La cascina Rossere

di Laura Tirelli

La cascina Rossere è tra le più antiche di Taino. La sua presenza risulta nell’elenco dei caseggiati di proprietà della nobile famiglia Serbelloni, stilato il 1 maggio 1847, ma la sua costruzione risale sicuramente a molto tempo prima e di ciò fa fede la data, 1611, incisa su un’architrave della casa situata di fronte alla cascina.
Ci troviamo nel vicolo Alvod, in quella che un tempo era chiamata “la cort dei Bielli” perchè qui effettivamente hanno sempre vissuto membri della famiglia dei Bielli degli Uchim,
originariamente residenti a Cheglio.
Fu Luigi Bielli, nato intorno al 1860 che, ai primi del secolo, quando i Serbelloni cedettero tutte le loro proprietà, acquistò la cascina Rossere e qui si trasferì con la moglie Rosa Ralli e i cinque figli: Giovanni, Giuseppe, Carolina, Maria e Rosalinda.
Fino agli anni ’40, quando la popolazione era ancora dedita all’agricoltura, il vicolo Alvod aveva gli edifici, case di abitazioni e fienili, solo sul lato sinistro della strada (allora in rizzata lombarda), fiancheggiata da numerosi alberi di gelso, le cui foglie venivano raccolte per nutrire i bachi da seta ben tenuti al caldo nei locali di abitazione della cascina stessa.
Le figlie di Luigi, una volta sposate, lasciarono la cascina. Carolina sposò Pietro De Bernardi, di professione autista, e si trasferì a Milano. Maria sposò Carlo Beltramini e Rosalinda Virgilio Pedrizzetti con il quale emigrò in America.

Luigi lasciò la cascina ai due figli maschi: Giovanni, nato nel 1881 e Giuseppe, nato nel 1888.
Giuseppe fu ferroviere, controllore prima ad Arona e poi a Milano dove si trasferì a vivere con la moglie, Maria Sculatti e le figlie Ines e Bruna. Alla fine del 1944, Giuseppe ritornò stabilmente a Taino e con la moglie Maria visse nella cascina lasciategli dal padre fino alla sua morte nel 1968. Anche le figlie di Giuseppe, sebbene abbiano trascorso la maggior parte della loro vita a Milano, sono sempre state legate alla casa avita ed entrambe qui hanno vissuto gli ultimi anni della loro vita. Dopo la scomparsa delle due figlie di Giuseppe, il legame con Taino e l’antica cascina Rossere continua coi figli di Ines, Annamaria e Massimo Carnelli, affezionati alla terra dei loro antenati.
Giovanni con la moglie Maria Monteggia e i suoi tre figli, Riccardo, Rosetta e Luigi, visse, lavorando le sue terre, sempre nella parte della cascina ereditata dal padre, oggi abitata da Rosetta e da suo marito Arturo Forni.

La famiglia Bielli ha pagato un duro tributo alla patria: Luigi, figlio di Giovanni è caduto ventenne in Russia durante la seconda guerra mondiale e i suoi resti sono tornati a casa due anni fa con grande commozione di tutto il paese (vedi n°.3/97).
Sarebbe giusto ripristinare il vecchio nome “Bielli” a vicolo Alvod anche per ricordare questo giovane caduto e un’altro Bielli della “corte degli Uchim”, Roberto, deceduto nel campo di sterminio di Mauthausen (vedi n° 6/94).
A tutti e cinque i partigiani caduti è stata dedicata una via di Taino (piazza Piero e Gaspare Paietta, via Oreste Paietta, via Antonio Sist, via Riccardo Mira d’Ercole), ma nessuna agli otto soldati tainesi che, mandati a combattere dal loro Paese in terra straniera, colà hanno perso le loro giovani vite.

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