Palloni aerostatici a Taino: Sandro Taragni

di Laura Tirelli

La scorsa estate il cielo di Taino è stato solcato più di una volta da palloni aerostatici, ammirati ed osservati con curiosità da molti tainesi. Sebbene viviamo nell’era dei voli spaziali e siamo abituati a vedere ed usare jet ed aereoplani dotati di apparecchiature ultrasofisticate e di mezzi di propulsione potentintissimi in grado di superare la barriera del suono, gli aerostati, progenitori degli aerei, conservano un fascino particolare. Forse perchè questi incarnano, più di altri mezzi, il sogno eterno del volo, perseguito con tenacia da Icaro in poi.

Ci vollero, come si sa, parecchi secoli e tanti tentativi prima che l’uomo riuscisse a volare. La data memorabile è il 21 novembre 1783 quando a Parigi, l’avventuroso Pilatre de Rozier e il marchese d’Arlandes si sollevarono per la prima volta dal suolo. La “macchina” dei due pionieri era un pallone ad aria calda, poi detto “mongolfiera” dal nome dei fratelli Mongolfier che ne razionalizzarono l’impiego; macchina incerta e pericolosa, per la necessità di continuare a riscaldare l’aria con un fuoco, durante l’ascensione. Questo era necessario perchè l’aria, riscaldandosi, si dilatasse e, perdendo peso rispetto al fluido atmosferico circostante, consentisse la salita del pallone. In quello stesso periodo, però, il fisico Charles, anche lui francese, stava conducendo sempre a Parigi una serie di esperimenti per usare al posto dell’aria riscaldata un gas più leggero dell’aria: l’idrogeno che era stato appena scoperto dall’inglese Cavendish nel 1766. Il 1° dicembre 1783, dieci giorni dopo Pilatre de Rozier, anche Charles riuscì a sollevarsi dal suolo, stavolta con un pallone riempito d’idrogeno: la via per lo sviluppo futuro dell’aerostato e del dirigibile era stata tracciata. Il 13 marzo dell’anno successivo il cav. Paolo Andreani di Milano fece la prima ascensione aerostatica in Italia nella sua villa a Moncucco, nei dintorni di Milano, su una mongolfiera costruita dai fratelli Gerli, dopo due tentativi falliti effettuati nel mese di febbraio. L’avvenimento ebbe una grande risonanza in Italia e all’estero e da quel momento nacque e si diffuse la passione per i voli in mongolfiera, passione che esiste anche oggi come possono ben documentare le foto qui riprodotte.

Grande studioso e profondo conoscitore della storia del volo e delle mongolfiere è stato SANDRO TARAGNI, tainese d’adozione. Appassionato collezionista di documenti relativi alla storia della posta aerea in Italia – che ha raccolto e catalogato con pazienza e cura per oltre 50 anni -, l’ingegner Sandro Taragni è stata una figura importante nel mondo filatelico italiano, a lui va il merito di aver ricostruito la storia del volo in Italia partendo proprio dal pallone aerostatico. Su questo tema ha pubblicato due libri: “Il Volo in Italia alla Belle Epoque” e “Milano e i Milanesi nella storia del volo”, oltre all’apprezzato “Catalogo di posta aerea”. Le sue opere sono molto piacevoli da leggere, perchè in modo chiaro e sintetico sono indicate le tappe fondamentali del progresso aereo, riccamente illustrato con bellissime immagini che riproducono cartoline, volantini, materiale pubblicitario, foto d’epoca. Erano pronti, ma non sono state pubblicati, altre due suoi lavori, sempre relativi alla storia del volo: “Le cinque giornate di Milano. La prima posta aerea del mondo. 18-22 marzo 1848” e “Dai tristi giorni di Caporetto al nostro ingresso a Trento e Trieste. La storia della nostra guerra raccontata dai volantini lanciati degli aerei (ott.1917-Nov.1918)”.
Questi due lavori, in linea con i precedenti, presentano due fatti storici attraverso lettere e volantini e sono di particolare interesse perchè raccontano episodi poco noti e la storia è analizzata sotto un’angolatura non comune: quella del trasporto di notizie per via aerea.

Fra gli episodi più singolari dell’insurrezione milanese del 1848, le famose Cinque Giornate, vi fu quello del lancio di palloni aerostatici con messaggi ed appelli dei comitati insurrezionali per ottenere aiuti dalle popolazioni del contado attorno a Milano. Questa iniziativa fu promossa dagli allievi del seminario di corso di Porta Orientale (oggi corso Venezia) che insieme ad intraprendenti cittadini si industriarono a costruire e lanciare delle mongolfiere di carta, gonfiate ad aria calda tramite un piccolo braciere. Nacque così a Milano il primo trasporto di notizie per via aerea, precedendo di ben 22 anni quello, assai meglio organizzato ed ufficiale, dell’assedio di Parigi (1870-71). L’iniziativa milanese ebbe successo: alcuni palloni raggiunsero per via aerea località distanti anche alcune decine di chilometri con il loro carico di notizie. Di questi manifestini Sandro Taragni ne individuò ben 21, 10 a stampa e 11 manoscritti.
Molto più organizzato fu il lancio via aerea di volantini sia sulle trincee che sulle popolazioni civili, durante la guerra 1915-18. Lo scopo era duplice, sostenere il morale dei propri soldati ed impressionare il nemico e convincerlo a cessare l’attività bellica. Singolare tentativo di persuasione fu quello ideato da Gabriele D’Annunzio con il lancio su Vienna di manifestini tricolori e bianchi in lingua tedesca e italiana.

Note Biografiche

Sandro Taragni nacque a Milano nel 1904 e durante la sua lunga vita – è deceduto a Taino nel 1997 – ha avuto modo di assistere di persona alla nascita e sviluppo dell’aviazione. Vide il primo aeroplano francese pilotato da Delagrange che volò a Milano nel 1908. “Ricordo”, scrive in un suo libro, ” avevo 4 anni, che mio padre mi portò in Piazza d’Armi (ora Fiera Campionaria) ed io mi stesi per terra per vedere se l’aereo si alzava. Si alzò di circa un metro da terra non per colpa di Delagrange, ma del motore”. Fu forse questo primo episodio della sua infanzia che lo rese un testimone attento e lo spinse a raccogliere e conservare i documenti sui primi voli in Italia. Entrambi i suoi genitori furono insegnanti, il padre Angelo fu direttore didattico e sua madre, Luisa Guritz, maestra elementare. Sandro crebbe in un ambiente che lo stimolò sul piano culturale. Il nonno materno, Alessandro, nato in Polonia e da lì fuggito dopo l’occupazione russa, in gioventù fu garibaldino e al nipote raccontava le gesta dell’eroe dei due mondi. Dal nonno forse ereditò l’interesse per la storia come pure l’amore per la musica. Nella famiglia di sua madre c’era l’abitudine di organizzare dei concertini familiari. Sandro studiò al Politecnico di Milano dove si laureò in ingegneria edile. Il suo primo impiego fu presso la società CGE per la quale curò l’installazione di linee elettriche in Sicilia, poi si dedicò ad attività in proprio. Nel 1934 sposò la tainese Laura Picchio ed ebbe inizio il suo legame con Taino. Legame duraturo perchè a Taino Sandro era profondamente affezionato e vi abitò stabilmente anche per lunghi periodi e qui trascorse gli ultimi anni della sua vita. Le sue conoscenze e le sue collezioni in materia di aviazione, sia sotto l’aspetto postale che storico, lo hanno reso famoso a livello internazionale nel campo dell’aerofilatelia. Per oltre 30 anni è stato presidente dell’associazione italiana di aereofilatelia ed ha fatto parte della Consulta per la filatelia in seno al Ministero delle Poste. Oltre ad un’infinità di riconoscimenti nazionali ed internazionali, ebbe nel 1990 il grande onore di essere iscritto nell’ “Aerophilatelic Hall of Fame” che ospita i nomi di coloro che in tutto il mondo hanno dato nel corso della loro vita un significativo contributo alla conoscenza storica e allo sviluppo dell’aerofilatelia.

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