Un eroico maestro: Carlo Besozzi

di Laura Tirelli

Negli archivi è custodito un manoscritto, copia di una supplica innoltrata dal maestro comunale di Taino Carlo Besozzi il 22 novembre 1888 al Ministro della Pubblica Istruzione con la richiesta di venire ammesso al beneficio del Monte Pensioni per gli insegnanti da cui era stato escluso avendo egli compiuto, all’epoca della promulgazione della Legge, 55 anni.
Questo scritto proviene dall’archivio personale del conte Giuseppe Crivelli-Serbelloni, all’epoca sindaco di Taino, a cui il maestro Besozzi si era rivolto con la preghiera “di voler graziosamente interporre i suoi buoni uffici” presso il Ministro a sostegno della sua richiesta.
Nella sua supplica Carlo Besozzi descrive dettagliatamente, in tono umile e rispettoso, come si usava allora, ma con grande dignità e orgoglio la sua lunghissima carriera di maestro; la sua storia potrebbe essere quella di un personaggio del famoso libro “Cuore”, però non è nata dalla penna di De Amicis, è stata realtà, vita veramente vissuta.
” Il giorno 4 novembre 1835 ho dato principio alle mansioni di maestro nel comune di Lisanza. Dal 1840 al 1875 e così per 35 anni interi fui Maestro d’entrambe le scuole di Taino e Lisanza, percorrendo giornalmente un viaggio di circa un’ora di andata e altrettanto per il ritorno, senza riguardo ai rigidi freddi dell’inverno, nè ai caldi dell’estate.” (gli spostamenti avvenivano a piedi, essendo allora un vero lusso, riservato a pochi, il possedere un qualche mezzo di trasporto, ndr)
Il maestro Besozzi aveva 72 anni quando scrisse questa supplica ed era nel suo 54esimo anno di servizio “senza un giorno di interruzione”. Affermava di aver sempre atteso coscienziosamente “con amore, con assiduità e con ogni buon volere all’educazione e all’istruzione dei molti fanciulli che mi venivano e che mi vengono tuttora affidati (76 alunni nell’anno scolastico 1885-86, ndr), non avendo tralasciato in molti anni di aprire scuola serale gratuita per l’istruzione degli adulti”. Si era molto impegnato per elevare il livello d’istruzione della popolazione, allora bassissimo, e specialmente ai primordi della sua carriera quando “dominava in campagna una incredibile ignoranza ed una superstiziosa ostinazione alle tradizioni” per cui pregava il Ministro di “volgere graziosamente un amorevole sguardo sui faticosi e gravi servizi da lui sostenuti nel corso non interrotto di 53 anni” sottolineando di non aver mai avuto “rimarco alcuno” da parte delle Comunali Amministrazioni, nè dal Consiglio provinciale scolastico, ma anzi “una menzione onorifica” dal Ministero per i lavori di censimento della popolazione del 1871.
Le sue condizioni economiche erano disagevoli e si rattristava al pensiero “che per mancanza di beni di fortuna, venendo a cessare dalla carica di maestro, sia per malattia, che per naturale conseguenza d’avanzata età, mi troverei, dopo tanti anni di faticosi e lunghi servizi, nella dolorosa posizione di vedermi mancare i mezzi necessari di sussistenza avendo ben anche un figlio di anni 34 infermo”.
Non sappiamo se al maestro Carlo Besozzi fu accordata una pensione, certo è che continuò a lavorare come segretario comunale, mansione che svolse per entrambi i comuni di Taino e Lisanza per moltissimi anni (nel 1900 era ancora in servizio a Lisanza) e si occupò della cosa pubblica (nel 1895 fu eletto assessore effettivo del comune di Taino) quasi fino al termine della sua vita, avvenuta nel 1902 all’età di 85 anni (1).
Nella sua lunga esistenza il maestro Besozzi, come dipendente pubblico, aveva operato al servizio prima dello stato asburgico (era nato nel 1817 come suddito Lombardo-Veneto) e poi del Regno d’Italia, chissà come aveva vissuto questi cambiamenti, se passivamente o aderendo alle lotte risorgimentali. Credeva in certi valori e, come dice egli stesso, “durante la mia carriera ho sempre procurato di avviare non solo gli alunni, ma anche ogni classe di persone al ben fare, all’onestà, al lavoro, al rispetto delle Leggi e all’amore della patria nostra.”
Lasciò un buon ricordo di sè e di lui così scrisse “Il Sempione” di Arona, il 30 ottobre 1909 “la memoria del sig.Carlo Besozzi, uomo di principi schiettamente cattolici, è viva, vivissima in tutti quelli che lo provarono come educatore e come reggitore della pubblica cosa.” Lasciò un profondo segno anche nella sua famiglia e due sue discendenti si dedicarono come lui all’insegnamento.
Sua nipote Carolina Besozzi fu assunta in servizio come maestra delle classi 2° e 3° femminile dal Consiglio comunale di Taino il 9 ottobre 1909 con uno stipendio annuo di £.850 (suo nonno nel 1886 aveva uno stipendio di £.650)
Carolina era nata a Taino il 13 ottobre 1891, ed era figlia di Pietro, di professione ragioniere presso la tesoreria di Brescia, fabbriciere della chiesa di Taino e membro dell’amministrazione dell’Asilo infantile Maria Serbelloni. Sua madre era Amalia Berrini, figlia dell’oste Giovanni proprietario della locanda dell’Agnello.
Carolina aveva studiato a Brescia dove nel 1908 aveva conseguito la patente di maestra di grado superiore. Nell’anno scolastico 1910-11 furono affidati alle sue cure 61 alunni, tra i quali Francesca Movalli, figlia dello scalpellino Francesco il cui maestro era stato nel 1874 proprio il nonno di Carolina.
Anche la figlia di Carolina, Piera Bielli si dedicò per oltre quarant’anni all’insegnamento. Nata nel 1928, aveva studiato a Torino dove la famiglia si era trasferita per il lavoro del padre, militare di carriera. Iniziò diciottenne, subito dopo la guerra, ad insegnare presso la scuola elementare di Taino dove operò fino alla morte nel 1988. La scuola fu tutta la sua vita e all’educazione dei giovani dedicò la sua intera esistenza. Tutti i tainesi che sono stati suoi alunni la ricordano con ammirazione e affetto. Fu una degna erede dell’eroico maestro Carlo Besozzi.

La mia Maestra

Ricordare Piera Bielli in poche righe non è facile, perchè era una maestra, ma soprattutto una persona decisamente singolare. Per darne un’idea, però, credo che basti poco.
Spesso portava in classe il suo giradischi e, mentre ci faceva ascoltare i capolavori dei più grandi nomi del panorama classico, voleva che chiudessimo gli occhi e che provassimo ad annotare su un foglio l’andamento del brano; era una sorta di elettrocardiogramma musicale, da realizzare con i colori che meglio potevano esprimere i sentimenti suscitati dalla musica in ciascuno di noi. Inoltre ci faceva analizzare i quadri dei più grandi pittori; ci insegnava l’inglese; stimolava, insomma, quello spirito critico che solitamente si pensa sia patrimonio di adulti soltanto. Noi, semplici bambini, eravamo sollecitati a scoprire la nostra personalità attraverso le più nobili forme d’arte. A qualcuno potrà forse sembrare ansia di sperimentazione, ma era ben altro. Era desiderio, suo e nostro, di porci sullo stesso piano, di superare le rigide gerarchie insegnante-alunni in un ambito-quello scolastico- dove queste non hanno valore, anzi costituiscono degli ostacoli alla vera conoscienza reciproca.
Riconoscere a dei bambini autonome capacità di analisi, critica ed espressione, significa dare loro sicurezza e stimoli alla comprensione di sè e al confronto con gli altri.
C’è forse qualcosa di più importante per lo sviluppo della personalità? Non è forse il ruolo che la scuola dovrebbe avere?
Piera Bielli era geniale come educatrice, ma prima di tutto, come persona. La ricorderò sempre con ammirazione e gratitudine perchè mi ha trasmesso tanto, mi ha arricchito e mi ha insegnato l’importanza della propria individualità.

Elena Antonioli

Nota:
(1) Elso Varalli nel suo libro “SS.Pietro e Paolo-Storia Lisanzese”, riporta che Carlo Besozzi nel 1900 svolgeva ancora le funzioni di segretario comunale a Lisanza anche se in quell’anno, essendo l’ex-maestro anziano (aveva 83 anni) e ammalato, fu affiancato per delibera del Consiglio Comunale dal maestro Domenico Jermoli di Taino.

Un sentito ringraziamento alla famiglia Merla di Angera per il materiale fotografico gentilmente concesso e ad Angelica Jermoli, Valeria Mobiglia ed Elena Antonioli per la cortese collaborazione.

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