Alpinismo: Teo Talamini

a cura della Redazione

Sono parecchi i tainesi che amano gli sport praticabili ad alta quota, quali escursionismo, alpinismo e sci. E’ del resto ben comprensibile che i tainesi abbiano la passione per la montagna, visto che ognuno di noi ha davanti agli occhi ogni giorno il meraviglioso spettacolo delle vette del Monte Rosa che si elevano all’orizzonte.
Pioniere dell’alpinismo tainese è stato Teo Talamini, classe 1911.
Teo si è appassionato alla montagna fin da giovnissimo. I suoi genitori erano originari della Val Cadore e frequentando in estate quei luoghi iniziò a praticare la montagna. Inizialmente semplici escursioni fino ai rifugi, poi le salite sulle cime meno alte, ed infine le scalate su roccia. Per non preoccupare la madre, Teo nascondeva le corde e gli attrezzi fuori dalla porta di casa, una attrezzatura del resto assai rudimentale. Negli anni ’30 le corde erano di canapa e Teo ricorda che quando si bagnavano erano guai, i chiodi venivano fabbricati artigianalmente dal fabbro del paese. Le montagne delle Dolomiti sono state la sua palestra. Trasferitosi a Sesto Calende, scoprì le vette della Val Sesia e della Val Formazza e naturalmente il Monte Rosa.
Nel 1945 fondò con alcuni amici la sezione del CAI di Sesto C., il cui cinquantesimo è stato festeggiato due anni fa con la calorosa partecipazione di molti appassionati.
A Teo si deve il merito di aver iniziato diversi tainesi all’alpinismo. Ricorda in particolare due amici, ora scomparsi, Egidio Ghiringhelli e Gianni Lodola che condusse in cima al monte Pelmo. Questa esperienza fu una tale gioia per loro che una volta raggiunta la cima lo abbracciarono commossi.
Teo fece l’ultima scalata alla ragguardevole età di 65 anni arrampicandosi lungo lo spigolo della Torre Cecilia in Grigna.
A chi gli chiede cosa si prova ad arrampicarsi su una parete di roccia mettendo in pericolo la propria vita e senza avere in compenso nè premi, nè medaglie, Teo risponde semplicemente che per tutti coloro che amano la montagna vincere le difficoltà della salita è una soddisfazione enorme, è come vincere una sfida contro se stessi, contro i propri limiti. Soggiunge però che consiglia ai giovani di non sfidare la montagna, la quale va affrontata con umiltà e rispetto e ben consci delle proprie reali capacità e preparazione fisica. “La montagna” dice ” è magnifica anche semplicemente percorrendone i sentieri tra un rifugio e l’altro”.

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