)
lo stemma araldico dei Serbelloni trae origine da episodi storici. I principali titoli nobiliari furono acquisiti da Gabriele , detto il Gran Gabrio, che fu un grande capitano e ingegnere militare, strenuo difensore dell’Europa contro l’invasione turca, nato a Milano nel 1508 e lì morto nel 1580. L’arma dei Serbelloni è composta da una parte centrale, denominata scudo, ai cui lati si trovano le bandiere. Nella parte bassa si possono osservare tre scudetti. Il tutto è racchiuso da un manto reale sormontato da una corona da Duca e dal gonfalone della Chiesa di Roma. Lo scudo è ripartito in riquadri caricati al centro da scudetto, al centro del quale vi è un cervo in campo d’oro. Questa è l’antica arma dei Serbelloni il cui nome deriva appunto da “cervo” che in lingua spagnola antica si diceva “cervellon” (pronunciato “serbeillon”). Sotto i tre scudetti ci sono due cannoni, frecce, tamburi e trombe di guerra, un elmo e mazze con spuntoni, ricordi della partecipazione di vari membri della famiglia, in differenti epoche, a numerose imprese militari.
(4/99)

Serbelloni Gian Galeazzo
nato nel 1744, sposato con Teresa di Castelbarco, divenne nel 1774, dopo la morte del padre, capo della sua casata ed erede di un patrimonio immenso che includeva anche il feudo di Taino. Uomo di gran fascino, amante della vita mondana e dei salotti, impersonò lo stile del “giovin signore” cantato dal poeta Giuseppe Parini. Fu tuttavia anche attento ai nuovi fervori intellettuali della sua epoca e alle istanze di libertà che venivano da oltralpe. Si interessò e prese parte alle vicende politiche del suo tempo. Fu il primo presidente della Repubblica Cisalpina, ambasciatore e deputato ai Comizi di Lione che sancirono la costituzione della Repubblica Italina voluta da Napoleone Bonaparte. . Morì nel 1802 lasciando erede del suo immenso patrimonio i fratelli e l’unica figlia Luigia sposata al marchese Lodovico Busca Arconti Visconti. Il feudo di Taino era passato già nel 1774 a suo fratello Marco, il cui figlio Giuseppe, come ultimo discendente maschio, ereditò il titolo di Duca di San Gabrio.
(5/99)

Serbelloni Giuseppe (duca)
ereditò dal padre Marco il feudo di Taino e il titolo di duca di S.Gabrio dallo zio Alessandro che non ebbe discendenti maschi. Fece risistemare e ampliare l’Oratorio di S.Eurosia per dedicarlo alla memoria della figlia Amalia morta giovinetta a Taino. Manifestò, secondo quanto testimoniato dal Parroco don Cominetti, il desiderio di provvedere all’edificazione di una nuova chiesa a Taino, desiderio che fu realizzato dalla figlia Maria nel 1874.
(6/97)

Signorelli Tobia
originario della provincia di Cremona, si trasferì a Taino, nella cascina al Roncaccio, nel 1951 con i genitori Giacomo ed Angela e i fratelli. A lui si deve la creazione dei vivai di azalee al Boscoforte. Grande esperto e appassionato di floricultura, con il sostegno e l’incoraggiamento della contessa Borletti, proprietaria del Boscoforte, seppe trasformare una vasta area boschiva in rigogliosi vivai di azalee che nel periodo della fioritura offrono un magnifico spettacolo di colori. Dopo la sua morte avvenuta nel 1992, il numero dei vivai è stato ridotto.
(4/96)

Silocchi Stefano
nato nel 1966 si è laureato in Economia nel 1993. Dopo un anno di specializzazione presso l’Università di Cambridge in Gran Bretagna, si è trasferito a Londra dove ha iniziato ad operare nel mercato finanziario presso la filiale inglese delle Banca Nazionale dell’Agricoltura. E’ successivamente passato alle dipendenze del Credit Suisse, una delle cinque banche più importanti del mondo.
(6/97)

Sist Antonio
originario della Valle d’Aosta, si trasferì con la famiglia a Taino nel 1944. Entrato in contatto coi partigiani tainesi, entrò nella brigata Remo Salvadei e prese parte a diverse azioni , tra cui al disarmo della X MAS di Angera nei primi giorni di aprile del 1945. E’ stato ucciso il 7 aprile 1945 in una imboscata a Borgomanero.
(2/95)

Sist Cesare
appassionato di musica rock, fu tra i primi tainesi negli anni intorno al 1960 a suonare la chitarra elettrica e far parte di gruppi musicali.
(6/96)

Sommossa popolare
all’inizio del 1847 vi fu in paese molto malcontento per il forte rialzo dei prezzi delle granaglie, dovuto alla scarsità dei raccolti e alla malaccorta politica del governo austriaco che dominava la Lombardia. La popolazione si riunì presso il curato don Luigi Brioschi per decidere il da farsi. Tale Seppin Catò incitò alla rivolta. Gli animi si scaldarono e alcuni uomini si recarono a Ranco e si unirono a gente di Angera e di Sesto C. che armata di forche e bastoni assalì e depredò dei barconi che trasportavano sul lago del grano che venne suddiviso tra la popolazione. Tornata la calma, la gendarmeria austriaca fece degli arresti e impose la restituzione del maltolto. Don Brioschi riunì la popolazione che decise di restituire il grano per evitare rappresaglie. Furono stese delle lenzuola nel cortile della canonica e le donne vi deposero quanto confiscato. Seguirono dei processi e 12 rivoltosi tainesi furono condannati a pene detentive e rinchiusi nelle carceri Mantova. Questo fatto non fece che accrescere il malcontento verso gli austriaci e il desiderio di cacciare lo straniero. Nel marzo dell’anno seguente Milano si ribellò e si ebbero le famose “5 giornate”, inizio delle guerre di indipendenza che portarono all’unità d’Italia.
(5/96)

SS.Sacramento (Confraternita)
corporazione ecclesiastica composta da fedeli avente lo scopo di promuovere la vita cristiana e le buone opere quali l’assistenza ai confratelli infermi, i suffragi ed i funerali per quelli defunti, l’aiuto ai poveri e la dote per le giovani indigenti. Fu istituita a Taino all’epoca di S.Carlo Borromeo nel 1581 e a ricordo della sua costituzione vi era nell’antica chiesa un’iscrizione nella Cappella della Madonna. Don Gadda segnala che nel 1896 la Confraternita annoverava 194 confratelli e 490 Consorelle. I confratelli avevano un abito bianco con mantellina rossa sulla parte sinistra della quale portavano cucita una medaglia in latta con l’immagine in rilievo del SS.Sacramento. Agli inizi del 1900 vennero istituite da don Martino Vignati altre associazioni religiose come “le Figlie di Maria”, “la Società di Santo Stefano”, “l’Unione Donne Cattoliche di S.Eurosia”.
(3/92)

Sculatti Mario (don)
nato nel 1909 da Giovanni e Lucia Mobiglia. Fu ordinato sacerdote nel 1933. Fu coadiutore in una parrocchia di Milano, poi in quella di Beverate. Insegnò al collegio De Filippi di Arona. Cappellano militare nella divisione Acqui, sbarcò con l’esercito a Valona in Albania. Dopo la seconda guerra mondiale, fu parroco di Pino e Trozzano, poi nel 1959 gli fu affidata la parrocchia di Gorla Maggiore che resse fino al 1881, anno in cui si ritirò e torno a vivere a Taino, suo paese d’origine . Morì nel 1984.
(4/97)

Sculatti Mario
nato nel 1948, giornalista, critico d’arte e teatrale, si laureò in Lettere all’Università Cattolica di Milano. Dotato di sensibilità poetica ha lasciato numerose poesie sia di riflessione personale che di amore per la natura. Alcuni suoi versi sono stati pubblicati su “La Voce del Dumin”. E’ morto nel 1991.
(2/92 – 1/93 – 1/94)

Sonnifero Gianni
nato nel 1945 a Sesto C., per 30 anni ha svolto la sua attività a Taino, gestendo il negozio di tintoria e stireria.
(2/98).

S.Stefano (Chiesa)
costruita nel 1874 al posto di una antica chiesa preesistente su progetto dell’ing.Cavallini. Fu finanziata in massima parte dalla duchessa Maria Serbelloni Sfrondati e da suo figlio conte Giuseppe Crivelli Serbelloni. Alcuni restauri sono stati effettuati nel corso del 1900. Nel dicembre 1956 il parroco don Brivio promosse un Comitato pro-restauro chiesa presieduto da ing.Dino Montesi, il quale fece effettuare dall’arch. Enrico Buzzi la copertura in pietra serizzo delle colonne a vista della facciata, il rifacimento integrale dell’intonaco e il ripristino del campanile e sostituire con uno simile l’originale mosaico di S.Stefano rovinato dal tempo. Nel 1992 il parroco don Gianni De Bernardi provvide al restauro del presbiterio, del coro ligneo, e rinnovato l’altare e l’ambone realizzati in marmo di Candoglia.
Tutti i corpi di fabbrica relativi alla chiesa preesistente risalente al XVI secolo sono stati abbattuti nel 1873. Dai documenti esistenti è stato possibile ricostruire l’impianto architettonico originale e gli ingrandimenti effettuati all’inizio del XVII secolo seguendo le disposizioni espresse dal Cardinale Federico Borromeo durante la sua visita pastorale del 18 gennaio 1604. Da questi rilievi risulta che l’abside originaria era a pianta ottagonale. L’area intorno alla chiesa era destinata ad uso cimiteriale ed in particolare il portico abbattuto copriva il sepolcro dei parroci. Erano anche presenti l’ossario costruito nel 1672 e le case di proprietà della Fabbriceria, anch’esse abbattute per fare spazio alla nuova chiesa.
(2-3-4/92 – 1-2-3/93 – 6/95)

S.Stefano (corale)
una schola cantorum che accompagna le funzioni religiose solenni è un’antica tradizione tainese che risale probabilmente al XVII secolo con l’istituzione delle confraternite.
Inizialmente la corale era composta solo da elementi maschili. Diverse corali si sono susseguite nel corso degli anni, anche se non con continuità. Particolarmente interessati al bel canto furono i parroci don Martino Vignati e don Gianni De Bernardi il quale, dopo una lunga pausa di silenzio, fece rinascere la corale nel 1973.
(6/96)

S.Stefano (festa di)
la festa di S.Stefano, patrono di Taino cade il 26 dicembre. E’ tradizione che in questa occasione si bruci il “pallone” posto nel centro della chiesa, pronunciando le parole “sic transit gloria mundi”. Il pallone addobbato rappresenta il mondo, la sua vanità, la sua caducità, l’attrazione ammaliante della gloria umana, del successo, del prestigio: beni e realtà transitori ed effimeri. Il fuoco è il simbolo del tempo che passa, del successo che tramonta, del prestigio che decade. E’ simbolo della verità che purifica il mondo e l’uomo da tutto ciò che è vano e lascia solo ciò che vale.
(1/91)

S.Stefano (mosaico)
sopra il portale d’ingresso della Chiesa parrocchiale fu posto nel 1883 un mosaico raffigurante S.Stefano, patrono di Taino, opera della celebre scuola Salviati di Venezia e donato dalla duchessa Maria Serbelloni e dal figlio conte Giuseppe Crivelli. Questo mosaico, deteriorato dal tempo, fu sostituito nel 1957 da una copia e abbandonato in uno scantinato. Nel maggio 2000 il periodico “La Voce del Dumin”, per festeggiare il decennale della sua pubblicazione, ha promosso la manifestazione “L’Arte per L’Arte” finalizzata a reperire i fondi necessari per un restauro dell’originale mosaico, avendo realizzato che esso è un bene di valore artistico e storico, degno di essere restituito alla comunità. Questo mosaico, forse l’unico del genere presente in Lombardia, fu eseguito nei laboratori di Antonio Salviati, uno dei massimi esponenti dell’arte del mosaico del 1800 che eseguì lavori di gran pregio in molte parti del mondo ( in Gran Bretagna, la cupola della Cattedrale di S.Paolo , decorazioni nel palazzo del Parlamento e nel Castello reale di Windsor; in Egitto, nel Palazzo del Viceré di Alessandria ecc.)
(1/98 – 3/2000)

Stazione Angera-Taino
la stazione fu costruita nel 1884 in territorio di Cheglio al confine con Angera, dopo la creazione della linea ferroviaria Novara-Pino inaugurata il 18 novembre 1882. In stile tipico delle costruzioni ferroviarie ottocentesche, è un edificio rettangolare con a lato un giardino che, in passato, era ben tenuto e fiorito, orgoglio dei capistazione. La stazione è raggiungibile da una strada intercomunale che si dirama dalla provinciale Sesto-Taino-Angera. La linea Novara-Pino che parte da Genova e arriva a Bellinzona in Svizzera, ebbe le punte più alte di traffico negli anni tra il 1960-70. Il suo declino incominciò con la chiusura della Polveriera e la riduzione del trasporto merci su rotaia. Oggi la piccola stazione, disabilitata al servizio movimento e commerciale, è in funzione solo come posto di blocco elettrico-manuale con la presenza di un solo addetto.
(2/95)

Suore
dal 1936 sono presenti a Taino per occuparsi dei piccoli della scuola materna e per dare un aiuto nelle varie attività della Parrocchia. Dal 1936 al 1966 sono state a Taino le suore della Congregazione delle Misericordine di S.Geraldo di Monza; dal 1967 ad oggi le suore dell’ordine delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione di Ascoli Piceno.
(3/92 – 3/99)


T

Tagini Giovanni
artigiano scalpellino, originario di Ghevio, patria di molti scalpellini della nostra zona, lavora con il figlio Luca nel suo laboratorio di via Matteotti . Numerosi sono le lavorazioni da lui realizzate per le case e il cimitero di Taino. Negli anni 1960-70 è stato lo scalpellino dello scultore Francesco Sangregorio.
(5/96)

Taino Calcio
associazione sportiva iscritta al campionato provinciale di terza categoria. Presidente Montesano
(4/94)

Talamini Teo
nato nel 1911, originario della Val Cadore, è appassionato di alpinismo, sport che ha iniziato fin dalla più giovane età e praticato fino all’età di 65 anni. Nel 1945 ha fondato con alcuni amici la sezione del CAI di Sesto C.
(6/97)

Tamborini Lorenza
nata nel 1972, si è laureata in Psicologia presso l’Università degli Studi di Torino. Collaboratrice del “La Voce del Dumin”, ha pubblicato diversi articoli per i giovani. Nel 1999 ha aperto a Barza con l’amica Catia Zanarella il “baby parking Peter Pan”, un punto d’incontro appositamente studiato per i bambini di tutte le età.
(4/97)

Taragni Sandro
nato a Milano nel 1904, è deceduto a Taino nel 1997. Ingegnere, sposò nel 1934 la tainese Laura Picchio.
Appassionato studioso e collezionista di documenti relativi alla storia postale aerea in Italia, è autore di alcune pubblicazioni sul tema del volo e dell’apprezzato catalogo di posta aerea. Ha avuto un ruolo importante nel mondo filatelico italiano, per 30 anni è stato Presidente dell’associazione italiana di aereofilatelia ed ha fatto parte della consulta per la filatelia in seno al Ministero delle Poste. Le sue conoscenze lo hanno reso famoso a livello internazionale e nel 1990 ebbe il grande onore di essere iscritto nel “Aerophilatelic Hall of Fame” che ospita i nomi di coloro che in tutto il mondo hanno dato un significativo contributo alla conoscenza storica e allo sviluppo dell’aereofilatelia.
(6/99)

Tarditi Ernesto
d’origine torinese, è tainese dal suo matrimonio con la dottoressa Patrizia Piran. Sportivo, appassionato di auto Ferrari di cui è possessore dal 1981. E’ iscritto al Club Ferrari Italia ed è commissario sportivo del club Ferrari Torino. Partecipa a diversi campionati: nel 1996 si è classificato secondo nel campionato regolarità Club Torino, nel 1997 quarto nel campionato Club Italia, l’unico esistente a livello nazionale.
(4/99)

Tasca Aldo
nato nel 1933, milanese di origine abita a Sesto C. dal 1980. Presidente dell’Università della Terza Età (Unitre) da lui fondata nel 1997 a Sesto C. Questa Istituzione ha riscontrato un notevole successo: oltre 500 persone ogni anno frequentano i corsi ed i laboratori, tra cui numerosi tainesi.
(6/98)

Terzoli Claudia
nata nel 1968, diplomata maestra elementare, dal 1990 insegna ai piccoli della Scuola Materna di Taino.
(6/95)

Testori Giovanni
critico d’arte, poeta e drammaturgo, è autore della poesia dai toni intimistici “Ragazzo di Taino”, del 1976. Venne invitato a Taino nel 1992, per le sue conoscenze della pittura del Seicento lombardo, per studiare il quadro della Decollazione del Battista, conservato nella chiesa di S.Giovanni a Cheglio, che egli attribuì al pittore seicentesco G.B. Crespi, detto il Cerano.
(2/2001)

Tollini Giuseppina
originaria di Cheglio, è laureata in Lettere. Ha lavorato negli Uffici comunali di Taino, trasferitasi al Comune di Castelletto Ticino è ora funzionario responsabile dei servizi culturali e della pubblica istruzione. E’ autrice del volume “Castelletto sopra Ticino” che tratta la storia di questo paese dalla seconda metà del 1800 al 1930, pubblicato nel 1996 dalla case editrice EOS di Oleggio con il patrocinio della Provincia di Novara.
(1/97)

Tonella Carla
nata nel 1922, ha lavorato per 40 anni in Polveriera, iniziando giovanissima all’età di 15 anni. Nel 1935 fu presente allo scoppio che avvenne nel reparto imballaggio in cui persero la vita 35 persone, tra cui sua madre Carolina di 48 anni. Fu premiata nel 1958 come la più giovane “anziana” di tutto il gruppo Montecatini
(3/97)

Tonella Sandro
appassionato di pittura, è nato nel 1927. Entrato nelle Ferrovie dello Stato nel 1943, fu inviato, come primo incarico, a Domodossola dove conobbe il pittore Carlo Fornara che, dopo aver visto un suo piccolo lavoro a tempera, lo spronò a proseguire sulla via dell’Arte che Sandro ha continuato a praticare, nel tempo libero, anche con il passare degli anni ritraendo in particolare i paesaggi dei vari luoghi dove il lavoro lo ha portato a vivere. Nel 1983, Capo Stazione Sovrintendente a Milano, lasciò le Ferrovie ed è tornato a Taino, suo paese natale. Nei suoi dipinti prevalgono le marine e i paesaggi lacustri.
(4/99)

Toponomastica
Taino, latino eccl. Tainum: deriva forse dal diminutivo della voce lombarda “Tej” = tiglio, o dal nome gentilizio romano Tacinus o Taginus. Altra etimologia fa derivare il nome dal celtico “Ta” (buono) e “Vyn” (vino) da cui Terra del buon vino. Derivazione che potrebbe essere confermata dalla bontà del vino celebrata da Cesare Cantù nella sua “Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto”
I nomi delle strade hanno avuto una trasformazione nel corso del tempo. Fino ai primi anni del 1900 la toponomastica era dettata da attività o presenze consuetudinarie e non improntata a nomi di persone o luoghi da celebrare. Il paese era suddiviso in contrade, nomi oggi scomparsi, ma rimasti in parte nella memoria collettiva. Dopo la prima guerra mondiale furono introdotti nomi di personaggi resi celebri dalla guerra e dopo la seconda i nomi di alcune personalità dell’epoca fascista furono sostituiti con quelli dei partigiani. Con la creazione di nuove strade a seguito dell’ingrandimento del paese sono stati negli ultimi anni ripristinati alcuni nomi tradizionali come “Valle dei Passeri, via Zinesco, Loghetto e Catatoria” e intitolate alcune vie a persone che hanno reso un servizio al paese (Don Martino Vignati, dott.Teodoro Bonenti).
(1/93 – 5/99)

Torch (località)
è così chiamato l’angolo di strade tra via Mazzini, via O.Pajetta, via Mosè Berrini e via Garibaldi. Tale nome deriva dal fatto che in questo punto si trovava un vecchio torchio per la spremitura dell’uva. Inoltre questa località è stato il tradizionale luogo d’incontro dei giovani del paese per alcune generazioni.
(5/97)

Toso Secondo
originario del Friuli, sposò la tainese Luigina Pedrizzetti. E’ stato capoufficio del personale alla Polveriera. Persona sempre gentile e disponibile è ricordato con affetto dai colleghi. Pittore e poeta dilettante, ha scritto numerose poesie per “La Voce del Dumin”.
(4/97 – 3/97)

Tornavento (battaglia di)
fatto d’armi avvenuto il 22 luglio 1636 tra soldati francesi e spagnoli nell’ambito della guerra dei trentanni a seguito del quale fu coinvolta anche la popolazione di Taino. Nei giorni susseguenti la battaglia lungo le sponde del Ticino, soldataglie francesi del maresciallo Crequy invasero i comuni di Somma Lombardo, Sesto e Taino distruggendo ogni cosa e depredando la popolazione. In quell’epoca Taino era abitata da 80 famiglie, contadini del conte Giovanni Serbelloni. I soldati sbandati incendiarono le case, distrussero le messi, portarono via il bestiame, si impossessarono delle granaglie e del vino. Fu bruciato il palazzo Serbelloni e la maggioranze delle cascine subirono gravi danni. Le chiese vennero saccheggiate, spezzato il pulpito e il tabernacolo della chiesa di S.Stefano, rubate le elemosine, la biancheria e gli indumenti sacri. Il parroco, don Carlo Riva, dovette fuggire e rifugiarsi a Cannobbio. La canonica venne saccheggiata e tutti gli utensili asportati. Il saccheggio causò una povertà generale del paese che durò per parecchi anni.
(3-4/96)

Torrenti
i corsi d’acqua presenti nel territorio del comune di Taino sono il torrente ENZA, il ruscello RURE’, il torrente RIALE, il ruscello della TOMBACCIA, il torrente VEPRA e il torrente dei RANZIT. Il torrente Rurè nasce sulle colline adiacenti il campo sportivo, scorre verso valle in direzione Sesto C., per poi unirsi alle acque del torrente Enza nelle campagne di Lentate ed insieme si gettano nel Lago Maggiore. Le sue acque ancora limpide ospitano un fauna di pregio e tra l’altro il gambero di fiume che solo qui sopravvive. Il Riale discende verso Angera dove nei pressi del ex-fabbrica Bernocchi si unisce al torrente Tombaccia per sfociare nel lago in località Buschera. Il Ranzit è una piccola roggia che sgorga negli avvallamenti prativi di via Novara. Nelle zone più alte di Taino in località Zinesco, nasce il torrente omonimo che scende per forre scoscese e attraversa i prati in località Prati Bassi per dirigersi verso il lago. Il torrente Vepra nasce nel Comune di Cadrezzate, scende verso Capronno e attraversa la frazione di Cheglio, terminando il suo corso in località Quassa nei pressi di Ispra.
(2/92- 2/2000 – 3/2000)

Tresca Enzo
giovane cronista della Prealpina, deceduto in un incidente stradale nel 1980. La famiglia ha devoluto il premio assicurativo ad una borsa di studio che viene ogni anno assegnato ad uno studente in Economia dell’Università di Varese.
(6/94)

Trinca Tornidor Paola
nata nel 1969, laureata in Lettere, svolge la professione di giornalista e cura la biblioteca del Museo dei Trasporti di Ranco, creato dal prof. Francesco Ogliari. Fa parte della redazione de La Voce del Dumin, giornale sul quale ha scritto numerosi articoli sui luoghi più interessanti da visitare nel Varesotto. E’ autrice della parte storica del libro “Scoprire Mercallo”, edito nel 2000 dalla locale Amministrazione comunale. Ha pubblicato nel 2001 il suo primo libro “Una storia d’amore”. Si tratta di una raccolta di brevi poesie che esprimono i suoi sentimenti e le sensazioni che si rincorrono nell’incedere della vita. Il prof. Francesco Ogliari nella presentazione ha definito questo libro “un atto di coraggio e di donazione” con il quale il lettore può sognare, sentire, comprendere, ritrovarsi e soprattutto respirare gioventù.
(6/94 – 1/2001 – 5/2001)


U

Uccelli
a Taino vivono e si riproducono diverse specie di uccelli, la maggioranza dei quali appartiene all’ordine dei Passeriformi come il Merlo, il Passero domestico, le Cince e lo Storno che costruiscono i loro nidi nei giardini e sui tetti delle case. Tra i rapaci diurni la più conosciuta è la Poiana, seguita dallo Sparviero, abitatore del bosco, e dal Gheppio volgarmente chiamato “falchett”. Fitti e intricati cespugli nei pressi delle aree coltivate ospitano il Fagiano. Tortore e Colombacci nidificano nel bosco, mentre la Tortora dal collare orientale costruisce spesso il nido nei giardini. Il richiamo del Cuculo riecheggia nel bosco in primavera. Tra i rapaci notturni spicca il Gufo comune e il Barbagianni, l’Allocco e la Civetta. Più rara è l’Upupa, uccello dagli splendidi colori. Nei boschi di Taino nidificano diversi tipi di Picchio. Tra le alte chiome delle querce la Ghiandaia, tra i coltivi la Gazza e la Cornacchia. Uno dei più piccoli tra la fauna alata del bosco è lo Scricciolo, ma il primato spetta ai minuscoli Regolo e Fioraccino che compiono brevi voli tra i cespugli alla ricerca di insetti.
(5/2000)


V

Valle dei Passeri (la)
antica leggenda tainese che narra di un santo eremita che, rifugiatosi nei boschi di Cheglio, trascorreva il suo tempo tra la preghiera e la cura degli ammalati. Schernito e perseguitato dai pagani, venne soccorso da una folta schiera di passeri che con le loro zampette scavarono un fossato, il quale, riempitosi tosto di acqua, si trasformò in un torrente. I pagani impressionati da tale prodigio, tornarono alle loro case e cessarono le persecuzione del povero eremita. Per riconoscenza il buon vecchio dipinse nella chiesetta di San Damiano, sopra all’altare, la Vergine con i SS. Cosma e Damiano contornati dai passeri. Da questo episodio, dice la leggenda, ebbe origine la devozione per la Madonna di San Damiano.
(1/96)

Vergobbi Alessandro
artigiano, nato nel 1968, continua insieme al fratello Alberto il lavoro di piastrellista iniziato dal padre. Dell’impresa che, comprende anche la vendita diretta di piastrelle, se ne occupa anche la madre Gina. La ditta Vergobbi è un tipico esempio di azienda familiare, caratteristica dell’attività artigianale italiana e che a Taino ha una tradizione ben consolidata.
(3/96)

Vernetti Joe
nato a Cheglio nel 1901, emigrò nel 1923 a Ely centro minerario nel Minesota (USA). Lavorò come minatore per 30 anni scendendo ogni giorno a circa 300 metri di profondità. A Ely vi erano altri tainesi: il “saloon” era gestito da Faustino Cogliati detto “Purel” e la pensione nella quale abitò Joe era gestita da Luigi Bianchi di Capronno e dalla moglie Maria di Cheglio.
Cessò di fare il minatore nel 1962. L’ultima miniera a Ely Minesota chiuse nel 1967. Joe tornò a Taino definitivamente nel 1972 e qui visse fino alla sua morte.
(6/92)

Vetreria Operaia Federale
numerosi vetrai tainesi hanno lavorato presso questa vetreria entrata in funzione nel marzo 1906 a Sesto Calende, specializzatasi nella lavorazione di bottiglie e damigiane. Nel 1912 fu rilevata dalla Vetreria Lombarda e nel 1927 si unì alla vetreria Ricciardi di Vietri di cui fu direttore il tainese Riccardo Berrini. Nel 1961 entrò a far parte del gruppo AVIR che divenne nel 1994 uno dei primi gruppi europei del settore. Nel 1996 fu acquisita dal gruppo statunitense Owens Illinois che ne chiuse definitivamente i forni il 30 giugno 1997 dopo 90 anni di attività.
(2/99)

Viarenghi Rita
pittrice, vive a Taino dal marzo 2001 e collabora alla gestione dell’Albergo Agnello.Si è didicata alla pittura fin dalla più giovane età e suo maestro è stato il pittore Maccaferri che le ha trasmesso il bisogno d’ordine, di equilibrio formale, di precisione. Ingredienti che sono quelli formanti della sua pittura che punta al sentimento, all’emotività. I suoi racconti pittorici sono giochi raffinati di luce e ombre che creano un effetto di lontananza, di velo, di atmosfere rarefatte.
(4/2001)
Vignati Giovanna (Suor Faustina)
pronipote di don Martino, trascorse durante l’infanzia le vacanze a Taino presso lo zio che con il suo esempio e la sua fede le ispirarono la sua vocazione religiosa. Nella famiglia di don Martino le vocazioni religiose sono state numerose: quattro suore e un sacerdote nell’arco di tre generazioni.
(4/98)

Vignati Maria
sorella di Don Martino, parroco di Taino dal 1907 al 1945, con il marito Pietro Greco, che faceva scarpe e zoccoli, visse a Taino negli anni intorno al 1920.
(4/98)

Vignati Martino (don)
parroco di Taino dal 1907 al 1945. Persona ricordata per la sua umanità e cultura è stato uno tra i sacerdoti più significativi del clero tainese. Va a suo merito, inoltre, la tenuta precisa del Liber Chronicus, l’aver raccolto con ordine tutte le notizie riguardanti Taino pubblicate dai settimanali cattolici “Il Sempione” e “Il Resegone” trasmettendo così una importante documentazione sulla vita del paese nei primi anni del secolo XX. Don Martino ha accompagnato la comunità di Taino in un periodo che l’ ha profondamente mutata: arrivato in un paese ancora quasi totalmente agricolo, ha assistito al suo passaggio ad una economia industriale, con l’installazione del Polverificio. Ha visto accendersi le prime lampadine elettriche nel 1909, cambiare ritmi ed abitudini di vita, arrivare i primi flussi immigratori dal Veneto, ha visto, purtroppo, una quarantina di giovani tainesi non tornare dalla prima e dalla seconda guerra mondiale. E’ stato testimone anche del triste lascito dell’industrializzazione a Taino: i 35 morti nello scoppio della Polveriera nel luglio 1935.
A lui è stata dedicata nel 1997 una via del centro storico per ricordare il novantesimo anniversario del suo arrivo a Taino.
(5/95 – 5/96)

Villa (famiglia)
antica famiglia tainese che deriva il proprio cognome dalla parola “villa” che anticamente designava un piccolo centro rurale, oppure un gruppo di caseggiati al centro di un podere. I primi Villa appaiono a Taino nel XVIII secolo, forse provenienti da Nizza . Il primo Villa rintracciabile nei documenti storici è un tale Giovanni che fu eletto “console” della comunità di Cheglio il 7 marzo 1787 che contava all’epoca una ventina di famiglie. Nel censimento del 1870 è segnalata la presenza di tre famiglie Villa, tutte abitanti a Cheglio. In quello del 1901 le famiglie Villa sono nove di cui solo due residenti nella frazione di Cheglio.
(5/2000)

Villa Alan
nato nel 1974, diplomato alla scuola alberghiera di Arona, lavora a Londra presso un importante albergo. Nel 1996 gli è stato riconosciuto l’ambito primato di “Primo Cameriere di Londra” dopo aver superato in abilità e preparazione 1000 colleghi-concorrenti.
(1/97)

Villa Angela
musicista, nata nel 1966. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 8 anni con il maestro Enzo Pizzi che avendo compreso il talento della sua allieva, la guidò con particolare cura. Dopo la morte del maestro, Angela abbandonò per qualche anno la musica, che riprese poi a studiare presso l’Accademia Rebecchi di Milano e poi presso il Conservatorio di Novara dove si è diplomata. Insegna pianoforte presso l’Istituto Orsoline di Sesto C. ed ha numerosi allievi.
(6/96)

Villa Berrini Pina
nata a Taino nel 1918, sposò Gino Berrini ed ebbe una figlia, Maria Rosa. In gioventù lavorò presso la famiglia Moretti di Milano, poi allo stabilimento Bernocchi di Angera fino alla chiusura della tessitura. Nel 1973 iniziò ad occuparsi della Casa parrocchiale, attività che proseguì per oltre 20 anni con grande dedizione.
(5/99)

Villa Bruno (Gidin)
figlio di Egidio e di Maria Giudici, è collezionista d’armi e profondo conoscitore dei meccanismi che compongono le armi da fuoco antiche e moderne. Il suo interesse per le armi è nato per caso quando all’età di 14 anni trovò, avvolte in uno straccio, due rivoltelle. Da allora, per quasi 50 anni, ha raccolto, sistemato e conservato con cura quasi 700 pezzi, tra pistole, fucili, mitra e accessori vari costruiti dal 1600 ad oggi. Alcuni pezzi di questa interessante collezione sono stati esposti nella mostra sulla seconda guerra mondiale allestita il 27 maggio 1995 presso il Centro dell’Olmo. Gestisce il negozio di casalinghi e riparazione di cicli e moto ereditato dal padre.
(4/95 – 5/2000)

Villa Carletto
nato a Taino nel 1932, nel 1956 ha lasciato Taino e si è trasferito in Francia nella regione del Jura dove risiedevano altri tainesi. Si è fermato a Perpigny Jura fino al 1974 lavorando come muratore. Appassionato di calcio e calciatore lui stesso ha dato vita ad una squadra amatoriale che è passata in pochi anni dalla terza categoria alla Promozione. Ha sposato la francese Simone Bertschy ed ha tre figli.
(6/2000)

Villa Egidio (Gidin)
nato nel 1905, figlio di Michele e Rosa Bielli, fu un grande appassionato di ciclismo e moto. Partecipò a diverse corse e aprì un negozio per la riparazione e manutenzione delle biciclette. Sposò Maria Giudici ed ebbe tre figli: Bruno, Rosella e Giancarlo.
(5/2000)

Villa Giancarlo
figlio di Egidio e di Maria Giudici, è cercatore e raccoglitore di fossili da oltre 40 anni; possiede una collezione di migliaia di pezzi provenienti da tutto il mondo, dai denti di squalo, alle impronte di dinosauro, frammenti di ambra con imprigionati gli insetti ed anche reperti trovati a Cheglio nel Vallone dei Passeri che raccolse ancora ragazzo insieme alla madre e alla zia dalle quali ha ereditato la passione per i fossili.
(2/98 – 5/2000)

Villa Luigi
scalpellino, nato a Taino nel 1867. Uomo forte e robusto, alto oltre il metro e novanta, dotato di una grande forza fisica, sapeva adoperare con maestria gli strumenti del suo lavoro. Lavorava in gran parte la pietra locale, dal “sass di cost”, il grande masso erratico che si trova nel bosco presso il campo sportivo, staccava blocchi di pietra grigia che trasformava in lastre per gradini e davanzali. La scarsità di lavoro lo costrinse ad emigrare in America dove fece il boscaiolo, ritornò a Taino nel 1905. Sposò Antonia Berrini ed ebbe tre figli. Fu tra i fondatori del Circolo Operaio. Morì a 82 anni nel 1949.
(5/96)

Villa Michele
nato nel 1862 da Andrea e Teresa Caielli, di professione mediatore per la compra-vendita di case e terreni. Sposò Rosa Bielli ed ebbe nove figlie femmine ed un solo maschio.
(5/2000)

Villa Serafina (Suor Firmina)
nata nel 1904 da Stefano e Ambrogia Mira Catò. Prese i voti religiosi nell’ordine delle Suore di Maria Bambina nel 1930. Lavorò come infermiera alla Clinica del Lavoro di Milano. Morì a 40 anni durante la seconda guerra mondiale. E’ sepolta a Taino vicino a suo padre Stefano detto Boerciù che, inizialmente molto contrario alla scelta della figlia, aveva convertito con la sua dolcezza e perseveranza prima della morte.
(6/93 – 1/94)

Villa Stefano (Boerciù)
personaggio ricordato per la sua corpulenza e per i suoi due giganteschi buoi: due bestie bianche con grandi corna che aggiogava al suo carro con il quale andava in Bruschera a caricare sabbia. Per guidarli schioccava la sua lunga frusta tirando spesso colorite imprecazioni, dietro di lui un asino chiamato Gentilin faceva da pilota ai buoi che conoscevano così bene le abitudini del loro padrone che si fermavano automaticamente davanti alla porta dell’osteria San Damiano di Cheglio, dove Stevan detto Boerciù si fermava sempre a bere un buon bicchiere di vino.
(6/93 – 1/94 – 6/95 – 2/96)

Violin Giuseppe
guardia giurata alla Polveriera, fu negli anni ‘30 del secolo scorso guardiacaccia presso la tenuta Bonelli di Barza.
(3/96)


Z

Zaghini Giuliana
pittrice, fa parte del Laboratorio di Arti grafiche diretto da Arsenio De Boni. Ha uno stile molto personale e usa operare su tavole di legno sulle quali stende colori acrilici. Ha esposto in diverse mostre e ha vinto diversi premi. Nel 1999 ha ottenuto il primo premio al settimo concorso di pittura indetto dal Museo dei trasporti di Ranco e un suo dipinto dal titolo “La giostra: evoluzione nel tempo” è stato riprodotto sulla copertina del catalogo del Museo della Giostra inaugurato nel maggio 1999 a Bergantino in provincia di Rovigo.
(3/98 – 4/99)

Zago Paolo
nato ad Angera nel 1958. Appassionato di pittura, si dedica principalmente all’acquerello con una scelta molto personale dei colori che variano dal lilla al blu cobalto. E’ stato l’ideatore e l’esecutore della prima copertina de “La Voce del Dumin”.
(6/97)

Zarini (famiglia)
per oltre 20 anni i coniugi Zarini hanno gestito la panetteria di via Mosè Berrini, poi ceduta nel 1984 alla famiglia Di Lullo. Augusto e Laura Cuman sono originari di Crugnola di Mornago e, con le figlie Paola e Anna, sono venuti a Taino nel 1963, subentrando alla famiglia Roncari, proprietari della panetteria. Paola e Anna sono cresciute a Taino. Paola, nata nel 1956, si è laureata in Architettura e ora è responsabile dell’ufficio cultura del Comune di Angera. E’ sposata con Enrico Pagliari ed ha una figlia, Lela. La secondogenita Anna, nata nel 1959, è ragioniera ed è impiegata di banca. E’ sposata con Corrado Ugatto ed ha una figlia, Francesca.
(3/99)

Zarini Augusto
arruolato nel settembre 1942 fu inviato in Africa lungo la linea del Mareth. Quando l’esercito angloamericano sfondò a Biserta, gli italiani furono presi alle spalle. Augusto con i suoi compagni fu catturato e condotto in un campo di concentramento in Algeria costruito in mezzo al deserto. Intorno al campo gli inglesi avevano posto i depositi di munizioni per scoraggiare eventuali incursioni italiane. Successivamente fu condotto in Inghilterra ed internato in un campo vicino a Liverpool. Qui le condizioni furono meno dure. Augusto che di professione faceva il panettiere, fu incaricato di preparare la pasta ogni giorno per 350 suoi commilitoni. Ritornò a casa nel 1946.
(1/95 – 3/99)

Zarone Davide
Appassionato conoscitore della natura, ha scritto, oltre a diversi articoli sulla flora e la fauna di Taino pubblicati su La Voce del Dumin, la parte naturalistica riguardante il territorio mercallese del libro “Scoprire Mercallo”, edito dalla locale Amministrazione comunale nel 2000.
(1/2001)

Zibiro (ditta)
è l’azienda industriale più longeva presente oggi a Taino. Fondata nel 1949 da tre ex-dipendenti attrezzisti della Montecatini: Corrado Zin, Rino Bielli e Bruno Rossetti, dalle cui iniziali ha origine il nome della ditta. La Zibiro è specializzata nella produzione di lamelle e licci, accessori guardia-ordito impiegati nei telai. Pur nelle sue dimensioni artigianali, ha una produzione che esporta in tutto il mondo.
(3/99)

Zinesco (Lavatoio)
costruito nel 1908 su progetto dell’ing. Carlo Berrini, è stato abbattuto intorno al 1980. Si trovava nei pressi della fontana Maria che forniva l’acqua potabile ad Angera e fu il lavatoio più utilizzato anticamente dalle donne tainesi per lavare i panni perchè le sue acque erano naturalmente tiepide. Alla fonte del Zinesco, secondo una antica tradizione contadina, la popolazione si recava la notte di Natale a mezzanotte precisa a prendere dell’acqua che poi veniva sparsa nei locali dove i bachi da seta sarebbero stai allevati. Era questo un gesto di buon augurio e di prevenzione alle malattie che avrebbero potuto colpire i “bigat”, importantissimi per l’economia contadina.
(1/97)

Zingaro Edoardo
nato a Taino nel 1894. Operaio in SIAI, combattè nella prima guerra mondiale e per le sue azioni di coraggio si guadagnò la medaglia di bronzo. Sposò Maria Bassetti di Oriano ed ebbe una figlia.
Fu consigliere comunale per quasi 30 anni, dal 1946 al 1975, occupandosi sempre con impegno del paese.
(6/99)

Zucchino d’oro
gara canora organizzata dai giovani dell’Oratorio con la partecipazione del “Coretto” diretto da Elena Cortese. La manifestazione molto apprezzata dal pubblico si è svolta per tre edizioni presso il Centro dell’Olmo. Le canzoni sono state intervallate da scenette comiche e balletti preparati dai vari gruppi di catechismo. Presentatori di tutte e tre le edizioni sono stati Valeria Tirelli ed Emanuele Baranzini.
(4/97 – 4/98 – 4/2000)